Marina barricadera sema veli

Marina/ barricadera sema veli ECOLOGIA E SPETTACOLO AI «Secolo d'Italia»: nel blitz all'ambasciata francese non portavo gli slip Marina/ barricadera sema veli «D'Alema è un maleducato, Prodi un salumiere» ARENA Ripa di Meana contro tutti. Intervistata sul Secolo d'Italia, il giornale post-fascista di Gianfranco Fini, la contessa «barricadera» che si è esibita in un'insolita passerella sul cornicione dell'ambasciata francese contro la bomba nel Pacifico, si confessa, parlando del suo ruolo di attivista verde con uno sguardo impietoso verso il grande circo della politica. Una vera passione per la natura, la sua, tale da condizionarne persino il look, se è vero che ha pensionato le mutande da un pezzo: «Il fatto è che io le mutande non le porto proprio mai precisa la dama verde -. A maggior ragione quel giorno, che c'era la possibilità di essere vista». Insomma, il blitz all'ambasciata francese ha rappresentato la sintesi della sua «fede verde» con un esibizionismo che difende con orgoglio. Ricordate? Proprio quando la mobilitazione di Greenpeace toccava il culmine, lei aveva giocato la sua carta. Obiettivo: la sede diplo- matica della Francia arrogante, divoratrice di atolli e paradisi superstiti, già violata qualche giorno prima da un concerto pro-Mururoa improvvisato qualche giorno prima da Gianna Nannini sul tetto dell'edificio. Ma il vero affronto alla grandeur francese toccava a Marina, agghindata per l'occasione («avevo i collant a rete, gli slip non servivano») e penetrata senza invito nel quartier generale dello straniero, complice il deputato verde Stefano Apuzzo. Il resto è noto: dall'esibizione dello striscione di protesta all'intervento dei gendarmi, che le avrebbero rifilato un sonoro scapaccione prima di «scor- tarla» alla porta fra i commenti disgustati delle signore presenti. L'azione prima di tutto, insomma. A costo di procacciarsi le malignità dei detrattori. Come il giorno in cui incenerì per protesta le sue pellicce in un grande falò davanti alla Scala, folgorata sulla via dell'animalismo intransigente dopo anni di «totale ignoranza»: «Me ne dissero di tutti i colori, ad esempio di aver bruciato solo le pellicce più brutte di essermi tenuta solo quelle più belle». Ah, le malelingue. Ma chissà, un giorno potreste incontrarla nelle vesti di deputato. Lei un pensierino l'ha già fatto, consigliata dal suo Carlo, senza disagi verso i «seni della destra» (Angela Cavagna) e le «cosce lunghe della sinistra» (Alba Parietti): «Ma sono meglio le mie di cosce. Delle mie si parla da 30 anni, lei rischia di ballare una sola estate. E poi, dato che è tutta rifatta, forse troverà anche un chirurgo che gliele raddrizzi, storte come sono...». Vada per la politica, allora, nonostante l'alleanza dei verdi con la sinistra li renda tanto diversi dai fratelli indipendenti di Germania. Antipatia cordialmente ricambiata, quella per la sinistra: «Loro mi odiano perché sono bella e amo la vita. Con Craxi ad esempio non parlavo mai di politica. Eh, ma Craxi era uno che la sapeva lunga: da vero "delinquente" amava la vita e se la godeva». Quel Craxi che ha avuto per testimone di nozze e che frequentava nel suo «buen retiro» estivo di Hammamet prima che la villa si trasformasse in luogo di esilio. «Rientrato a casa, Bettino, sudato, si gettava nella piscina. Poi si avvolgeva un telo intorno ai fianchi e, ancora mezzo bagnato, si siedeva sul suo trono per il pranzo. Noi tutti intomo sulle "panche dai culi rotti"», scriveva nelle sue memorie la dama verde. Salvo guadagnarsi l'accusa di ^gratitudine verso le vecchie frequentazioni da parte di Marta Marzotto quando denunciò che Claudio Martelli conosceva i conti esteri di Craxi. Ora sul palco della politica restano «gli altri», come D'Alema, «maleducato» per aver lasciato il congresso dei Verdi senza salutarla («a parte il fatto che sembra un questurino»), o quel Prodi che «sembra un salumiere»: «Lì è tutto da rifare. Lo vedo più sul Parmacotto che sulla politica». Giustiziato. Quanto a Bossi, «è il Jerry Lewis della politica», Bertinotti invece se la cava con un «affascinante». Va bene, ma almeno qualcuno si salverà, o no? «Il migliore resta sempre Carletto, mio marito. Non è male e me lo tengo stretto». [ale.mon.] Marina Ripa di Meana durante l'incursione all'ambasciata di Francia

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