«Volevano uccidere Caselli»
I RISCHI DEL GOVERNO MINIMO Il metodo: un'ambulanza al tritolo. Nel mirino anche Scarpinato «Volevano uccidere Caselli» Un pentito: Cosa nostra era pronta ROMA. Un'ambulanza al tritolo. Giancarlo Caselli, procuratore capo di Palermo, e Roberto Scarpinato, uno dei pubblici ministeri del processo Andreotti le vittime designate. Contro di loro Cosa Nostra stava pensando di organizzare un attentato, il boss Leoluca Bagarella ne parlava ai suoi uomini, dicendo che prima o dopo bisognava eliminare i due magistrati. Ai giudici l'ha riferito un pentito, e poco tempo dopo la polizia ha trovato, sempre a Palermo, un'auto rubata e un centinaio di chili di esplosivo, contenuto in tre fusti e in perfetto stato di conservazione. Altre notizie sono arrivate da una «fonte confidenziale attendibile» su un progetto di attacco al palazzo di giustizia, che doveva realizzarsi con un'ambulanza imbottita di tritolo. «Stu curnutu prima o poi ni l'amu a fari», questo cornuto primo o poi ce lo dobbiamo fare, ripeteva spesso Leoluca Bagarella - riferendosi a Scarpinato e a Caselli - agli uomini d'onore che gli coprivano la lati¬ tanza fino al mese scorso. Uno di loro, Pasquale Di Filippo, a giugno è stato arrestato, ha deciso di collaborare con la giustizia e con le sue indicazioni ha permesso agli agenti della Dia di arrestare il cognato di Riina. Poi ha raccontato tante altre cose, e tra queste anche i discorsi sui due magistrati che si dovevano colpire. Discorsi generici, senza riferimenti a preparativi specifici, quelli ascoltati da Di Filippo. Gian Carlo Caselli, torinese, è procuratore a Palermo dal 15 gennaio 1993. Da quel giorno alla Procura hanno ripreso vigore le indagini, hanno dato frutti logici, per anni insperati. Ci sono state l'inchiesta su Andreotti e quelle per una serie di delitti di mafia che hanno fatto pensare allo scoppio di una nuova guerra senza quartiere che fra le vittime ha visto un nipote di Buscetta, il primo grande pentito. Ora, dopo l'arresto di Bagarella, si seguono tracce che promettono clamorosi sviluppi. Bianconi, La Licata e Tessandori A PAGINA 3
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