Sensi, solo contro tutti
Sensi, solo contro tuffi Sensi, solo contro tuffi Troppi nemici, ci vuole il pugno di ferro LAVARONE DAL NOSTRO INVIATO La comica cacciata dal ritiro di due belle assicuratrici in minigonna. La dura polemica tra Mazzone, Balbo e Fonseca: il sarcastico striscione appeso al campo d'allenamento: «Bla, bla, bla, ma dov'è la grande società?». Il paradossale silenzio stampa un mese prima del campionato. Davvero tormentati gli inizi della Roma. Per rimediare al ridicolo e surreale garbuglio di situazioni è giunto il presidente Franco Sensi. Infelice, venerdì sera, il suo esordio culminato nell'arringa aizza-tifosi contro i giornalisti che seguono i giallorossi: «Non credete a quanto leggete, qui ci sono quattro che impestano la città e la squadra». Ieri, nel giorno del sessantanovesimo compleanno, il padrone della Lupa s'è scusato e ha parlato a ruota libera. Sentiamolo, cominciando dalla larvata minaccia e dalla lezio- ne giornalistica: «Perché il rapporto con voi continui bisogna che vi prendiate le vostre responsabilità, i ragazzi necessitano di tranquillità, dovete vedere e scrivere di cose tecniche e basta, ci vuole un clima di solidarietà. Nei momenti di rabbia penso di mandare la squadra lontano, come ha fatto Cragnotti, ma non lo farò mai». Mazzone sconfessato. Il tecnico aveva tuonato contro Balbo e Fonseca: ((Alla Roma mi gioco la pelle, quei due m'hanno offeso, vanno multati sennò me ne vado». I sudamericani avevano mandato a quel paese il mister che di loro aveva detto: «Magari facessero il pressing come Vialli e Ravanelli». Ecco la decisione di Sensi: «Mazzone e i giocatori si chiudano in una stanza e si chiariscano. Dopo di che stileremo un vademecum di comportamento e chi sgarrerà pagherà». Già, ma perché imporre questo codice quando già esiste e aveva prodotto, la stagione scorsa, una multa a Carboni? Multa solo simbolica: «Perché io l'avevo autorizzata e Agnolin tolta, a mia insaputa, senza che avesse alcun titolo per farlo. A malincuore dovetti cedere... Io ordino e gli altri obbediscono però deb¬ bo fare attenzione a non prendere decisioni squilibrate altrimenti che cosa siamo, forse l'esercito di Franceschiello? Così facendo non vinciamo nulla». E a proposito di vincere: «La Juve è scudettata non per i gol di Vialli e Ravanelli ma per la panchina lunga. Quella che è mancata a noi, quale errore non comprare Torricelli e Carrera, avremmo indebolito enormemente i bianconeri». Sensi ha fama d'essere nemico giurato di Casarin. «Che resti o no non me ne frega. L'ho detto pure a Matarrese, il designatore e gli arbitri siano considerati pubblici ufficiali ma di questo ruolo abbiano non solo i diritti ma anche i doveri e siano responsabilizzati in tal senso». Dal campionato ai soldi. «Satellite, pay-tv, tv via cavo, ecco il calcio di domani: chissà che un giorno non lontano RomaLazio vada in onda da Pechino, con nell'intervallo il gala di Pavarotti. La Rai resta interlocutore privilegiato ma il potere ce l'ha chi fa lo spettacolo, cioè noi, le squadre». Sempre sui soldi: «Tutte le società sono più ricche grazie agli 84 miliardi avuti dal Coni. Quel che più conta però non è la cifra ma il fatto che il governo abbia accettato di discutere i problemi del calcio, un'azienda che appassiona 40 milioni d'italiani». Abbiamo cominciato raccontando il comico delle due assicuratrici cacciate da Mazzone perché le loro cosce in bella vista avrebbero turbato i giocatori. Sensi, almeno in questo, ha dato ragione al suo stratega: «Benvenute le assicuratrici, non però in ritiro, per le distrazioni ci sono altre occasioni». Evidentemente, non tutte le gonne corte sono uguali dentro la Roma: il presidente parlava, la figlia in minigonna scherzava con i calciatori. Il silenzio stampa è caduto. Un premio per i «quattro appestatoti» dell'Urbe e della squadra? Claudio Giacchino «Basta polemiche tra Mazzone e giocatori e congiure di cronisti Chi sgarra, pagherà» Il presidente della Roma, Sensi: «Voglio un codice di comportamento e chi sgarra pagherà. La Juve ha vinto non per i gol di Vialli e Ravanelli ma perché non le abbiamo tolto Torricelli e Carrera»
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