Miele, crolla la produzione

Miele, crolla la produzione Alveari decimati dagli attacchi della varroa Miele, crolla la produzione TORINO. «Le api non volano più». Non è uno spot a sfondo pubblicitario, ma solo espressione della dura situazione creatasi negli apiari. La Varroa, in seconda terribile ondata, ha decimato gli alveari in pressoché tutte le regioni italiane. Di questa situazione ha risentito in negativo anche l'agricoltura, con scarse impollinazioni per le piante di prima fioritura: albicocche e meli in particolare. Poi le api superstiti, con adeguate cure e abbondanti sovralimentazioni, si sono moltiplicate rinnovando i nuclei. In tali circostanze, il prodotto principe delle api, il miele, non poteva che avere un notevole calo di produzione. Dalle 11-12.000 tonnellate ottenute nel '94, si prevede una produzione attorno alle 7000-7500 tonnellate per quest'anno. Un vero crollo se si pensa che il fabbisogno nazionale si aggira sulle 26-27.000 tonnellate, per un consumo pro-capite di 443 grammi. Tale situazione non mancherà di riflettersi sul prezzo dei prodotti dell'alveare. Il miele, di produzione apicola italiana, potrebbe assestarsi sulle 1213.000 lire al chilo con punte massime di 15-16.000 lire perii prodotto pregiato. A questo proposito, dice Mario Bianco, titolare di un'apicoltura con 900 alveari tra Caluso e la Sicilia (in joint venture): «L'apprezzamento del marco tedesco, e di altre valute forti, ha permesso di fare shopping del miele in Italia a prezzi scontatissimi; scorte di mieli italiani completamente esaurite, mentre negli ultimi 12 mesi il prezzo del miele di acacia ungherese è raddoppiato». D'altronde non è solo la scarsità del prodotto ad incidere sul costo, ma tutte le maggiori spese che gravitano su tutte le apicolture causa la varroasi. Come contrastare il terribile killer? Grosse novità anche a livello internazionale non ce ne sono. Buoni risultati sono tuttavia legati al controllo pressoché giornaliero degli alveari. L'osservazione continua, i comportamenti e le reazioni varie delle api, servono per applicare i giusti antidoti nella lotta al terribile parassita. Da marzo a luglio, quando le api sono in produzione di miele, il sistema biologico è quello che ha dato buoni risultati: è sufficiente il taglio e l'eliminazione della covata maschile, ove varroa si riproduce; con interventi ogni 12-15 giorni. A smelatura effettuata, sarà bene adottare un prodotto valido come test diagnostico, l'Api Life Var, fabbricato dalla Chemicals Laif di Vigonza, in provincia di Pisa. Si tratta di tavolette a base di timolo, eucaliptolo, mentolo e canfora, da applicare spezzettate negli angoli sopra i telai. Ripetere l'operazione dopo dieci-quindici giorni. Poi a fine settembre-ottobre, per debellare le restanti varroe, e opportuno l'Api Life Piatte pastiglione in legno assorbente composto da 250 ce di acido formico all' 85 per cento, in comodi sacchetti di plastica con tanti forellini: tocca all'apicoltore la regolazione, secondo la sensibilità delle api. Per le zone di pianura, è valido il «Perizin» liquido in dosi da 30-50 ce da spruzzare su telai e glomere nei mesi di ottobre e novembre, possibilmente in assenza di covata. Gigi SkellerGlai Vìa Apicoltori al lavoro. U crisi produttiva di quest'anno è destinata ad avere ripercussioni sul fronte dei prezzi

Persone citate: Mario Bianco, Miele

Luoghi citati: Caluso, Italia, Pisa, Sicilia, Torino, Vigonza