l'Austria in coro salvate Olivia di Tito Sansa

l/Austriq in coro: salvale Olivia La bimba è malata di cancro, il giudice ordina la chemioterapia l/Austriq in coro: salvale Olivia Sarà curata contro il volere dei genitori W UNA LOTTA CONTRO IL TEMPO VIENNA. «Salvate Olivia!» è il grido che, attraverso i giornali, la radio e la televisione, gli austriaci hanno lanciato da più di una settimana per sottrarre alla morte la piccola Olivia Pilhar, 6 anni, sofferente per un cancro a un rene. Trascinate da questo grido, ieri notte, le autorità responsabili (medici e magistrati) si sono finalmente decise a sottrarre la piccina ai genitori che rifiutano le cure mediche tradizionali e ad affidarla agli specialisti di oncologia dell'ospedale generale di Vienna. Rintracciata dieci giorni fa a Malaga, in Spagna, dove si era rifugiata insieme con il guaritore Geerd Hamer (padre di quel Dirk Hamer ucciso con una fucilata da Vittorio Emanuele di Savoia), la famiglia Pilhar era stata riportata con un aereo speciale in Austria. Ed era sembrato che i genitori della bimba accettassero le chemioterapia, con successiva operazione, consigliata dagli specialisti, anziché gli inutili unguenti ordinati dal medicastro Hamer. Ma poi avevano cambiato idea, accusando i medici di «voler uccidere nostra figlia». Rispettando la legge, era perciò impossibile per i medici iniziare una terapia contro il volere dei genitori. E pertanto la bimba, che deperiva di giorno in giorno (il carcinoma ha raggiunto le dimensioni di un pallone e il peso di 4 chili e mezzo), non è stato possibile fare altro che dare calmanti contro i dolori. Intanto medici e giuristi discutevano e discu- tevano, e nessuno aveva il coraggio di violare la legge, come chiedeva la «vox populi», per salvare una vita. Ieri notte, finalmente, a Tulln, dove Olivia era stata ricoverata, magistrati e medici si son fatti coraggio, prendendo la decisione chiesta a gran voce dall'opinione pubblica: ricovero immediato di Olivia in un reparto specialistico, trasfusione di sangue, inizio della chemoterapia, eventuale ricovero dei genitori in una clinica psichiatrica, se faranno scenate quando assisteranno la piccola malata. Ma i genitori, Helmut ed Erika, 30 e 28 anni, hanno rifiutato di andare all'ospedale. Lei ha detto «la mia presenza significherebbe l'accettazione della chemioterapia», lui «non voglio legittimare l'uccisione di mia figlia, alla quale non voglio assistere». Ieri alle 13, mentre cominciavano le prime cure a Olivia, i suoi genitori e un gruppo di loro simpatizzanti riuniti in una «azione medicina libera» (della quale fanno parte anche alcuni medici che vogliono rimanere anonimi per non rischiare la radiazione dall'albo) hanno cominciato per protesta contro la «violenza disumana» uno sciopero della fame dinanzi alla cattedrale di Santo Stefano, nel centro di Vienna. C'era una gran folla, ci sono state, controllate da un reparto di polizia, discussioni vivacissime tra fautori della medicina tradizionale e simpatizzanti dei guaritori come Geerd Hamer. Contro costui, rientra¬ to da Malaga nella sua casa di Colonia, in Germania, la magistratura austriaca ha spiccato mandato di cattura per «circonvenzione e maltrattamento di incapace» e per il sospetto che abbia causato la morte di 37 persone che si erano affidate alle sue cure da stregone. Di Olivia, durante le baruffe dinanzi alla cattedrale, non si è quasi parlato, ci si è dimenticali. In serata l'oncologo Klaus Lechner ha detto: «Se non venisse curata, morirebbe sicuramente prima di Natale. Con le nostre cure, purtroppo tardive, le probabilità che si salvi sono tra il 20 e il 40 per cento». L'Austria intera trepida per la bimba. Tito Sansa La madre e il padre si sono sempre opposti alle terapie tradizionali e si sono affidati a un guaritore I medici: forse è tardi Ma i famigliari e un gruppo di amici digiunano W La cattedrale di Santo Stefano a Vienna e il guaritore Geerd Hamer

Persone citate: Di Olivia, Dirk Hamer, Hamer, Klaus Lechner