Il Tar «licenzia» i manager Usl

128 direttori rimangono ai loro posti solo grazie al ricorso al Consiglio di Stato 128 direttori rimangono ai loro posti solo grazie al ricorso al Consiglio di Stato Il Tur «licenzia» i manager Usi ■si Secondo i giudici non furono scelti per meriti Viene in mente il popolare detto di Gino Bartali «Gli è tutto sbagliato, gli è tutto da rifare» - nel leggere le quarantaquattro pagine della sentenza con cui la seconda sezione del Tar ha azzerato le nomine dei vertici delle Usi e delle aziende ospedaliere del Piemonte, ad eccezione delle Molinette, dell'Usi 19 (Asti) e della direzione dell'Ospedale Maggiore di Novara per motivi diversi e in ogni caso particolari. Per i giudici amministrativi Antonino Bonifacio, presidente, Angelo Gabricci, estensore della sentenza, e Mario Oreste Caputo le scelte di alcuni candidati a scapito di altri «non potevano fondarsi su impressioni non riducibili ad argomentazioni razionali, traducibili in una intellegibile spiegazione». La spiegazione invece di questo sesto grado della lingua italiana è che la Regione doveva motivare le nomine, e non l'ha fatto. Difetto di motivazione, ribadisce il commento del «vincitore», l'avvocato Giuseppe Gallenca, che ha sostenuto le ragioni di alcuni aspiranti manager della salute esclusi (Vittorio Di Capua, Riccardo Nigro, Aldo Rabbia, Antonio Di Santo e Giorgio Rivara, quasi tutti conosciuti, Nigro anche per lo scandalo dell'ospedale di Rivoli di cui era direttore amministrativo). Il legale convoca una conferenza-stampa e dichiara che «la fretta è stata cattiva consigliera. La precedente giunta regionale ha voluto imporre a scatola chiusa quei nomi. Entro lunedì avremo notificato la sentenza a tutti, Regione e direttori generali, e per dopo ci aspettiamo che l'una faccia qualcosa e che gli altri si limitino all'ordinaria arnrninistrazione fino a un'eventuale sospensione e alla definitiva prò- nuncia del Consiglio di Stato». Chi ha perso questa battaglia ha 60 giorni per ricorrere al Consiglio di Stato. Nel frattempo la nuova giunta regionale probabilmente nominerà commissari prò tempore i direttori generali decaduti. E Gallenca aggiunge: «Noi solleciteremo un po' tutti quelli che dovranno prendere decisioni. La sentenza del Tar ha tracciato la via maestra: la Regione dovrà rifare le sue scelte ripartendo dal lavoro delle società di consulenza». La sentenza del Tar va giù pesante. Non tragga in inganno la forma. La sostanza è di questo tenore: «Se, poi, nell'ambito fiduciario si vuole ricomprendere - come sembra adombrare la difesa della Regione - un'affinità politico-partitica tra la giunta in carica e il prescelto, il Collegio non può condividere una siffatta affermazione». E, per essere più chiaro, l'estensore scrive: «Pur senza considerare che la riforma delle Usi è stata, più o meno dichiaratamente, determinata anche dall'intento di ridurre la marcata influenza esercitata dai partiti su questi organi di gestione, va comunque rilevato che nel nuovo sistema l'assistenza sanitaria viene configurata su un modello organizzativo privatistico... Il direttore generale è dunque un tecnico, cui sono richieste cognizioni ed esperienze ampie e che deve pertanto essere nominato in base a queste, e non già per la fedeltà alla linea politica della giunta in carica». Per il Tar la Regione aveva scelto di procedere correttamente - incaricando della valutazione dei 437 candidati cinque società di selezione del personale - ma poi si è mossa diversamente: non ha tenuto conto, se non in minima parte, delle in- dicazioni ricevute, «per quanto non costituissero una graduatoria vincolante», ed è venuta meno al «dovere» di motivare le proprie decisioni. Per i giudici la formula adottata è generica e uguali per tutti. «Viene utilizzata anche per quei direttori che avevano ottenuto nella selezione risultati mediocri». Il Tar non manca di sottolineare che dei «28 direttori prescelti solo quattro avevano conseguito una valutazione non inferiore a 3 punti in ogni ambito di selezione (capacità manageriali e comunicative, attenzione ai problemi sociali e conoscenza della riforma sanitaria) e una media pari almeno a 4, mentre degli esclusi ben venti si trovavano nella stessa condizione». Osservazioni come questa e i rilievi sull'illegittimità di una scelta politica sono stati accolti con soddisfazione nelle stanze della Procura, dove si sta svolgendo un'inchiesta per il reato di abuso in atti d'ufficio a carico dei vecchi amministratori regionali (alcuni dei quali rieletti) che si erano assunti la responsabilità delle nomine. Qualcuno ha aggiunto: «Noi procediamo per la nostra strada, il Tar va per la sua, ma nella stessa direzione». Il Tar che in fondo alla sua sentenza ammonisce i nuovi amministratori: «La Regione dovrà comunque dare adeguata giustificazione della scelta finale compiuta, in relazione alle esigenze di ciascuna azienda ospedaliera e ai requisiti del nominato». Alberto Gaino Il presidente Ghigo: ora pensiamo a non procurare disagi ai cittadini LE NOMINE SALTATE OSPEDALI SILVANO STEFANO CTO-CRF (UNITA' SPINALE) 1ST. 0RT0PE0IC0 REGINA MARIA ADELAIDE - TORINO NURTINY GIORGIO OSPEDALE INFANTILE REGINA MARGHERITA. SANT'ANNA - TORINO GAIANZINO GIUSEPPE SAN LUIGI Dl ORBASSANO FABBRICATORE ANTONIO OSPEDALE CIVILE Dl ALESSANDRIA BE1LANI LAMBERTO OSPEDALE SANTA CROCE Dl CUNEO SCJUUBOSIO LUCIANO OSPEDALE MAGGIORE Dl NOVARA USL BOVERI GIANLUIGI USL 1 (Centra - Borgo Po - Barriera Nizza Mirafiori Sud) TORINO SERRA GUERMANI LAURA USL 2 (Borgo S. Paolo - Mitalion Nord) TORINO MANCINI MAURIZIO USL 3 (Ma donna di Campagna - San Donalo) TORINO MANACORDA CARIO USL 4 (Bar riera di Milano ■ Dora Vanchiglia) TORINO COPPOLA NICOLO7 USL 5 SUSA-COLLEGNO SOLA ALBERTO USL 6 LANZO - CIRIE' - VENARIA TABASSO CARLO USL 7 CHIVASSO RABINO GIORGIO USL 8 CHIERI STABILE LUIGI USL 9 IVREA RISSONE GIOVANNI USL 10 PÌNEROLO MOIRAMO FULVIO USL 12 BIELLA GIACOMANTONIO DOMENICO USL 13 NOVARA VANNINI MARIO USL 14VERBANIA BRAMARDI MARIA M. USL 15 CUNEO BARBIERI GREGORIO USL16M0ND0W CRAVERO SERGIO USL 17 SALUZ20 - SAVIGLIANO FOSSANO MONCHIERO GIOVANNI USL 18 ALBA-BRA ROBOTTIEZIO USL 19 ASTI QUAGLIA CARLO USL 20 ALESSANDRIA NOVARESE GABRIELLA USL 21 CASALE CAVAGLI AHI LUIGI USL 11 VERCELLI AUSTA RICCARDO USL 22 ACQUI - OVADA - NOVI LIGURE II Tar non ha esaminato la nomina del direttore delle Molinette perché fatta dopo il ricorso Enzo Cucco (sopra) e Gian Paolo Brizio ex assessore ed ex presidente della Regione Il dottor Vittorio Di Capua ha presentato il ricorso al Tar -Basta con le nomine clientelano Il presidente della giunta regionale Enzo Ghigo (a fianco) e l'assessore alla Sanità Antonio D'Ambrosio hanno ereditato dalla precedente giunta Brizio la «grana» delle nomine