Lauda Alesi e Berger un anno da idioti di Cristiano Chiavegato

Sul circuito di Hockenheim, il consigliere di Montezemolo mette in riga i piloti delle rosse Sul circuito di Hockenheim, il consigliere di Montezemolo mette in riga i piloti delle rosse Lauda: Alesi e Berger, un anno da idioti «Hanno litigato per settimane e se c'è guerra interna la squadra va male: potremmo sostituirli entrambi» HOCKENHEIM DAL NOSTRO INVIATO Il solito cappellino rosso che non copre le orecchie bruciate dal fuoco, Niki Lauda, nel suo ruolo di consigliere di Luca Montezemolo, fra un volo e l'altro, è una presenza costante in FI. Osserva, parla, a volte si trasforma in ambasciatore. Sa molte cose. Non si può, non interrogarlo sul caso del momento, cioè la trattativa Ferrari-Schumacher. Niki, anche per motivi diplomatici, prima mette la mani avanti. Ma strada facendo non risparmia nessuno e saltano fuori verità imbarazzanti. Allora, Lauda, l'avete preso Schumacher? «Non ancora, non c'è ancora la firma. Per due motivi. Primo: lui non ha ancora deciso se cambiare. Secondo: qualora volesse lasciare la Benetton, deve ancora valutare cosa gli offrono. Ci sono altre tre squadre in ballo, noi gli abbiamo fatto arrivare le nostre proposte. Credo che per Michael sarà difficile. Come capitò a me nel 1977 quando me ne andai dalla Ferrari. Bisogna prendere in considerazione il fatto di dover affrontare una situazione nuova, abbandonare un team con il quale ha avuto un feeling importante. E deve anche fare dei programmi a lunga scadenza». Ma la Ferrari ora quali argomenti può avere per ingaggiare il tedesco? «Non si tratta di soldi. Le squadre interessate hanno i mezzi per ingaggiarlo. Noi per il '96 gli metteremo sul piatto della bilancia una vettura certamente competitiva e un motore completamente nuovo, il '10 cilindri'. Gira da tempo al banco e a settembre sarà montato su una vettura per i primi test in pista. La Ferrari ci lavora intensamente da un anno. E' stata dura ma credo che i risultati saranno buoni. La Benault ha adottato da sette stagioni un propulsore con lo stesso frazionamento, ragion per cui siamo stati obbligati a pensare e costruire qualcosa che sia veramente avanzato, all'avanguardia, come tecnologia e materiali». Qualcuno ha detto e scritto che pensate anche di strappare Dudot, il papà del 10 cilindri francese, alla Renault. «Non credo. Il team dei motoristi sta lavorando bene, è un gruppo affiatato. Non penso sia necessario cambiare. No, Dudot no». Parliamo allora di affiatamento. Durante le soste ai box ultimamente la Ferrari ha avuto dei problemi... «La FI è uno sport difficile, molto delicato. La Ferrari ha una squadra rinnovata, molto giovane. Può capitare che in una stagione ci siano degli inconvenienti, ma stiamo cercando di allenarci, di migliorare. Il team va bene, è unito e lavora». Ancora Schumacher. Perché è meglio averlo in squadra? «Semplice. Perché è il migliore, il più forte, fa la differenza. Guardate il secondo pilota della Benetton... In più è un campione concreto, costante, che porta risultati a casa e che sa sviluppare la vettura. All'inizio dell'anno la sua monoposto non era competitiva, in tre gare è riuscito a riportarla al vertice». Questo significa che Alesi e Berger non sono all'altezza? «La verità è che quest'anno si sono comportati da idioti. La Ferrari era partita bene a inizio stagione. A Montecarlo Jean e Gerhard hanno avuto da dire e per qualche tempo non si sono più parlati. Ai miei tempi con Regazzoni, si litigava pure in pista. Poi ci insultavamo e 10 minuti dopo lavoravamo insieme, per la squadra. Loro sono andati avanti per settimane (e Alesi ha ieri subito replicato dicendo che non è affattto vero che lui e Berger si siano ignorati dopo Montecarlo) e questo non è positivo». Si è detto di Schumacher al posto di Alesi. Anche Berger rischia di perdere il posto? «Gerhard ha sbagliato molto quest'anno, più di Alesi. Il motore spento a Imola, la partenza sbagliata di Silverstone... La Ferrari a questo punto potrebbe cambiare entrambi i piloti. Quando c'è guerra all'interno la squadra va male». A Maranello, dunque, tira aria nuova. Che potrebbe fare più di una vittima. Cristiano Chiavegato Dall'abitacolo della sua Benetton, Schumacher osserva i tempi dei colleghi nelle prove cronometrate

Luoghi citati: Imola, Maranello, Montecarlo, Silverstone