«La camorra entra nell'alta velocità»
Denuncia della commissione Antimafia Denuncia della commissione Antimafia «La camorra entra nell'alta velocità» ROMA. La Commissione antimafia denuncia il rischio-camorra sui cantieri dell'alta velocità Roma-Napoli: buona parte dei 5600 miliardi previsti per la realizzazione della linea ferroviaria potrebbero finire nelle tasche dei clan. La Commissione bicamerale ha esaminato la relazione sulla Campania, evidenziando, tra l'altro, la scarsa attenzione delle autorità e la poca collaborazione della Tav, la società costituita da Ferrovie e privati per la gestione dei progetti. L'indagine era partita dalla segnalazione di intimidazioni nei confronti delle imprese «sane» della provincia di Caserta, dove si snodano 60 chilometri della nuova linea. A insospettire i commissari è stata anche la presenza, nel consorzio Iri-Iricav uno, di alcune società, come la Icla «la cui crisi avrebbe dovuto indurre alla sua esclusione dal novero delle imprese appaltatici». Dal gennaio '95, tra l'altro, la Icla, già coinvolta in tangentopoli, non è stata in grado di pagare dipendenti e fornitori. A ciò si sono aggiunti i sospetti del prefetto di Caserta sul coinvolgimento, nei subappalti, di altre imprese legate alla criminalità. Ai quesiti della commissione l'amministratore delegato della Tav Ercole Incalza ha risposto nel marzo '95 «in modo generico ed evasivo» fornendo l'elenco delle imprese del consorzio e quelle subappaltratici. «Nessuna anomalia afferma la relazione - veniva denunciata in ordine alle procedure di aggiudicazione degli appalti». E la Commissione non esita a definire il comportamento di Incalza «sospetto, deplorevole e omertoso». [r. e. s.) Ercole Incalza amministratore delegato della Tav
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