Gonzàlez arringa tra i fischi di Gian Antonio Orighi

Autodifesa in Parlamento dopo l'accusa di essere il mandante dei killer anti-Eta Autodifesa in Parlamento dopo l'accusa di essere il mandante dei killer anti-Eta Gonzàlez, arringa tra i fischi L'opposizione: dimettiti MADRID DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Dopo aver pervicacemente rifiutato, per anni, di dibattere in Parlamento il più dirompente scandalo del suo dodecennale governo, il «terrorismo-antiterrorista» dei «Gal» (26 omicidi compiuti in Francia, da squadroni della morte, di presunti membri dell'Età dall'83 all'87), dopo aver difeso a spada tratta i sette alti funzionari del ministero degli Interni che hanno riconosciuto il loro coinvolgimento nella «guerra sucia» ed accusano l'Esecutivo e lo stesso premier, ieri mattina Gonzàlez è comparso alla Camera per giustificarsi. Ma la sua credibilità, ormai, è sottozero. La seduta, convocata in sessione straordinaria dallo stesso Gonzàlez, è stata motivata dalle esplosive dichiarazioni della settimana scorsa di Ricardo Garcia Damborrenea, segretario socialista della Vizcaya (una delle tre regioni basco-spagnole) dall'80 al '90. L'ex socialista, popolarissimo in Spagna per la sua belligeranza contro i terroristi baschi, lo aveva accusato di essere stato il mandante dei «Gal». E, davanti al giudice Garzòn, che istruisce il caso dall'87, ha dichiarato, secondo quanto rivelava ieri El Mundo: «Fu il premier a prendere la decisione politica. Mi riunii con lui tre volte per parlare dei Gal». Il premier, in una delle più attese sedute parlamentari degli ulti¬ mi anni (radio-teletrasmessa, in diretta, per tutti i suoi 190 minuti), ha portato avanti, in soli 25 minuti la strategia che ha sempre applicato in tutti gli scandali (e che ha provocato, negli ultimi quattro anni, le dimissioni di sei ministri e due vicepresidenti): ha protestato la sua innocenza. «Compaio in questa seduta straordinaria per l'inquietudine politica e sociale che ha provocato la conferenza stampa di Damborrenea - ha esordito Gonzàlez - Sono cosciente della gravità della situazione. E' completamente falso che io abbia discusso con lui una strategia di "guerra sucia" nella lotta antiterrorista. E' completamente falso che la strategia venne adottata per forzare la cooperazione della Francia nella lotta contro Età». Dopo aver ricordato che Damborrenea si è sbagliato nel datare il sequestro del cittadino francese Marey (scambiato per un dirigente di Età, la prima azione dei Gal), un Gonzàlez nervosissimo ha continuato: «Mi sono riunito con Damborrenea quattro volte e non ho mai parlato con lui di antiterrorismo. La strategia dei Gal era completamente opposta a quella del governo, che riuscì a convincere, nel dicembre dell'83, il presidente Mitterrand a cooperare nella lotta antiterroristica. La logica di Damborrenea è buttar giù il governo eletto dalle urne. E non sarà lui, ma io, che fisserà la data delle prossime elezioni anticipate, che 10 propongo per marzo». L'opposizione lo ha fatto, letteralmente, a pezzi. José Maria Aznar, leader dei popolari, ha tuonato: «La sua spiegazione è inverosimile. Non è compito nostro stabilire la verità penale, che spetta alla magistratura. Il suo è, ormai, uno stile di governo, scandalo dopo scandalo. Lei deve dare una spiegazione, seria, dei fatti provati. Perché non investigò mai i Gal; chi diede la struttura logistica, le armi, i soldi, ai Gal? Lei non spiega mai i fatti che le vengono imputati. Ha l'obbligo, morale e politico di dimettersi subito». Anguita, il leader dei comunisti di Izquierda Unida era stato ancora più pesante: «I Gal hanno sulla coscienza 26 omicidi. La decisione di crearli fu politica e lei è il responsabile. Fino a quando i funzionari dell'Antiterrorismo non parlavano, lei li difendeva. Adesso sono diventati dei calunniatori. E Damborrenea fu un importantissimo dirigente. Se ne vada». Gli unici ad apprezzare il discorso di Gonzàlez sono stati i centristi catalani di Ciu (che, togliendogli l'appoggio esterno, lo hanno lasciato in minoranza), ma hanno posto una condizione: «Deve convincere l'opinione pubblica». E un sondaggio rivela che il 65 per cento degh spagnoli, contro 11 22, crede che Gonzàlez sapeva che i Gal furono organizzati dal ministero degli Interni. Gian Antonio Orighi «Non ho colpe ma sono pronto a indire elezioni per marzo» Il premier Gonzàlez (a des.) e Aznar (a sin.) faccia a faccia alle Cortes

Persone citate: Anguita, Aznar, Cortes, José Maria Aznar, Mitterrand, Ricardo Garcia, Unida

Luoghi citati: El Mundo, Francia, Madrid, Spagna