«Caro Zeffirelli la tua Siviglia sembra Catania»

Il maestro dirige questa sera al Lingotto un concerto contro tutte le guerre Il giornalista del «Pais» contesta praticamente tutto: ambientazione, scenografìa, interpreti «Caro Zeffirelli, la tua Siviglia sembra Catania» Un articolo rovente contro l'opera che ha debuttato all'Arena GLI SPAGNOLI CONTRO CARMEN MADRID. La «Carmen» di Zeffirelli, presentata sabato scorso all'Arena di Verona, è stata stroncata dal quotidiano spagnolo «El Pais», con un titolo al vetriolo: «Zeffirelli ambienta "Carmen" in una Siviglia che sembra Catania». L'autore della recensione è Perù Egurbide, corrispondente del giornale da Roma. Dopo aver registrato il grande successo riscosso sabato, il critico smonta pezzo per pezzo la nuova versione dell'opera di Bizet, rea, insieme a quella omonima presentata a Spoleto dagli spagnolissimi fratelli Saura «di ambientare il dramma in una cornice decisamente lontana dalla Spagna. E' difficile capire se il celebre regista teatrale e cinematografico italiano cercava questo risultato o se questa "Carmen" gli è riuscita così per combinazione - tuona Egurbide -. La fila dei mendicanti che sembrano fare picnic sullo scenario durante buona parte dell'opera, prova la vocazione naturalista della sceneggiatura. Ma il colore grigio, la struttu- ra del paesaggio angusto e perfino la facciata barocca di una falsa Giratela che, nella sceneggiatura disegnata dallo stesso Zeffirelli, rappresentano Siviglia, sembrano piuttosto Catania. Una Catania capricciosamente innalzata sulla collina come il Sacromonte di Granaria e dominata da casette incastonate sui monti come a Ronda». La grande difficoltà di rappresentare «Carmen» in un palcoscenico così sterminato come quello dell'Arena non viene presa in considerazione. Prosegue il grande accusatore: «Su questo orizzonte circolano sigaraie, banditi, soldati, gitani e non, asini, cavalli, con tanta densità e profusione che a volte bisogna sforzarsi per scoprire da dove esce la poderosa voce di Denyce Graves, che è Carmen». Finalmente una lode? Macché. «Graves è la mezzosoprano di successo del momento. La sua "Carmen", però, risulta invece un po' piatta, sia musicalmente sia scenicamente. La statunitense usa poco le sfumature. 0 si scapiglia o tende ad essere statica. I suoi gesti hanno frequentemente una violenza gratuita e dalla sua interpretazione esce una Carmen infuriata». I costumi, poi: «Neppure gli abiti aiutano ad evocare la Spagna. Persino vecchie vestite di nero alla siciliana che ricordano il Risorgimento ed una certa pittura italiana di fine secolo invece che Goya». Egurbide elogia sì il tenore Larin, ma bacchetta: «I capricci dei costumi aggiungono difficoltà alle sue limitate doti sceniche». Osanna incondizionati solo per i suoi connazionali Justino Diaz e i ballerini Lucia Real ed El Camborio. Gian Antonio Orìghi Zeffirelli criticato dal «Pais»: «Non mi piace l'accostamento con Saura»