Extracomunitari senza nome di Già. Bra.

Extracomunitari senza nome L'ori. Luca in visita alle Vallette: «La situazione interna è drammatica» Extracomunitari senza nome Nel pianeta-carcere s'innesca un'altra «mina» Nella prigione delle Vallette, al di là dei rischi ormai cronici del sovraffollamento e della scarsità di personale, cova una nuova, pericolosa miccia: quella innescata dagli extracomunitari che rifiutano di dichiarare le proprie generalità e, scontata la pena, scompaiono in una solitudine che ha l'illegalità e la delinquenza come sbocchi inevitabili. L'ha denunciato ieri mattina l'onorevole Mimmo Luca del gruppo progressista, al termine di un sopralluogo con il direttore del patronato Acli Raffaele De Leo. Gli extracomunitari sono 500 su 1500 carcerati. E quelli che si rifugiano nell'anonimato non possono ricevere posta o amici e sono esclusi per legge da ogni lavoro interno. Chi tra loro ò tossico o sieropositivo, quando uscirà di galera, sarà abbando¬ nato a se stesso. «Con un risultato inevitabile: il ladruncolo di ieri sarà il delinquente di domani». E poi c'è il sovraffollamento: punte di 130-140 carcerati su materassi a terra nelle sale di colloquio per avvocati e magistrati; celle nate per una o due persone con tre letti a castello e due materassi sul pavimento. C'è il sempre più risicalo letto degli straordinari previsti per i 700 dipendenti che rende problematica anche la prossima inaugurazione di alcuni nuovi locali per altri 210 posti. Ma alle Vallette sono anche in atto progetti encomiabili, dai giovani che vogliono uscire dal tunnel della droga affidati al gruppo Arcobaleno di don Fini sino ai carcerati sani che convivono volontariamente con i sieropositivi con l'appoggio del gruppo Abele. [già. bra.]

Persone citate: Mimmo Luca, Raffaele De Leo