E la statale 460 può attendere
Nessun progetto per i punti critici dell'arteria che attraversa l'Alto Canavese Nessun progetto per i punti critici dell'arteria che attraversa l'Alto Canavese E la statale 460 può attendere L'Anas: solo interventi nel tratto montano Nel futuro della statale 460, l'asse viario più importante dell'Alto Canavese con 1 suoi settanta chilometri, da Torino a Ceresole, non ci sono interventi di raddoppio o sistemazione. 0 meglio: i pochi che l'Anas potrebbe fare sono tutti nella zona alta, da Pont a Ceresole. La parte bassa, almeno per ora, non sarà inserita in nessun piano di intervento. L'annuncio lo ha dato il direttore del compartimento Anas di Torino, l'ingegner Luigi Simonini, presente ieri pomeriggio ad Ozegna alla riunione dei sindaci canavesani interessati dal passaggio della statale. «L'ho percorsa personalmente - ha spiegato Simonini - e ho appuntato tre zone di intervento, quelle più critiche che si possono risolvere recuperando i finanziamenti necessari anche tra le pieghe di bilancio». Ed eccoli i tre lavori «importanti» Anas: la galleria paramassi di località Arianas, dopo Sparane; la strettoia Frera e la «variante di Noasca», ovvero la sistemazione della pista costruita nel'92 dopo la caduta sulla carreggiata di alcuni massi. Nient'altro. «Se dovessimo ha spiegato Simonini - sistemare, allargando o costruendo varianti, tutta la 460 allora in Piemonte, per anni, non ci sarebbero più soldi per fare altri interventi. Né piccoli, né grandi». Della variante di Rivarolo, di allargamenti e sistemazioni nei punti critici l'Anas non ne ha fatto accenno. «E dire - ha spiegato il senatore Bruno Matteja, organizzatore dell'incontro che questa arteria ò di fondamentale importanza per lo sviluppo e la crescita dell'alto Canavese. In un momento come questo, in cui si parla di risorsa turistica de! nostro territorio, di accoglienza dei visitatori, il nostro biglietto da visita è una statale rischiosa, teatro di incidenti e in certi punti stretta fino a tre metri». I dati portati da Giuseppe Chiarello, membro del «Comitato spontaneo statale 460», parlano chiaro. Le zone cosiderate «a rischio», da Ceresole a Lombardore, sono tredi- ci. Tra queste il centro di Rivarolo, gli incroci con Bosconero e la frazione Mastri, la zona «Pedaggio» di Cuorgnè. «Abbiamo fatto - ha detto Chiarello - anche uno studio che dimostra come ogni giorno il transito medio di veicoli sia di almeno 15 mila unità. Un numero che aumenta in modo esponenziale nei giorni festivi d'estate». Come uscire da questa situazione - di fatto bloccata dopo le affermazioni dell'Anas - e un altro discorso. «Fino al'92 - ha spiegato il senatore Eugenio Bozzello - c'erano progetti di viabilità canavesana inseriti sia nei piani decennali che quelli triennali. Dopo di allora non c'è più stato nulla: nessuno ha più sollecitato lavori o interventi. Ora è giunto il momento per amministratori e politici di tornare a farsi carico di queste questioni». Come dire che la statale 460 può attendere. Lodovico Poletto Paramassi sopra Sparane, la strettoia di Frera e la variante di Noasca opra Sparane, ettoia di Frera ante di Noasca *#t«. Il senatore Bruno Matteja: a fianco la statale 460 all'altezza dell'incrocio con Bosconero, considerato uno dei punti a più alto rischio dell'intera arteria
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