Indurain il futuro non sarà mio
Dopo il suo pokerissimo in Francia, il navarro guarda avanti e promuove a sorpresa solo Zuelle e Berzin Dopo il suo pokerissimo in Francia, il navarro guarda avanti e promuove a sorpresa solo Zuelle e Berzin Indurain: il futuro non sarà mio E Miguel boccia anche Rominger e Pantani IPARIGI NGOZZATO di domande, Miguel Indurain ha per tutti distinte e cordiali risposte. Anche quando, lasciata la vecchia casa dopo il matrimonio, gli chiesero se vivere con una moglie fosse diverso dal vivere con una madre, dimostrò d'aver avuto una buona educazione. Avendogli già chiesto anche il numero di taglia delle sue mutande, vediamo che cosa gli si potrebbe ancora chiedere. E' contento del fatto che l'anno prossimo vincerà il sesto Tour? «Fui veramente contento soltanto quando vinsi il primo». Ma il sesto lo potrebbe vincere, o no? «Forse potrei, forse non potrei. E più facile vincere il quinto Tour consecutivo che riapere se. vincerò il sesto». Ritiene che il pubblico sia contento delle sue straripazioni? Le capita mai di pensare che magari preferirebbe che straripasse qualcun altro? «Tra me e un altro io preferisco me e la cosa ha una certa importanza». Come la vede la sfida al Tour del futuro? Diciamo al Tour seguente alla sua settima vittoria. «Sono diventati sette? Prima di stasera ne avrò vinti otto. Sarà un duello tra Zuelle e Berzin». Il Tour non ha fatto bene alle gambe di Berzin ma ci si augura che gli abbia almeno fatto bene alla testa, gli abbia fatto capire meglio come gira la vita. Lei che ne dice? «Dico che Berzin ha fatto soltanto mezzo Tour. Speriamo che gli basti». E Zuelle? «Si è completato, fortificato, crede di più in se stesso». E' un fenomeno. Uno che, completato e fortificato, prende 4'35" in classifica da un Indurain da passeggio, e malgrado questo aumenta la fiducia in se stesso, è un tipo da incorniciare. «Un buon tipo di passista che va bene anche in salita e a cronometro. Zuelle contro Berzin, ecco il prossimo duello». Rominger definitivamente trombato. «Ho molta ammirazione per Rominger, ma il futuro non appartiene né a me né a lui». Rominger è il titolare del record dell'ora. «Capisco, vorreste una mia replica. Ma un record dell'ora non si prepara in una settimana. Non si prepara nemmeno in due settimane. E' una faccenda lunga, un sacrificio. Devo meditare, vagliare. Deciderò». E l'affetto per Chiappucci? «Beh, che cosa ho detto di strano? Consultate classifiche, ordini d'arrivo. Chiappucci è stato in questi cinque anni il mio rivale più fiero e costante». Che cos'è che ammira in Chiappucci? «Ammiro il fatto che in questi cinque anni, e cioè così a lungo, perché cinque Tour non sono uno scherzo, sia stato il rivale più fiero e co-ìh stante». La salita del ,,. Val Louron nel '91 e poi il Sestriere e poi Pau: ha scelto bene, scegliendo Chiappucci. «Già, io e lui sul Louron. Lui vince la tappa, io prendo la maglia gialla. Il vecchio Chiappucci. Sul Louron e in molti altri posti». La vicenda Bugno? «Mi addolora, gli voglio bene». E perché a Chiappucci e a Bugno sì e a Rijs no? «E chi l'ha detto che non voglio bene a Rijs?». La gente alla quale vuole bene, lei la prende sempre a randellate? «Randellate?». Il povero Rijs a un certo punto era a tre, quattro minuti dai suoi bastioni. A forza di attaccare, attacca e riattacca, è finito a 6' 47". Com'è questa storia? «E' la storia delle corse». A Mende, il giorno di Jala- bert, fuga e vittoria, ha avuto un po' paura. «Paura di che? Non ho avuto nessuna paura. Mi preoccupavo che la squadra non si sforzasse troppo». Se è per questo, non si è sforzata per nulla. «Signori, voi esagerate. La mia squadra ha resistito intera sino alla fine del Tour. Controllate le altre. Non si vince un Tour da soli, non si vince se la squadra non è valida». Lei dà l'impressione di vincerlo comodamente senza bisogno degli aiuti di Ruè, di Gonzales o di Aparicio. «Sciocchezze». Così dicono i suoi rivali. «Ma è solo un'impressione». Che impressione le ha fatto Pantani? Lei mette Zuelle e Berzin nel futuro e non ci mette Pantani. Perché? «Perché ritengo che Berzin e Zuelle siano più attrezzati, più adeguati a un ciclismo che ha perso certe caratteristiche e ne ha assunte altre». Che cosa darebbe per vincere una classica in linea? «Ma l'ho già vinta. La Clasica di San Sebastian». (Ineguagliabile. Dice che ha vinto una classica, la Clasica di San Sebastian e non ride, non gli viene da ridere). E una Sanremo, un Lombardia, un Giro delle Fiandre? «Ognuno al suo posto. A me il mio non dispiace». Tutti la rispettano, un ossequio corale. «No. Uno scambio. Io rispetto gli altri e gli altri, gliene sono grato, rispettano me». Gianni Ranieri «Mi spiace per Marco però il romagnolo non è molto adatto a questo ciclismo» 1 Indurain sul podio con suo padre La mano aperta è eloquente: 5 trionfi A lato Pantani, che ha concluso al 13° posto ma ha (atto due grandi imprese sulle montagne Sotto Rominger, vincitore del Giro d'Italia: al Tour era uno dei favoriti
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