Graves, l'amore segreto

Graves, l'amore segreto Graves, l'amore segreto A cent'anni dalla nascita, scoperte 35 lettere Svelano la passione del poeta con la sua infermiera LONDRA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE L'amore segreto ha un nome e un volto. Improvvisamente, dopo tre quarti di secolo; e già schiere di studiosi si domandano se sia tutta da rivedere l'analisi critica delle poesia di Robert Graves, di cui proprio in questi giorni si celebrano i cent'anni dalla nascita. Perché quella donna, un'infermiera conosciuta in modo molto hemingwaiano in un ospedale di Oxford, dove lui era stato ricoverato per le ferite ricevute al fronte nella Prima guerra mondiale, potrebbe essere stata la musa ispiratrice di alcune sue poesie giovanili che si credevano finora rivolte a un compagno di scuola, ma anche la cartina di tornasole di una sessualità incerta e tormentata (pri- ma che con due mogli mettesse al mondo otto figli). Di Marjorie lo stesso Graves aveva fatto un breve e quasi anonimo accenno nell'autobiografia del 1929, Goodbye to All That. Ma ora riemerge dalle pieghe del tempo come Marjorie Machin, una ragazza originaria del Kent, che nell'ospedale di Oxford rimase dall'agosto 1916 al settembre 1918 e che durante la Seconda guerra sarebbe anche diventata colonnello delle ausiliarie nelle forze territoriali. E' morta nel 1978, all'età di 80 an¬ ni, zitella senza parenti, appassionata di arte drammatica e innamorata del suo cagnolino, portando con sé il grande segreto. A rivelarlo sono invece un fascio di 35 lettere scritte da Graves a Ken Barrett, un militare suo subalterno, un'«anima sensibile» per cui il poeta provava un inconfessabile affetto. «Sei l'unico che sa della ragazza Machin», gli scrisse. Barrett sarebbe scomparso dalla vita di Graves, probabilmente per la tempestosa gelosia di Laura Riding, musa e amante negli anni successivi al divorzio del poeta (1929) dalla moglie Nancy Nicholson, che - confessò Graves - «mi ha fatto litigare con tutti». Ma le lettere - le uniche superstiti di carattere intimo, perché quelle a Siegfried Sassoon parlavano solo di poesia e la prima moglie aveva distratto tutte le lettere d'amore - sono rimaste, anche dopo la morte di Parrett nel 1975, in un cassetto di sua figlia Gay. Ricompaiono quasi a celebrare il centenario. Scritte fra il 1917 e il 1933, toccano i più disparati argomenti: il suo amico T. E. Lawrence, di cui Graves avrebbe scritto nel 1927 la biografia utilizzata poi per il film Lawrence d'Arabia; le difficoltà finanziarie (1933) mentre scriveva il suo romanzo di maggiore successo, Io, Claudio («Ho 16 sterlme per vivere fino a maggio, tutto è impegnato ed è mia madre a mantenere i miei quattro figli»); e soprattutto Marjorie. «Non era bella, ma era vivace, intelligente, alta e ordinata», ricorda Jess Hutchinson, per cinquant'anni amica di quell'amore segreto del grande poeta: «Era stata educata da una governante e c'era qualcosa in lei di un'epoca passata. Avevamo la sensazione che ci fosse stato un uomo speciale nella sua vita, ma non ha mai parlato di Graves». Perché l'amore si spense? Perché lei era «scostante», oppure «comandina e in qualche modo un po' mascolina», come la ricordano le amiche? No: per l'eterno triangolo. Marjorie era fidanzata a un militare che combatteva in Francia. ((Avevo visto che cosa si provasse a essere in Francia e avere un rivale a casa», scrisse Graves nell'autobiografia. Ma una delle lettere a Barrett è più rivelatrice: «Ho scoperto che voleva bene a qualcun altro e le ho detto addio. La cosa più triste è stata scoprire, dopo, che voleva altrettanto bene a me», [f. gal.] Robert Graves. il suo grande amore segreto si chiamava Marjorie Machin

Luoghi citati: Francia, Ken Barrett, Londra