Barbie la sinistra ripudia la bambola sexy

Barbie/ la sinistra ripudia la bambola sexy GIOCHI DI DESTRA Il giornale del pds: il giocattolo della Mattel, in 35 anni, ha venduto più copie che la Bibbia nei millenni Barbie/ la sinistra ripudia la bambola sexy L'Unità: «La rivalutazione delle femministe è stata un errore» CHE Big Jim fosse un po' fascista i bambini degli Anni Sessanta lo avevano sospettato, quando il pupazzone di plastica muscolosa si era inserito nei loro giochi fatti di figurine e automobiline di metallo pressofuso. Della Barbie, i bambini degli Anni Sessanta non si curavano troppo: roba da femmine, roba di serie B. Da allora però, il «dibattito politico» sulla bambola dalle misure più sexy della storia (8 centimetri di vita, 13 di fianchi, addirittura 14 e mezzo di senonel si è fatto serrato. Quasi quanto quello su Tex Willer o Diabolik: di destra perché fatta per le bambine ricche, di centro perché piena di sogni piccolo-borghesi, di sinistra perché rivalutata dalle femministe che vedevano nella tenuta e accessioriatissima Barbie il prototipo della donna che lavora, libera e indipendente. L'ultima tappa, nel clima estivo di una politica affogata nel caldo, sull'Unità di ieri. «Dal 1959 al 1991 la Mattel ha venduto 650 milioni di bambole in tutto il mondo - scrive il quotidiano del pds -. Forse neppure la Bibbia, in giro da millenni, ha avuto maggiore diffusione». Il tutto in nome del più sfrenato, e velatamente berlusconiano, consumismo all'americana. L'intervento dell'Unità non è la solita interpretazione trasversale di oggetti e letture destinale ai bambini (tempo fa, una storia di Topolino fu accusata da un mensile vicino all'Opus Dai di essere berlusconiana perché in una avventura am¬ bientata in Italia il sindaco leghista di Milano era stato disegnato con una faccia da maiale somigliantissima a quella di Formentini). E' una recensione a un saggio di Marianne Debouzy pubblicato su Acoma, una nuova rivista dedicata agli studi sul Nordamerica. Ed è proprio la Debouzy a bocciare senza appello («troppo intelligenti») le rivalutazioni sinistrorse della bambolona. Simili, peraltro, alla recentissima celebrazione di Ambra firmata dalle femministe di Noi Donne. «Barbie - scrive - diventa legittimamente un punto di incontro tra assorbimento e creazioni; di desideri, modelli, aspirazioni, che impregnano certa cultura americana e mondiale. Dagli Anni Cinquanta a oggi Barbie segue tutte le mode, continuando a rilanciare, di volta in volta aggiornato, il suo imperativo invariabile: "Sii ricca, bella, popolare. E soprattutto divertiti"». C'è di più: Barbie è adulta non tanto perché alle bambine (e anche ai maschi, a dire il vero, che hanno rivalutato la bambolona e i suoi accessori) piace sentirsi grandi. Barbie è adulta perché gli Stati Uniti hanno maturato «l'inaccettabilità delle età non produttive. Chi non produce non esiste. A meno che non consumi: di qui gli infiniti vestiti di Barbie, che invita le bambine a conformarsi alle mode». A questo punto non ci sono più dubbi: Barbie è di destra. Magari del Ccd, come Ombretta Fumagalli Carulli, che sembra la sua immagine vivente e matura. Resta il dubbio su quali siano i giochi por i futuri uomini di sinistra. Esperti con le risposte pronte non ce ne sono. Ma un suggerimento arriva dall'onnipotente Internet, dove c'è un archivio dedicato al Didò, la versione ecologica e moderna della pasta che i bambini degli Anni Sessanta chiamavano Pongo. Tra i diversi modi per giocare ci sono pure le istruzioni per costruirsi una bomba a base di Didò. Qualcuno ha già fatto saltare un pezzo della sua scuola. Altro che le molotov di D'Alema. (g-,tib.l «Insegna alle bambine che chi non produce non esiste, a meno che non consumi...» La bambola Barbie e la giovanissima soubrette Ambra

Persone citate: D'alema, Didò, Formentini, Ombretta Fumagalli Carulli, Simili, Tex Willer

Luoghi citati: Italia, Marianne, Milano, Nordamerica, Stati Uniti