Tel Aviv strage alla Borsa dei diamanti di Aldo Baquis

La folla tenta di aggredire Rabin. Il presidente Weizman: non trattiamo più con Arafat La folla tenta di aggredire Rabin. Il presidente Weizman: non trattiamo più con Arafat Tel Aviv, strage alla Borsa dei diamanti Kamikaze palestinese fa saltare un bus, cinque morti TEL AVIV NOSTRO SERVIZIO Un militante del braccio armato del movimento islamico palestinese Hamas ha seminato la morte ieri nel pieno centro di Tel Aviv, presso i grattacieli della Borsa dei diamanti, facendo esplodere una bomba dentro un autobus di linea. L'attentato che è costato la vita di sei persone, incluso il terrorista, e ha provocato il ferimento di circa 30 passeggeri - era stato progettato da settimane e concepito per provocare le più gravi ripercussioni politiche possibili. Proprio oggi - secondo un'intesa ormai superata dagli eventi - Israele e l'Autorità nazionale palestinese avrebbero dovuto firmare un'intesa sull'estensione dell'autonomia alla Cisgiordania. «Lo scopo dei terroristi omicidi di Hamas e della Jihad islamica è quello di bloccare definitivamente il processo di pace», ha affermato il premier Yitzhak Rabin. «Ma noi siamo determi- nati a non elargire loro quanto vorrebbero. I negoziati con i palestinesi saranno sospesi solo per consentire lo svolgimento dei funerali delle vittime. Poi riprenderanno con maggior foga, nella convinzione che un accordo sulla Cisgiordania sia raggiungibile e realizzabile». Da Gaza, anche Arafat ha condannato l'attentato terroristico, ha condiviso la sensazione che i mandanti intendessero sabotare il processo di pace e ha esteso le sue condoglianze alle vittime. Il kamikaze palestinese ha agito alle 8,35 di mattina quando l'autobus della linea 20 si è avvicinato a un importante incrocio stradale, piuttosto congestionato data l'ora di punta. L'uomo aveva con se un ordigno del peso di alcuni chilogrammi, rinchiuso in un tubo di metallo e farcito di chiodi. Gli è bastato schiacciare con un tocco lieve un contatto elettrico per scatenare l'inferno. Sull'autobus si trovava Anat Shem-Tov, un'abitante di Tel Aviv sopravvissuta per miracolo all'attentato avvenuto nell'otto¬ bre scorso nella centrale via Dizengoff, in un autobus di linea. «Quella volta - ha detto, ormai ammaestrata dall'esperienza la deflagrazione fu molto più potente»: l'ordigno allora pesava decine di chilogrammi «Dopo esperienze del genere - ha aggiunto - si comprende quanto sia in bilico la nostra vita e si impara a gustarla di più». «Dentro l'autobus sventrato ha detto Zak, uno dei soccorritori - c'era un lago di sangue. I feriti erano riusciti a uscire, sostenendosi a vicenda, ma sul pavi¬ mento giacevano alcuni cadaveri a pezzi». Il cadavere del kamikaze palestinese era sventrato, ma il suo volto era ancora intatto. Fra i primi a salire sul bus sono stati dunque gli uomini dei sei-vizi segreti che lo hanno ripreso a lungo con una videocamera e si sono affrettati a confrontare la sua immagine con quelle conservate in una banca dati. In serata l'uomo non era ancora stato identificato con certezza. Dentro il relitto dell'automezzo, su un seggiolino, e rimasto perfettamente eretto il cadavere di un'anziana signora con i ca-' pelli chiari e un vestito estivo Vista da lontano, sembrava appisolala. Per mezz'ora nessuno, tranne gli artificieri, ha osato avvicinarsi nel timore che il terrorista avessi; gettato o celato bombe a mano Passato il pericolo, il corpo della donna e stalo finalmente coperto e nell'automezzo sono (Mitrati ì volontari di un'associazione di ebrei ortodossi specializzati nel recuperare anche i più piccoli brandelli di empi umani, per facilitare all'I stituto ili medicina legale il riconoscimento delle vittime Indossate une bianche di plastica i rabbini ortodossi hanno setacciato minuziosamente l'automezzo colpito: il loro incedere all'interno del relitto - mentre centinaia di persone osservavano in silenzio - pareva quello di fantasmi, Di fronte a tanto scempio il c.ipo dello stato Ezer Weizman ha invocato la sospensioni- dei negoziati con ì palestinesi Anche da destra si chiedono le dimissioni di K.iìisii e l'indizione di nuove elezioni prima della conclusione di nuovi accordi con i palestinesi. Ieri sia Kabul, sia il ministro della Polizia Moshe Sballai, sia il capo di slato maggiore Aniiion Lipkin Shahak sono stati duramente contestati da una folla dolènte e inferocita Robin ha stretto le mascelle «Non possiamo arrenderci agli umori dèlia folla. Nonostante tutto, dobbiamo andare avanti» Aldo Baquis

Persone citate: Aniiion Lipkin Shahak, Arafat, Arafat Tel Aviv, Ezer Weizman, Rabin, Shem, Weizman, Yitzhak Rabin

Luoghi citati: Cisgiordania, Gaza, Israele, Kabul, Tel Aviv