Sarajevo scopre i cannoni francesi

Sarajevo scopre i cannoni francesi Gli uomini della Forza di intervento aprono il fuoco dal monte lgman, i serbi: morti 20 civili Sarajevo scopre i cannoni francesi / Caschi blu bombardano la caserma di Mladic SARAJEVO DAL NOSTRO INVIATO Gli artiglieri inglesi del Dorset e Devon e la Legione straniera sono lassù, sull'Igman, a proteggere la zona protetta. Qui sotto non co ne siamo ancora accorti visto che le granate continuano a cadere, gli assediati a morire, la gente a rintanarsi e qualsiasi alimento a salire vertiginosamente di prezzo. Eppure qualcosa sta per accadere, anzi e giù accaduto. Mentre gli occhi di tutto il mondo si puntavano sull'avanzata dei «liberatori» qui l'altra notte si ò verificato un fatto senza precedenti. Ai soliti, scontati morti di Sarajevo (quale impressione volete che facciano novo persone, fra cui due bambini, uccise nello ultimo ore dai bombardaménti?) so ne sono aggiunti altri. Venti, dicono rabbiosi gli assediatiti, venti civili serbi. Non che le vittime sorbe pesino più di quello bosniache: il fatto e che questa volta ad uccidere sono state le bomho dell'OnuÀ1 Bombe francesi, per l'esattezza: novanta granato che l'altra notte il contingente francese dell'Orni ha scaricato dalla cima doll'Igman con mortai da 120 millimetri. Quello batterie erano li da mesi, anche se utilizzate molto di rado: quando della «Forza di reaziono rapida» non si ora vista neppure l'avanguardia, son state puntate sui quartieri di Lukavica, llidza, Gornj Kotorec e Kasindal in risposta all'attacco piovuto poco prima sulle basi francesi in città. Della risposta a fuoco si sapeva, quel che si ignorava del tutto ne erano le proporzioni e soprattutto gli effetti. «Abbiamo tirato novanta granato», ammette adesso il tenente colonnello Dubois, portavoce del contingente, «dirette tutte sulla caserma serba di Lukavica». Il quartior generale di Ratko Mladic risponde affermando che intorno alla ca- serma (quelli di Gornj Kotorec e Kasindal sono in effetti quartieri limitrofi) sono state raggiunte anche molte caso, e molti innocenti sono morti. «Il contingente francese ha compiuto un vero e proprio atto di guerra», accusa adesso Radio Pale. «Con questo bombardamento indiscriminato gli ex «peace keepers» hanno marcato una scelta di campo lasciando capire a chiunque da che parto stanno». Naturalmente, i serbi aggiungono che non orano stati loro a bombardare l'accampamento francese ma i bosniaci, maestri in provocazioni. Quest'ultima affermazione è chiaramente falsa, la reazione francese (o dello Nazioni Unito?) e scattata solo quando la provenienza del fuoco era stata determinata con esattezza. Piuttosto c'è un dettaglio che non collima: i francesi dicono di aver tirato novanta granate, i serbi di averne ricevute sulla tosta novantotto. Alzi la mano chi indovina a chi accreditare la differenza. Mentre ancora risuonano gli squilli deH'«arrivano i nostri», c'è bisogno d'altro por capire come la situazione dei guerrieri d'Occidente già cominci a farsi insostenibile? La prima forza d'attacco mai sbarcata nella ex Jugoslavia - forza inglese, forza francese, forza dell'Olili - ha fatto muovere blindati e cannoni dopo la morto di duo caschi blu. Può adesso assister!! indifferente alla morte di centinaia di civili? Ieri sera Haris Silajgic, vice premier del governo bosniaco, l'ha detto alla radio con frasi particolarmente taglienti: «Ab¬ biamo inviato una lettera a tutti i governi occidentali: domandiamo loro se l'ultimatum cosi com'è stato formulalo significa che lo Nazioni Unite reagiranno, avanzeranno, bombarderanno solo se a morire saranno i loro uomini o i bosniaci circondali a Gorazde. Nelle ultime ore, contro Zepa si o scatenato l'attacco di almeno novemila calnicks, contro lo nostre truppe e i civili asserragliati la si stanno usando armi chimiche, in duo giorni e mezzo a Sarajevo ci sono slati più di venti morii e i forili sono novantasetto, (ih aggressori sono dunque liberi di continualo dovunque i loro massacri, purché i caschi blu restino tranquilli o Gorazde non sia toccata?». E' una domanda che cominciano a porsi in molti. Altri domandano so la reazione sarebbe stata cosi rapida nel caso in cui anziché altri due francesi a morire fossero stati due caschi blu turchi, sotto pachistani, quindici malesi. Comunque la si osservi la condizione degli ottocentocinquanta uomini schierati sull'Igman (il dubbio rimane intatto: forza, inglese, l'orza francese, l'orza dell'Qiiu?) nel volgere di pochi giorni rischia di l'arsi difficilissima. Altro e .«osservare»,da lontano senza mozzi adeguati ad una risposta, altro tramutarsi in guardoni, assistere immobili a un massacro che continua, e al consumarsi di una popolazione tramutata in bersaglio di un tiro a segno disgustoso. Quanto all'identità dei guerrieri dell'Igman, un dettaglio dice più di ogni sonilo distinguo sulla collocazione, l'identità e le lineo di comando nella Frr. Ieri i 500 legionari francesi sono giunti da Tomislavgrad solo verso le cinque del pomeriggio; con sette ore di ritardo: ora accaduto che l'esercito bosniaco li avesse bloccati per questioni definite «di sovranità territoriale». Semplicemente, una parte dell'auto colonna francese muoveva inalberando orgogliosamente le insegne della «Legioni) senza pero alcun segno luna bandiera, una larga, i blindali dipinti di bianco) che la collegasse alle Nazioni Unite. Qual e dunque la «rapid reaction» che la forza anglo-francese sarà in grado di attuare? Meglio, sarà la reazione a che cosa? Una volla esaurita la prima parte del dispiegainento, piazzate le duo batterie inglesi da 105 ed i cannoni francesi da 155 - le primo armi pesanti che la forza multinazionale schieri nella ex Jugoslavia - a clan? una risposta provvederanno i latti. E ì fatti cominciano ad assumerò un ritmo sempre più convulso. Nella violenza montante dei bombardamenti e delle accuso, comincia a farsi strada anche un mistero. L'altro ieri Pale, la «capitale» dei serbo-bosniaci era stata squassata da una misteriosa esplosione, ieri ne sono stalo udito altre cinque. Ogni volta si parla di incursioni degli aerei Nato (o dei caccia francesi), ogni volta la Francia e la Nato smentiscono. Adesso però smentiscono anche i bosniaci: «Quelli non sono i nostri colpi di cannone: abbiamo cosi poche munizioni da essere obbligati a riservarle alle installazioni militari. Forse fra i serbi è in atto una lotta intestina». La disinformazione galoppa: resta solo da capire chi schiaccerà il bottone che scatenerà lo scontro, o se come avvenuto altre volte, all'ultimo momento i serbi si lasceranno convincere ad un arretramento tattico. Il ministro degli Esteri russo, Andrei Kozyrev e Vitali Churkin, il suo ministro a Bruxelles, da ieri sono a Belgrado per trattare con Slobodan Milose vie. Giuseppe Zaccaria Sihijgic: il palazzo di vetro deve dirci se spareranno anche per gli assediati di Zepa La radio di Karadzic accusa «Venti morti, ora sappiamo con chi sta l'Onu» PROVATE A GUARDARLI NEGLI OCCHI !» ■la conquista dei serba bosniaci dell'enclave "proietta" di Srebrenica è stata oiinc la calala dei barbari settemila abitami della una mancano all'appello I terbi hanno commesso violazioni orribili e su casta scala dei diriiti umani, che fiossono essere definite soltanto come barbare, aggressioni ai danni di civili innocenti, uccisioni e stupri /" una immane tragedia Mentre accadeva tutto questo a Londra non una sola pai ola e siala spesa su /.epa Spero che i leader mondiali riescano a guardare negli occhi la gente di quella citta perche su di loro sta abbattendosi la stessa tragedia di Srebreim ci» Tadeutl Maiowitlkl Un bambino in lacrime nel campo profughi di Tuzla. A centro pagina uomini e mezzi della Frr (fOTO ANSA REU7ERJ

Persone citate: Andrei Kozyrev, Dubois, Giuseppe Zaccaria, Karadzic, Mladic, Ratko Mladic, Slobodan Milose, Vitali Churkin

Luoghi citati: Belgrado, Bruxelles, Francia, Jugoslavia, Londra, Sarajevo