Giallo nei cieli di Pale di Enrico Benedetto

Giallo nei deli di Pale LA GUERRA SEGRETA Giallo nei deli di Pale «Un Mirage ha bombardato la città» UPARIGI NA misteriosa deflagrazione domenica, altre cinque ieri pomeriggio. Pale, la finora quasi inattaccabile cittadella dei serbi bosniaci vive da 48 ore, e su piccola scala, la psicosi che le sue truppe hanno inflitto a Sarajevo negli ultimi 3 anni. E il giornale parigino «Liberation» azzardava ieri una clamorosa spiegazione. Perlomeno dietro il primo scoppio vi sarebbe la mano di... Jacques Chirac. Scrive «Libé» che dalla sua tournée in terra africana il leader francese avrebbe ordinato un raid quale rappresaglia contro i serbi che avevano ucciso - poche ore prima - due caschi blu transalpini. L'obiettivo era simbolico. L'Eliseo intendeva colpire una «residenza» appartenente «all'entourage di Karazdic». In definitiva sembra dunque che proprio la presidenza serba fosse il primo destinatario del minaccioso regalo. Aggiunge, «Liberation», come per essere sicuri di centrare l'edificio, l'aereo militare che l'avrebbe sganciata sia ricorso a una bomba-laser. Altra astuzia, l'avventurarsi nel cielo bosniaco dietro un Mirage IV in missione fotografica. I radar serbi avrebbero dunque individuato il velivolo innocuo ma non quello che ne utilizzava la scia. L'idea era ingegnosa. E i due apparecchi l'avrebbero sfruttata per rientrare alla base (Mont-de-Marsan, in Aquitania) senza il minimo danno. Più grave il bilancio serbo. L'ordigno 1000 chilogrammi - avrebbe centrato lo stabile. Ma non abbiamo ragguagli su eventuali vittime. Il presunto scoop non poteva che attirarsi le folgori dell'Eliseo. La cui portavoce le definiva ieri, via radio sin dalle 8 - prima che l'aereo con Chirac e lo staff presidenziale a bordo atterrasse in Francia - «un falso». Analoga smentita formula il ministro alla Difesa Charles Millon. Che, tuttavia, in filigrana appare meno perentorio dell'Eliseo. «Se l'informazione fosse esatta - dice si¬ billino - s'inscriverebbe in una giustificabile replica alle logiche guerriere serbe». Ma poi rileva che solo l'Unprofor - e non i francesi con iniziative unilaterali - contrastava l'altro pomeriggio le provocazioni omicide del generale Mladic. Un minimo dubbio sopravvive comunque (scriveva ieri pomeriggio «Le Monde» alla versione ufficiale transalpina. E l'ambiguità, peraltro, diviene più comprensibile se esaminiamo i retroscena. Chirac stesso era parso auspicare attacchi contro la «barbarie serba». Citando, fra l'altro, «una caserma presso Sarajevo» quale possibile installazione da tenere nel mirino. Alcune voci accreditavano inoltre la tesi secondo cui a fianco del responso finale - peraltro assai incolore - il summit londinese avrebbe messo a punto protocolli «top secret». Per accrescere la pressione sui serbi con l'unico linguaggio che sembri riscuotere eco a Pale: la violenza. La Francia, in ogni caso, ha da ieri sera uno strumento più idoneo per esercitare deterrenza sugli uomini di Mladic. La Frv. Le sue avanguardie franco-britanniche hanno preso posizione intorno a Sarajevo. Un nucleo duro - 500 uomini circa - dovrebbe assumere il controllo del monte Igman. Gli altri, 900, coprire l'operazione assicurandone logistica, sicurezza, infrastrutture. L'Eliseo, che non tradisce una parziale insoddisfazione verso l'accordo di Londra, pungola gli alleati. E chiede loro massima fermezza. Bisogna replicare alle offensive serbe che mettano in pericolo le enclaves musulmane «senza indecisioni o ripensa- menti». Il Quai d'Orsay, apparsesulle prime meno pugnace, si adegua. E i militari francesi in Bosnia condividerebbero in pieno la nuova linee. Bombe o meno, Parigi vuol farsi davvero ascoltare dai «barbari» di Karazdic. Enrico Benedetto Liberation: un jet ha sganciato una bomba-laser sulla presidenza di Karadzic come rappresaglia Ma l'Eliseo smentisce Un Mirage dell'aviazione francese del tipo di quello che l'altro giorno avrebbe sganciato una bomba su Pale, la capitale della autoproclamata repubblica dei serbi di Bosnia

Persone citate: Charles Millon, Chirac, Jacques Chirac, Karadzic, Mladic, Mont

Luoghi citati: Aquitania, Bosnia, Francia, Londra, Parigi, Sarajevo