Ghali al contrattacco «Sui blitz deciderò io» di F. Pan.

Ghali al contrattacco «Sui blitz deciderò io» Ghali al contrattacco «Sui blitz deciderò io» NEW YORK NOSTRO SERVIZIO Sono bastate 48 ore perché il «forte messaggio» mandate ai serbo-bosniaci dalla riunione di Londra si sfilacciasse in una disputa su chi debba comandare gli eventuali attacchi aerei. Ieri la Nato non è stata in grado di decidere. I rappresentanti politici dei 16 Paesi hanno atteso di vedere il piano che i militari stavano preparando per dargli il loro avallo politico, ma quando è stato chiaro che quel piano non sarebbe arrivato hanno rinviato la loro riunione a oggi. Il vero problema, tuttavia, non è militare ma politico. Si tratta infatti di stabilire chi debba comandare le operazioni e quindi decidere se e quando scatenare i raid contro i serbi, nonché la loro intensità. Gli americani sostengono che il comando debba essere «unico» e appartenere alla Nato. Gli europei preferiscono il vigente sistema della «doppia chiave», cioè Onu e Nato che decidono insieme. Le ragioni dei primi sono che con la «doppia chiave» ci si lega le mani come è accaduto finora. Gli argomenti degli altri sono che poiché in Bosnia ci sono i loro soldati bisogna stare attenti a non ammazzarli. L'Onu, che con la fine del sistema della «doppia chiave» si ritroverebbe praticamente esautora¬ ta, dice addirittura che a Londra «non è successo nulla», che nessuna decisione concreta è stata presa e che per cambiare il sistema ci vuole una decisione del Consiglio di Sicurezza. In una dichiarazione diffusa a New York dal suo portavoce, Ahmad Fawzi, il segretario generale dell'Onu, Bovitros Ghali ha riaffermato di avere «l'ultima parola» sui raid. «Tale potere potrà essere delegato ad Akashi», è stata l'unica concessione fatta alla Nato. I generali americani lo avevano detto nei giorni scorsi: se si vuole che i bombardamenti abbiano una loro efficacia devono essere «veri», che mettano cioè in bilancio anche perdile di civili e di soldati dell'Onu presenti sul terreno e il possibile abbattimento di alcuni degli aerei inviati Nelle ultime conversazioni avute con Major e Chirac prima di Londra, Clinton avrebbe detto esplicitamente di essere pronto ad affrontare perfino le conseguenze di qualche volontario americano operante in Bosnia che fosse colpito. L'imperativo era quello di «recuperare credibilità» agli occhi dei serbo-bosniaci, tanto che l'altro ieri tre generali sono stati spediti a discutere con Mladic per fargli presente «da soldato a soldato» che questa volta si fa sul serio. Se ci siano riusciti non si sa, ma certo lo spettacolo offerto a Bruxelles non è stato precisamente un «supporto» ai loro argomenti, [f. pan.]

Persone citate: Ahmad Fawzi, Chirac, Clinton, Ghali, Mladic

Luoghi citati: Bosnia, Bruxelles, Londra, New York