Biaggi vince con una mano sola di Enrico Biondi

Brillante successo del campione mondiale della 250 nel GP d'Inghilterra Brillante successo del campione mondiale della 250 nel GP d'Inghilterra Biaggi vince con una mano sola Doppietta Aprilia, vince pure Sakata Perugini, un 2° posto pieno di rabbia DONINGTON. Ormai lo sanno tutti. Ma per liberare il campo anche dagli ultimi dubbi, Max Biaggi ieri pomeriggio, sul circuito di Donington (9° prova del Motomondiale) ha dimostrato di essere non solo un pilota di classe cristallina, ma un campione nel vero senso della parola, capace di vincere sopportando anche il male che deve procurare una minifrattura a una mano. Quella di ieri per il campione del mondo della 250 è stata davvero una grande impresa: Supermax ha vinto il suo 21° Gran Premio in carriera, il 5° quest'anno, ha aumentato il vantaggio nella classifica mondiale portandolo a 39 punti su Harada (ieri 2°) e a 40 su Waldmann (3°, bruciato dal giapponese sul traguardo). Il tutto, pensate un po', con una mano (la destra) in disordine e su un circuito non proprio adatto alla sua moto, con troppe curve e tornantini che non permettono di sfruttare l'impressionante potenza dell'Aprilia 250. E a proposito di Aprilia. Per la casa di Noale ieri il GP d'Inghilterra è stato un autentico successo: infatti oltre che con Biaggi, si è imposta anche nella 125 centrando una fantastica doppietta con Sakata e Perugini mentre ha «toppato» con Reggiani, costretto al ritiro nella classe 500. Ma torniamo all'impresa di Supermax. «Per i primi 5 giri il dolore era fortissimo - racconta lui -, poi, improvvisamente non ho più sentito nulla e ho potuto attaccare a modo mio». Che vuol dire, staccarsi dal gruppo per fare corsa a sé. In questo è stato involontariamente aiutato dal francese Jacque che, in seconda posizione, per diversi giri ha fatto da «tappo» alla coppia Waldmann e Hadara. Quando i due si sono liberati del francese, Supermax aveva già preso il volo e ha così potuto controllare la corsa forte di un vantaggio sui 3-4 secondi. «Una grande vittoria grazie al lavoro del dottor Costa - aggiunge Max -, un successo che dedico a Ivano Beggio, (presidente dell'Aprilia, ndr) e ai tecnici e meccanici che hanno fatto un gran lavoro. Sabato non ho potuto provare che per pochi giri». Belle parole, che testimoniano la volontà di Max di restare in Aprilia anche per il prossimo anno sebbene il contratto non sia ancora stato firmato. Si attendeva il sì definitivo qui a Donington, non c'è stato, ma è assai probabile arrivi venerdì sera, durante la tradizionale «festa d'estate» per i dipendenti in una discoteca di Noale. Sempre sfortunato, infine, Romboni: sofferente per la caduta di sabato, non ha corso. Soporifera la gara delle 500: il solito Doohan, che in settimana aveva detto a un settimanale inglese di «annoiarsi» perché nessuno è in grado di contrastarlo (il fatto è che la sua Honda è troppo più potente delle avversarie), ieri si è concesso il lusso di partire male, solo sesto al primo giro. Per ravvivare la gara ha cominciato a rincorrere Beattie (Suzuki) sino a quando non lo ha passato al 10° giro e ha vinto indisturbato. Da segnalare l'assenza di Russell (polso fratturato in un incidente con Jeandat nel warm up del mattino) e la sfortuna di Barros che all'ultimo giro è rimasto senza benzina (era 3°). Bene Capirossi (4° tempo, «siamo sulla strada giusta»), male Cadalora (solo 5°, «ho fatto il possibile ma sono le gomme a tradirmi. Se lo sponsor vuole che resti alla Yamaha chiedo garanzie chiare in partenza»). Non sono invece mancate le emozioni nella classe 125, sia in pista sia alla conferenza stampa. Dopo tre secondi posti (Malaysia, Spagna e Mugello) ieri sembrava giunto il momento di Perugini, ma il ventenne pilota di Sutri (Viterbo), dopo una partenza fulminante e un bel duello con Sakata, compagno di marca, ha finito per rovinare tutto con un «dritto» che gli ha fatto perdere secondi preziosi che non ha più recuperato. Un ennesimo secondo posto (con Aoki ko al primo girolche ha mandato su tutte le furie il pilota romano e che molto probabilmente gli costerà un'altra lavata di capo da parte del ds Carlo Pernat: «Basta, sono stufo di arrivare sempre secondo - ha detto -; d'accordo, l'errore è mio, ma ho sbagliato perché Sakata aveva un motore più veloce del mio. Mi sa che invece di andare a provare al Mugello me ne andrò in ferie... Io lavoro tutta la settimana, provo pezzi nuovi, mi faccio anche male e poi...». Stefano non conclude la frase ma è chiaro il pensiero: il lavoro è sfruttato da altri. Secca la replica di Pernat: «E' vero semmai il contrario: la moto "evoluzione" (nuovi cilindri) l'aveva solo Perugini e non Sakata che si è anche lagnato per questo. Piuttosto, temo abbiano montato a Stefano dei rapporti più lunghi e questo ha fatto la differenza». E per concludere non possiamo passare sotto silenzio i gestacci di Sakata. All'ultimo giro, nervosissimo nonostante il netto vantaggio su Perugini, ha pensato di prendersela con un doppiato che gli stava lasciando il passo: dapprima ha fatto il gesto di gettarlo per terra con una pedata e poi, non contento, gli ha mostrato il dito medio della mano. Campione del mondo nel '94, ieri sicuramente campione del mondo di maleducazione. Enrico Biondi