Zola allievo di Stoichkov

Zola allievo di Stoichkov PARMA Il sardo con la caviglia acciaccata ma pieno di buoni propositi Zola allievo di Stoichkov «Insegnami a vincere il Pallone d'Oro» PARMA. Una caviglia d'oro che preoccupa e fa le bizze, un presidente che si improvvisa facchino, un bulgaro che cerca tramite un annuncio sui giornali locali una villa con 500 metri quadrati di parco per la famiglia ed un gruppo di nazionali disfatti dal caldo. E' il Parma 2, quello che Scala stava aspettando per provare gli schemi scudetto e per attribuire i numeri sulle maglie. Tutti presenti (Dino Baggio era già salito a Folgaria): la caviglia è quella di Zola, il presidentefacchino è Pedraneschi, il bulgaro ovviamente Stoichkov, i nazionali grondanti Benarrivo, Minotti, Apolloni e Bucci. Come scenografia del raduno con partenza per l'altopiano, il «Tardini». Tifosi disposti a sfidare, in apnea, il clima torrido al massimo una decina. Primi all'appuntamento Benarrivo e Stoichkov, già amici, con il terzino che da un paio di giorni fa da «anfitrione» per il «Pallone d'Oro». Poi Minotti a torso nudo e sandali, Bucci e Apolloni, battute aspirando un refolo d'aria. Il bulgaro si presenta, stringe le mani con una morsa che fa impallidire i suoi nuovi compagni. Ha già letto i giornali italiani, dove i futuri avversari cantano le sue lodi. «Fanno bene, benissimo - scherza -, la battaglia è appena iniziata». Intanto il Parma gli sta cercando casa, ha affidato al quotidiano locale «La Gazzetta di Parma» un annuncio quasi disperato: cercasi villa per Stoichkov... Tutti aspettano Zola che è in ritardo. Arriva, l'auto guidata dalla moglie. Spiegato l'arcano: il fantasista è ancora infortunato. La caviglia sinistra è fasciata, stretta: «Ho ancora alcuni ematomi. Mi ero fatto male nell'ultima gara di Coppa Italia con la Juve...». Facce sorprese, il presidente Pedraneschi cerca di sincerarsi, poi si affretta a prendere la valigia del giocatore. E la porta verso la Mercedes che condurrà il sardo verso Folgaria. Zola ringrazia e poi è avvicinato da Tanzi junior, preoccupato, che gli chiede: «Come stai? S'inizia bene...». Zola cerca di tranquillizzare con una battuta: «L'ho fatto in modo preventivo. Visto che in ritiro ci spaccano subito in due, ho messo le mani avanti, anche perché ho un anno in più». Prece per Scala e per il preparatore Carminati. E quasi per rafforzare, Zola fa sapere di avere anche un po' di tosse. Resta il fatto che quella caviglia d'oro sta facendo le bizze da 42 giorni. C'è poco da scherzare: «Ma adesso sto meglio, anche in vacanza ho fatto delle cure». E' preferibile parlare d'altro, magari del campionato. «Ci siamo ulteriormente rafforzati - si dice convinto Zola -. La verifica a questo mio giudizio verrà però dal campo». Vede Hristo, lo saluta da lontano: «Ricorderò sempre quel giorno al Giant Stadium di New York, che grande giocatore. Il Pallone d'Oro non si vince mai per caso. Anzi mi farò consigliare da lui, mi farò dire come si arriva ad un trofeo così importante». Ed aggiunge: «E poi mi hanno detto che è arrivato in Italia proprio con il piede giusto, ha una gran voglia di lavorare». Ride davanti a chi gli chiede chi batterà rigori e calci di punizione: «L'importante è segnare, per il resto ci metteremo d'accordo. La maglia numero 10 però la voglio io, sono pronto a gettarmi nell'asta. Magari tenterò di... ammorbidire gli altri concorrenti, per non spendere una cifra». E le avversarie? Anche Zola come Scala, i dirigenti e lo stesso Stoichkov è convinto che il Parma debba temere un solo avversario: se stesso? «Beh, io rispetto moltissimo le altre pretendenti allo scudetto. Sul mercato, le grandi si sono mosse tutte benissimo». E fa l'elenco: «Il Milano ha preso giocatori straordinari come Baggio e Weah. La Juve, pur perdendo Roberto, ha investito tutli i soldi in giocatori solidi, validissimi. Ha fatto bene anche la Lazio che ha difeso i propri campioni. Il collettivo avrà un beneficio importante. Si conoscono e sono già cementati. La Roma con l'operazione Balbo-italiano ha recuperato un giocatore importante come Thern». Si parte verso Folgaria, Stoichkov guida il gruppo con la sua mascella volitiva e quello sguardo che non ammette discussioni. Si ribella solo Zola che cerca di... rubarlo a Benarrivo: «Non andare in auto con lui, vieni con me, dobbiamo parlare, preparare le triangolazioni per il campionato». Niente da fare, Stoichkov resta con il suo nuovo amico. Zola controlla il portabagagli della Mercedes, la valigia depositata dal presidente. Poi prende cinque numeri del fumetto «Zagor», il re della foresta di Darkwood, quello che non perde mai. Li leggerà durante il viaggio verso la nuova avventura. Alessandro Rialti Gianfranco Zola vuole la maglia numero 10: «Per averla sono pronto a lanciarmi in un'asta»

Luoghi citati: Folgaria, Italia, Lazio, Milano, New York, Parma