Cozza, dedica per Capello di C. Giac

Cozza, dedica per Capello Cozza, dedica per Capello «Diceva che dovevo migliorare: l'ho fatto» BRESSANONE DAL NOSTRO INVIATO Un giorno, Berlusconi disse: «Non esiste solo il Milan di Van Basten, c'è anche quello dei Cozza...». Cozza, si domandarono i cronisti, chi è mai costui? Era un talento della Primavera rossonera, adesso, addirittura, è il titolare della maglia numero 8 del Toro: che significa essere il regista della nuova squadra granata. Davvero irresistibile l'ascesa di questo bruno ventunenne calabrese (è originario della provincia di Cosenza) sicuro nello sguardo e nel dire. Innalzato dall'anonimato delle giovanili dalle parole berlusconiane, l'estate scorsa Francesco Cozza approdò all'universo pallonaro professionistico, prestato dal Diavolo alla Reggiana. Insomma, subito la A per la bella promessa. Però, dopo l'esordio nella massima divisione contro il Bari e altre due presenze, un infortunio al ginocchio impedì l'affermazione sulla grande ribalta e a novembre il ragazzo venne girato al Vicenza. «Men¬ tre ero ingessato la Reggiana aveva comperato alcuni giocatori, per me non c'era più spazio e quindi chiesi al Milan di essere dirottato altrove, anche in B o in C. Volevo giocare. Ebbi la buona sorte di finire a Vicenza. Dove - precisa Cozza, ed è precisazione illuminante sul carattere del giovanotto - sono stato tra quelli che più hanno contribuito a far volare la squadra biancorossa in serie A». Affermazione pronunciata con noncurante sicurezza, in completa tranquillità. Alla corte di Guidolin, Cozza è stato titolare fisso. «Vidi dalla tribuna solo le ultime tre partite, ma chissà, forse fu una ritorsione dei dirigenti: avevano saputo che non sarei restato. Ad ogni modo, non mi fecero più giocare quando ormai la promozione era certa». Al Torino, Cozza è arrivato in prestito. In genere, i «prestiti», almeno inizialmente, sono poco usati, i club non sono mai entusiasti di far fare esperienza e valorizzare elementi altrui: invece il milanista, oltretutto quasi un esordiente in A, è stato subito promosso titolare. I) di¬ retto interessato si trincera dietro il banale «Mica è detto che la maglia con il numero 8 sia la garanzia di una mia presenza fissa in campo», poi afferma: «Non dovete domandare a me ma all'allenatore, se ha deciso così...». E Sonetti non si dilunga, dichiara: «Ho stabilito io e non si discute, il giovanotto ha buone doti, dovrebbe fare bene, è già maturo per essere impegnato ad alto livello». Nel Vicenza il prestito rossonero giostrava in una posizione offensiva, qui dovrà stare più indietro «perchJ là davanti ci sono già le due punte e Pelé. Ma per me non è un problema, fare il centrocampista d'attacco o di copertura è indifferente, me la cavo bene in entrambi i ruoli, se c'è bisogno di un incontrista farò l'incontrista. Al Milan, Capello mi diceva che dovevo migliorare in tutto, ho tenuto a mente le sue parole e penso che oggi dovrebbe essere abbastanza contento di me». Insomma, l'obiettivo è disputare una bella stagione in modo d'essere richiamato al Diavolo. La risposta è furba: «No, l'obiettivo è giocare molto bene per restare al Torino, per far sì che Calieri decida di comperarmi. In rossonero ci sono già fior di campioni, sarei chiuso e non mi va di stare a guardare». Buona corsa, un fisico asciutto, Cozza ha mostrato di possedere visione di gioco (sa fare lanci a lunga gittata) e una discreta rapidità d'esecuzione: in B è stato giudicato il migliore nel suo ruolo, è approdato in granata con le stesse lusinghiere credenziali che dodici mesi fa avevano accompagnato Pessotto: erediterà la maglia che fu di Scienza, deludentissimo dopo un bell'avvio, e che molte volte nello scorso campionato Sonetti aveva affidato a Bernardini. Il quale Bernardini non si dice sorpreso della scelta dell'allenatore: la prospettiva di iniziare come riserva non gli ha tolto il sorriso. «La stagione è lunga - dice -, ci sarà spazio anche per me. Portare il n. 16 non mi crea alcun problema». Sarà sincero? A proposito di numeri, sembra esserlo comunque il primavera Marcolini, che ha avuto il 17: «Pur d'indossare la maglia granata va bene qualsiasi numero». [c. giac]

Luoghi citati: Bressanone, Cosenza, Vicenza