«Così combatto il cancro in fabbrica»

Guariniello: quel che conta è la prevenzione Con la collaborazione di medici e ospedali è nata la mappa delle malattie del lavoro «Così combatto il cancro in fabbrica» Guariniello: quel che conta è la prevenzione Per decenni i tumori di possibile origine professionale sono rimasti dimenticati o, meglio, nessuno si è accorto che, soprattutto tra le migliaia di casi di cancro, molti avevano un'origine legata al tipo e all'ambiente di lavoro. Poi è nato l'Osservatorio dei tumori, voluto dal procuratore aggiunto Raffaele Guariniello. E quella ricerca, partita in sordina, ha inizialo a dare i suoi effetti: oltre tremila casi (per la precisione sono 3157) di malattie professionali finora scoperti, e quasi altrettanti processi a carico di chi non ha saputo o voluto tutelare da salute dei propri dipendenti. Le cifre sono state confermate ieri dal dottor Guariniello in un'intervista al TG3. Come siete arrivati a individuare questi casi? «Concentrando l'attezione su cinque tipi di tumore che sono noti in quanto possono provenire proprio dall'esposizione a particolari sostanze nell'ambiente di lavoro». Quali sono i più gravi? «Sono i mesoteliomi della pleura e del peritoneo nei lavoratori a contatto con l'amianto. Le neoplasie vescicali nei lavoratori a contatto con numerose sostanze chimiche, come le aramine aromatiche. Gli angiosarcomi del fegato nei lavoratori esposti al cloruro di vinile monomero. Gli adenocarcinomi dei seni paranasali nei lavoratori del legno e della concia». Quali sono i rimedi? «Abbiamo creato un osservatorio e questo è stato possibile grazie anche alla collaborazione dei medici: infatti abbiamo chiesto agli ospedali, alle case di cura private, ai medici necroscopi e ai medici di base, di segnalare tutti i casi di tumore con quelle localizzazioni. Su ciascuno di questi casi svolgiamo le indagini necessarie per ricostruire la storia lavorativa degli individui portatori di tumori, così da identificare le aziende, le lavorazioni in cui tali persone hanno eventualmente operato a contatto con l'agente cancerogeno». Il risultato concreto dell'attività dell'Osservatorio sono i processi, molti dei quali già a buon punto (come quelli sull'amianto). Su una cosa però il dottor Guariniello insiste: la prevenzione. Le iniziative della magistratura cioè non bastano a impedire che i lavoratori si trovino ad operare in ambienti pericolosi per la loro salute. Serve una cultura diversa e la scrupolosa adozione di tutte le misure di sicurezza e prevenzione previste sì dalla legge, ma non ancora adottate in tutti gli ambienti di lavoro. Il procuratore aggiunto Raffaele Guariniello

Persone citate: Guariniello, Raffaele Guariniello