Crolla il palazzo del degrado di Angelo Conti

Via Bellezia, vicino a Porta Palazzo: l'edifìcio era vuoto, nessuna vittima. Un boato nella notte, centinaia di persone in strada Via Bellezia, vicino a Porta Palazzo: l'edifìcio era vuoto, nessuna vittima. Un boato nella notte, centinaia di persone in strada Crolla il palazzo del degrado Sfiorata la strage, vi dormivano gli immigrati Prima le polemiche, adesso i crolli. Un boato ha scosso il centro, sabato notte alle 2,35, svegliando migliaia di torinesi che vivono nella zona di Porta Palazzo. E' caduto un edificio, in via Bellezia 23. Quattro piani, un secolo di storia e poi trent'anni di rovina: l'altra notte non ce l'ha fatta più. I muri portanti hanno ceduto di schianto ed i piani si sono afflosciati uno sull'altro, in una catasta di macerie. Una gigantesca nuvola color mattone ha av olto per molte ore tutto l'isolato Sant'Agostino. Svegliati di soprassalto, intimoriti, centinaia di torinesi sono scesi in strada. Molti per curiosare, molti anche per capire quel che era successo. L'edificio crollato non è infatti visibile dalla strada, si trova al centro del quadrilatero formato di via Bellezia, via Sant'Agostino, via Santa Chiara e via San Domenico. Un'area a forte degrado, quasi interamente di proprietà comunale. Il rischio di un crollo c'era, e lo dimostrano i pesanti transennamenti che circondano la costruzione (alla quale, una volta, si accedeva da via Bellezia 23), ma gli interventi comunali sono sempre risultati inadeguati e dispersivi. Da qualche anno quella vecchia casa era diventata soprattutto un dormitorio per extracomunitari che riuscivano ad accedervi scavalcando il muro che dà su via Santa Chiara. Da un po' di tempo la loro presenza era però diminuita: «C'era già stato un piccolo crollo racconta Khalid, un marocchino di 18 anni - ed uno dei pavimenti si era inclinato. Ci dormivano ormai in pochi». L'altra notte, comunque, in quei locali non c'era nessuno. «Alle due e mezza - continua Khalid - di solito siamo ancora tutti fuori. A Porta Palazzo ed in piazza Vittorio. Rientriamo sempre dopo le 3. Se il palazzo fosse caduto dopo quell'ora avrebbe potuto travolgere qualcuno». I vigili del fuoco, a scanso di equivoci, hanno compiuto un lungo sopralluogo utilizzando anche il «live-detector», una apparecchiatura in grado di se- gnalare corpi umani sotto le macerie, ed impiegando anche alcuni cani da ricerca. Ricerche concluse, fortunatamente senza risultati, quando già albeggiava. Ieri a mezzogiorno il geometra Agostinone, sempre dei vigili del fuoco, ha compiuto un primo controllo statico sugli edifici confinanti. Nessuno è apparso in condizioni preoccupanti. Non ci sono pericoli di altri crolli imminenti, almeno per quanto riguarda la casa abitata che confina con lo stabile crollato. Qui, al secondo piano, abita Anselmo Bucci: «Sono anni che denunciamo il rischio di crolli. Quanto è successo non ci ha sorpreso. E' comunque soltanto il segno del degrado di un quartiere che il Comune sembra non avere alcuna intenzione di bonificare. Chi vive qua, vive con la paura. Per la presenza di centinaia di extracomunitari clandestini, per lo spaccio costante e sfrontato, per i timori sulla stabilità delle nostre case. Il mio alloggio ha due luci: una dà sullo stabile crollato, l'altra su piazza Bellezia popolata di venditori di droga. Eppure il Comune, per cento metri quadrati, pretende da me un affitto di 713 mila lire al mese». Venturino Improda è il gestore dell'edicola su via San Domenico: «Qui la gente non fa che lamentarsi. Ormai non lo fa per sollecitare lavori, ma per chiedere di non essere presa in giro. Il Comune ha fatto interventi parziali qui e là senza riuscire a risolvere nulla. Sedici anni fa ha piazzato i ponteggi su via San Domenico angolo piazza Bellezia: dovevano servire per i lavori, invece servono agli extracomunitari per accedere alle stanze diroccate». In quello stabile, proprio a fianco di quello crollato, accade di tutto. Cesare Limongelli, ex parcheggiatore abusivo prima dell'arrivo delle aree a pagamento, racconta di notti dantesche: «Si sentono urla, litigi, lamenti, persino colpi di pistola. Qualche tempo fa un ragazzo è uscito da quella casa ed è morto dopo aver fatto tre passi, fulminato da overdose. Altri si sono suicidati. Per me, in quelle stanze abbandonate, potrebbero anche esserci cadaveri. La polizia non ci entra da anni». Gli fa eco Antonio Mancuso, che annuncia per domani mattina l'inizio di un'ennesima protesta: «Cominceremo a raccogliere firme per eliminare i ponteggi da via Bellezia. Siamo convinti che il Comune non comincerà mai seri lavori di ripristino, mentre i marocchini non hanno invece perso tempo. Hanno cominciato ad arrampicarsi in quegli alloggi abbandonati un'ora dopo l'installazione dei ponteggi». Angelo Conti Gli abitanti della zona «Da anni denunciamo i rischi e pericoli» L'assessore Franco Corsico Cesare Limongelli (sopra) Una parte del crollo (a destra) Venturino Improda (a destra) I vigili del fuoco al lavoro nell'area devastata Antonio Mancuso (a sinistra)

Persone citate: Anselmo Bucci, Antonio Mancuso, Cesare Limongelli, Franco Corsico Cesare, Venturino