Splendide illusioni prima di Stalin

Splendide illusioni prima di Stalin Gli Anni Venti nell'ex Unione Sovietica Splendide illusioni prima di Stalin y~l GENOVA fi A storia dell'arte non è 1 un nastro che si srotola, I I ma un prisma che ruota §jilintorno al proprio asse e mostra all'umanità l'una o l'altra delle sue facce». Sembra di leggere un'affermazione di Jean Clair, contro la linea positivistico-evolutiva: impressionismo-Cézanneavanguardie. Ed invece è del russo Burliuk: perché, ora soprattutto che si riaprono i musei dell'ex-impero sovietico e dai depositi riemergono gli scheletri degli armadi dell'ideologia, si schiude una visione completamente diversa anche di quell'arte russa che eravamo abituati a considerare compressa fra il polo dell'avanguardia cubo-futurista e poi costruttivista e le secche dell'asfittico realismo socialista, permeato di dettami ideologici e kitsch. L'interesse di questa mostra al Palazzo Ducale di Genova, Il Tempo delle Illusioni. Arte russa degli anni Venti (catalogo edito da Cartha, con diversi saggi assai documentati, a cura di Guido Giubbini e Laura Gavioli), una mostra che ha avuto così successo che diventerà itinerante in altre città italiane, è proprio quello di combattere alcune idee ricevute e di comodo. Non è vero che nel Paese dei Soviet esistesse soltanto l'imperativo categorico delle avanguardie e del Moderno: resisteva comunque un substrato, silenzioso ma fervido, di artisti che perseguivano ed incrementavano il discorso del realismo. Un realismo dotto, molto vicino a quello del realismo magico all'italiana, che in parte in Urss conoscevano, nutrito di succhi postimpressionistici e simbolisti (tra Denis e Vallotton, ma anche al corrente delle rivoluzioni di un Derain e molto impregnato di cézannismo), oppure avviati sulla strada delle deformazioni espressionistiche e dei raggelati neocranachismi da ritratto Nuova Oggettività (non dimentichiamo che Otto Dix, Radziwill, Grosz erano noti in Russia ancor prima di una celebre mostra tedesca, a Mosca, del 1S24). Sono nomi in parte rivalutati in questi anni, Kustodiev, Petrov-Vodkin, Brodskij, Serebriakova, Lebedev, Annenkov, Shenderov, alcuni anche di grande sapienza pittorica. Ma è interessante questo lavoro ragionato, all'interno di gruppi come il Mondo dell'arte, il Vello d'oro, i Tenebrosi di Leningrado, l'Ost ovvero l'Asso dazione dei Pittori di Cavalletto, che meglio ci permette di orientarci entro questo pelago ancora sconosciuto di tributi intelligenti al demone della Realtà. Illusioni che poi l'ottimismo obbligato e di maniera del Realismo Socialista pompier avrebbe ferocemente umiliato. [m. vali.] «Ritratto del pittore Montenegro», un'opera di Alexander Yakovlev, tra gli artisti russi Anni 20 alla mostra di Genova. «Il tempo delle illusioni» fino al 30 luglio a Palazzo Ducale: una rassegna che porta alla luce opere e artisti «sommersi» dell'ex Unione Sovietica, oltre i luoghi comuni delle avanguardie prima e del realismo socialista poi

Luoghi citati: Genova, Leningrado, Montenegro, Mosca, Russia, Unione Sovietica, Urss