Dopo le tele-vendite è l'ora di cedere i colossi di Stato di Valeria Sacchi

Dopo le tele-vendite è l'ora di cedere i colossi di Stato I NOMI E GLI AFFARI Dopo le tele-vendite è l'ora di cedere i colossi di Stato Diavolo di un Silvio BerlusconiAnnuncia di aver venduto il 20% di Mediaset a due suoi amici, Leo Kirch « Johann Rupert e al principe Al Waleed che, guarda casogli è stato presentato da Taraq Ben Ammar, nipote di Burghiba e sodale di Bettino Craxi. Ad ascoltarlo c'è una sala gremita, moltissimi stranieri. Qualcuno chiede qualcosa di più su Mediaset. Niente di particolaresolo un'idea su giro d'affari, utili o eventuali perdite. Il Silvio Nazionale declina, ci sono altre trattative in corso, sarebbe indelicato. Non passa neanche un giornoed ecco uscire sul «Sole 24 Ore» i famosdati riservatisorprendentemente entusiastici, bastdire che quest'anno l'utile triplicherà. E si legge anche una notizia: la tedesca Veba colosso con interessi in Cable 8- Wireless, vuole un pezzetto di Mediaset, forse prende una parte della quota Kirch. Contemporaneamente il ministro delle Poste Antonio Gambino rompe gli indugisalta a pie pari sul carro del commissario Cee Karel van Miert, decide la liberalizzazione anticipata delle telecomunicazioni aprossimo gennaio. Proprio quello che Cable fi- Wireless spera da mesi. La Stet di Ernesto Pascale sembra un po' seccata, ma non troppo, deve aver avuto qualche rassicurazione. Forse per questo Marco Tronchetti Provera attacca i vecchi residui democristiani al potere. Qualcuno pensa che icapo di Pirelli se la prenda con icentro politico, invece ha proba bilmente in testa tipi come Biagio Agnes. Finisce tra le braccia di Vittorio Cecchi Gori e della sua signora Rita Rusic Telemontecarlo. Sandro Curzi esulta, finalmente un padrone vero, non un pool di banche. Nei due casi, Mediaset e Tmc, di soldi ne girano per il momento pochini, e gli scettici si moltiplicano. Tra costoro c'è in prima fila il presidente del Senato Carlo Scognamiglio, che butta acqua sul fuoco degli entusiasmi per la soluzione Mediaset. Segue un'esperta, Marialina Marcucci, la donna che ha inventato Videomusic. Papale papale, sostiene «Non è cambiato nulla». Intanto il ministro dell'Industria Alberto Ciò festeggia, è passata la fa- Ernesto Pascale Marco Tronchetti mosa legge sull'autorithy. E subito scatta, su proposta dell'Iri presieduto da Michele Tedeschi, la scelta dei capofila per il collocamento Stet, che saranno la Mediobanca di Enrico Cuccia e la Barclays de Zoete Wedd. Ora tocca all'Eni di Franco Bernabò, che dovrebbe avere come balia l'Imi di Luigi Arcuti, la cui assemblea dovrà scegliere, domani, i tre consiglieri di minoranza. Un bel grattacapo, visto che in lizza ci sono non meno di sette nomi, tutti convinti di essere in pole-position. Chissà se quest'anno il presidente di Ambroveneto Giovanni Bazoli riuscirà ad andare in vacanza. Voci insistenti lo dicono indaffaratissimo a trovare un assetto per l'azionariato del gruppo batonddteppsofeCdnsiCsvsegEchFricbpda bancario al quale, da oltre dieci anni, dedica amorevoli cure. Le gazzette lo descrivono intento a scrolllarsi dalle spalle l'azionista San Paolo di Torino il presidente Gianni Zandano. A favore di una soluzione che rafforzi l'intesa con la Cassa di Verona e il presidente Paolo Biasi. E comprenda, in uno di quei percorsi che solo i super-esperti di curie e confessionali riescono ad afferrare, la Cassa di Torino guidata da Andrea Comba. Zandano ha già dichiarato che non pensa minimamente a ritirarsi. Tattica o gioco al rialzo? E la Comit? Vedrà svanire per sempre il sogno del NordEst? Sia quel che sia, Luigi Fausti ed Enrico Beneduce, non sembrano darsene pena. Fatti due conti, gli Tmc a amministra- Rita Rusic tori delegati di piazza Scala pensano forse che le vere occasioni capiteranno tra un anno o due, oggi il «credito» è troppo caro. Ne sa qualcosa Lucio Rondelli, dopo l'Opa lanciata sul Rolo presieduto da Emilio Ottolenghi. La Commissione europea per gli standard di concorrenza, ad esempio, ha deciso che il Crédit Lyonnais dovrà dimezzare la sua presenza estera. Torna quindi sul mercato il Credito Bergamasco, un istituto che nel gruppo Comit starebbe bene. Il mal di finanza è una droga. Dopo aver giurato di voler cambiar vita, di amare ormai solo l'industria, Sergio Cragnntti fa marcia indietro, torna al vizio antico. E si candida per acquistare dal Montepaschi di Giovanni Grottarelli de' Santi e Vincenzo Pennarola Centrofinanziaria. Che ne dice la Banca di Roma di Cesare Geronzi, che di Cragnotti è il grande nume tutelare? Tutto il mondo è paese. La Banca d'Inghilterra e il suo Governatore, Eddie George, hanno assolto i vertici della Barings da colpe per il famoso crack della filiale di Singapore. L'unico responsabile è Nick Leeson. Terrorizzato di essere estradato a Singapore, dove oltre alla galera rischia cose peggiori come la fustigazione, il giovane e disinvolto operatore si è appellato a John Major, vorrebbe essere giudicato in Gran Bretagna. Sarà ascoltato? Nessuno se la sente di scommettere un penny su di lui. Che diamine, ha gettato nel ridicolo la Regina. Valeria Sacchi Nick Leeson sogna Londra T Ernesto Pascale Marco Tronchetti Tmc a Rita Rusic Luigi Arcuti pronto per l'Eni Nick Leeson sogna Londra

Luoghi citati: Gran Bretagna, Londra, San Paolo, Singapore, Torino, Verona