Muore in carcere a Panama

Roma: a una settimana dalla morte, i magistrati chiedono l'autopsia e 4 perizie Giovane di Bergamo Muore in carcere a Panama BERGAMO. Ai familiari che attendevano il suo rimpatrio la notizia l'ha data l'ambasciata italiana a Panama. «Vostro figlio è morto in carcere». Poche parole, nessuna spiegazione. La vittima era di Villongo, un paese in provincia di Bergamo. Si chiamava Maurizio Pizzi, aveva 23 anni ed era detenuto a Panama dal marzo scorso per possesso di stupefacenti. «Non ci hanno saputo dire come, dove e perché mio fratello è morto», ha detto la sorella Eleonora, che con i familiari sta cercando di avere più precise informazioni. Dalla telefonata da Panama la famiglia ha appreso soltanto che la salma potrà essere trasferita in Italia fra 5 o 6 giorni. La famiglia Pizzi riteneva Maurizio in buone condizioni di salute e nelle sue lettere il giovane non aveva mai fatto cenno a problemi di salute, augurandosi invece di poter concludere presto la disavventura giudiziaria e rientrare in Italia. Maurizio Pizzi era atteso dai familiari da un giorno all'altro, dopo avere saputo alla fine del mese scorso che lo autorità panamensi sembravano orientate ad accogliere l'istanza di espulsione presentata da un legale designato dall'ambasciata italiana. Maurizio Pizzi aveva lasciato l'Italia alla fine del dicembre scorso, dirotto in America centrale con un amico. A metà marzo avevano deciso di rientrare in Italia passando da Panama, ma all'aeroporto di Panama la polizia aveva trovato alcune dosi di cocaina nei tacchi delle scarpe di Pizzi. [r. cri.)

Persone citate: Maurizio Pizzi, Pizzi