Luci misteriose sulla Norvegia, il Cnr indaga di T. S.

Luci misteriose sulla Norvegia, il Cnr indaga Luci misteriose sulla Norvegia, il Cnr indaga Occorrono I N una valle della Norvegia centro-meridionale, la valle di Hessdalen, popolata da I N una valle della Norvegia centro-meridionale, la valle di Hessdalen, popolata da non più di 150 anime, è possibile assistere dal 1981 a uno spettacolare fenomeno luminoso dalle caratteristiche multiformi: luci di forma globulare e colore bianco-giallo dalla luminosità costante, luci intermittenti, luci con traiettoria oscillante o pendolare, luci multicolori (bianco, verde, blu, rosso). La durata del fenomeno, a volte fino a due ore, supera di almeno cento volte il «tempo di vita» previsto dai fisici per sfere di plasma ad alta pressione: perciò il fenomeno ha acquistato un'identità tutta sua e si discosta dal meccanismo che determina un comune fulmine globulare. Messe da parte le solite chiacchiere a base di Ufo avanzate da giornali e tv, chiacchiere che allo stato attuale non hanno significato scientifico, i ricercatori ritengono che la lunga durata del fenomeno luminoso sia imputabile o a un «energizzatore» esterno non identificato forse legato a onde elettromagnetiche emesse dall'esterno (atmosfera o sottosuolo) o a un particolare stato della materia del plasmoide che dà origine alla luce. Ciò che attira i nuovi dati perché nessuna ipotesi è convincente e fisici è il ripetersi del fenomeno: è così possibile portare in zona strumenti di misurazione teristiche radar, radio e magnetiche del fenomeno. Altre caratteristiche, come la mentali, esiste anche il modello della «flessione tettonica» secondo cui le rocce sottoposte a meeting, che propone di applicare al sistema futuro di antenne su analizzatore di spettro ra fisici è il ripetersi del fenomeno: è così possibile portare in zona strumenti di misurazione della radiazione, dalle onde radio all'ultravioletto vicino, i quali, guidati da un apparato di inseguimento radar, possono analizzare il fenomeno per tempi prolungati, con il vantaggio di consentire lo studio della sua variabilità temporale. Inoltre la forte intensità consente di ottenere misure dei parametri di luminosità con una elevatissima precisione. Per questa ragione la ricerca vede oggi impegnati fisici teorici e sperimentali, astronomi osservativi e ricercatori tecnologici e del software. Tra il 18 e il 22 del maggio scorso si è svolto a questo proposito un meeting presso la Stazione Radioastronomica del Cnr di Medicina che ha coinvolto due scienziati norvegesi e due italiani. I norvegesi, Erling Petter Strand del dipartimento di Informatica e Bjòrn Gitle Hauge del dipartimento di Radio Ingegneria entrambi dell'Ostfold College di Sarpsborg, hanno presentato un'enorme quantità di diapositive di ottima qualità che mostrano il fenomeno nella sua multiformità e dinamica temporale assieme a dati che descrivono le carat¬ Altre caratteristiche, come la strana attitudine delle luci a reagire raddoppiando la frequenza di pulsazione in seguito al puntamento di un fascio laser nella loro direzione, non incontrano per ora alcuna soddisfacente spiegazione nell'ambito delle leggi fisiche. Il «fenomeno di Hessdalen» non è comunque un'esclusiva prerogativa della Norvegia; fenomeni del tutto analoghi sono stati osservati nel periodo 1973-1981 anche a Piedmont nel Missouri (Usa) e misurati con simile strumentazione dal fisico Harley Rutledge; perdi più semplici testimonianze di fenomeni simili sono state registrate in ogni parte del mondo, Italia compresa. Non esiste una sola teoria in grado di spiegare con buona accuratezza quanto osservato: esiste in particolare un solido modello matematico secondo cui il fenomeno luminoso sarebbe innescato e mantenuto da monopoli magnetici del tipo «Vorton» proposto da David Fryberger dello Stanford Linear Accelerator Center (Usa), modello il cui grande vantaggio consiste nel contenere un grande numero di predizioni speri¬ mentali, esiste anche il modello della «flessione tettonica» secondo cui le rocce sottoposte a stress possono liberare simultaneamente particelle elettrostatiche (piezo-elettricità) e onde elettromagnetiche in grado di innescare in atmosfera vortici di plasma luminoso, così come esiste la possibilità che l'attività solare sia essa stessa in grado di determinare zone di ionizzazione atmosferica le quali verrebbero focalizzate dallo strato atmosferico verso le basse quote con un meccanismo simile ad una lente. Solo future misurazioni, utilizzando la nuova piattaforma strumentale proposta da Strand e Hauge, potranno forse dare una risposta conclusiva, confidando sul fatto che la nuova strumentazione sarà enormemente più sensibile di quella del passato e non richiederà personale osservativo in zona per il fatto che i dati potranno essere direttamente acquisiti su terminali remoti utilizzando la rete Internet. Nell'ambito di questo progetto per l'immediato futuro si innesta anche il contributo dei due scienziati italiani Stelio Montebugnoli, ricercatore della Stazione Radioastronomica di Medicina e organizzatore del meeting, che propone di applicare al sistema futuro di antenne su analizzatore di spettro radio multicanale, capace di analizzare simultaneamente almeno centotrentamila frequenze con un'altissima risoluzione: in questo modo è possibile conoscere con esattezza a quale frequenza l'emissione radio raggiunge la sua massima ampiezza e permette quindi un confronto diretto con quei modelli teorici, come ad esempio il «Vorton», che presentano precise predizioni sperimentali. Massimo Teodorani, astronomo e da tempo collaboratore di Erling Petter Strand, oltre a presentare un'analisi dei dati dimostrando che una parte della fenomenologia, quella magnetica, radar e radio potrebbe essere stata effettivamente innescata dall'attività solare, ha proposto un dettagliato piano di monitoraggio fotometrico e spettroscopico. Cosa effettivamente sia il fenomeno lo potremo apprendere grazie alla tecnologia attuale e, fondi permettendo, da una mole enorme di nuovi dati che consentiranno certamente di verificare le teorie correnti ma anche di costruire nuove teorie ben fondate sulla realtà osservata, [t. s.]

Persone citate: David Fryberger, Erling Petter Strand, Harley, Hauge, Massimo Teodorani, Stanford Linear, Stelio Montebugnoli, Strand

Luoghi citati: Italia, Missouri, Norvegia, Usa