«Lira più forte, poi lo Sme»

«Lira più forte, poi lo Sme» «Lira più forte, poi lo Sme» Bianchi: mercati ancora dubbiosi INTERVISTA L'OPINIONE DEI BANCHIERI Lm ROMA m INFLAZIONE segna il passo, i conti dello Stato seguono la strada in discesa ipotizzata dal governo Dini, la pressione sulla lira si abbassa. In questo scorcio d'estate, insomma, le condizioni della finanza pubblica sembrano virare decisamente al bello. Ma per pensare a un rientro della lira nello Sme è ancora presto, avverte il professor Tancredi Bianchi, presidente dell'Abi, l'associazione dei banchieri italiani. Professor Bianchi, a questo punto un rialzo dei tassi di interesse si allontana... «Senza dubbio è da escludere, come del resto l'avevamo già escluso allo scorso esecutivo dell'Abi. Ma del resto non bisogna abbassare la guardia nella lotta all'inflazione. Il risultato di lu- glio dipende da una propensione al consumo delle famiglie molto moderata e da una politica monetaria della Banca d'Italia molto restrittiva. Una politica, va detto, che porta anche al miglio¬ ramento del cambio». Una provocazione: ora si potrebbe anche pensare a un calo dei tassi? «Per ora no, è troppo presto. Certo, se anche in agosto i dati del¬ l'inflazione andassero verso il basso allora a settembre si potrebbe anche pensare a una mossa in questo senso». Lei parlava di un miglioramento del cambio. Quando è che la lira potrà tornare nel Sistema monetario europeo? «Le bande di oscillazione dello Sme sono abbastanza larghe, il problema è piuttosto a quale parità centrale rientra la lira. Non credo che i nostri partner europei accetterebbero una parità di 1150 lire per un marco, sarebbe molto più accettabile un livello di 1100 lire. Ma arrivare a questa quota, migliorare il cambio di un altro 5%, è difficile». Anche perché dai mercati finanziari finora non sono venuti segnali fortissimi di apprezzamento per le con¬

Persone citate: Dini, Professor Bianchi, Tancredi Bianchi

Luoghi citati: Roma