Le comiche e roventi lenzuola di Groucho

Le comiche e roventi lenzuola di Groucho Misfatti, tentazioni, follie: un trattato sui letti dell'irresistibile Marx Le comiche e roventi lenzuola di Groucho i~T|ARGO1 7 MENTO potrebbe I I sembrare jy_J alessandrino. Ma se fate bene i conti, nel letto, avete passato gli anni migliori (almeno un terzo) della vostra vita. Quel mobile a quattro zampe, dunque, non è cosi secondano. Può degnamente meritarsi un libro. E Groucho Marx nel '29 aveva trascorso sdraiato già sedici anni anni della sua rutilante esistenza, quando decise di «unirsi a immortali del calibro di Shakespeare, Tolstoj, Longfellow» (e qui ci vuole una noticina a rinfrescare la memoria su questo autore di ballate e poesie popolari), rivolgersi a una stenografa alta e bionda, per scrivere il volumetto Letti, che ora viene pubblicato in italiano da Lindau, tradotto tra mille asperità da Luca Rocca, con postfazione di Franco La Polla. In America lo scritto è stato recuperato da Arthur Marx, autore di una biografia sul proprio padre Groucho. Tra parentesi, quando nacque, Groucho commosso regalò alla moglie una bella scatola di sigari per esprimere incondizionata gratitudine. II libro e una surreale affabulazione sul letto, sulle sue qualità, sui suoi misfatti, sulle sue tentazioni. E' un libertinaggio linguistico nello stile cinematografico che rese immortale il terzogenito della celebre covata di attori yiddish. Groucho era la mente, la libido, il sigaro, dei cinque fratelli Marx. Ed era soprattutto la lingua. Perché i loro film ruotavano non solo su stralunate avventure, ma sulla sua irrefrenabile parlantina, che disarmava qualsiasi logica. Parole in libertà, intelligenze allo sbaraglio. Uno zapping surreale sul creato che stordiva e divertiva il pubblico cinematografico. Le platee ridevano e basta. L'intellighenzia letteraria, alle prese con le provocazioni del flusso di coscienza, intuiva invece la profonda carica eversiva di quel gioioso parlare a vanvera. T. S. Eliot o i surrealisti fecero dei Marx il loro amore cinematografico. Perché nei duelli di Groucho con l'assurdo emergeva un fascino antico, la secolare tradizione dell'umorismo ebraico mitteleuropeo capace di capovolgere la realtà per riderci sopra a parole, dal momento che il mondo vero era alquanto inospitale e crudele. Letti vide la luce nel '30 (così ci informa la nota di La Polla), quando i fratelli Marx avevano conquistato la fama. Erano finiti i tempi grami in cui i proprietari dei teatrini potevano tiranneggiarli, defraudarli della paga, liquidarli con pochi spiccioli. Dopo un disastroso esordio nel muto, le versioni cinematografiche di due commedie musicali, The Coconuts e Animai Crackers, avevano funzionato, e la Paramount li corteggiava generosamente. Groucho, in spregio alla secolare parsimonia ebraica, spendeva dollari a man bassa, si godeva la vita e divorava classici della letteratura. Poi, per non sentirsi troppo in colpa, per mantenersi fedele al richiamo dell'investimento economico, decise di mettere il denaro in un luogo sicuro: il mercato azionario. Guardava Wall Street lievitare, le Rea moltiplicarsi di valore. Disse un giorno che «la Borsa era l'unico modo sicuro per diventare milionario». L'indomani (o giù di lì) avvenne lo storico tracollo. Scrivere di Letti divenne più che mai saggio, doveroso. Groucho si buttò a capofitto nel giaciglio sormontato da una gabbia di canarino per dimenticare che 250 mila dollari si erano volatilizzati in transazioni borsistiche. Sebbene, qua e là, una punta di rammarico persista. Il primo capitolo del libro si intitola «Saggio sui vantaggi del dormire da solo». Rimane programmaticamente bianco. Poiché il più convinto sottaniere dei Marx non ha davvero argomenti per sviscerare una simile teoria. Poi, Groucho disquisisce con tomistica sapienza sulle varietà di talami. King-Size, matrimoniali, giacigli, pagliericci, ad acqua, brande da motel, covaccioli, cuccette, pulvinari. Spiega che a letto non solo si dormo, ma ci si può nascondere sotto, man- giare cracker, convincere la moglie che potrebbe andare avanti col cappotto dell'anno prima, lenire il mal di testa. Si incrociano sonnellini, pennichelle, amplessi, insonni che contano pecore. C'è uno sproloquio di etimologia anglosassone che lega il letto alle scommesse. Ci sono i letti dei motel, delle mogli dei commessi viaggiatori, degli imperatori, di giovani fanciulle lettoni. C'è una parentesi entomologica, dedicata alla Cimex Lectularius, conosciuta come «cimice dei letti», insotto noto per la sua discrezione, salvatore di matrimoni e contratti hollywoodiani. Vale la pena anche ragionare sulla differenza sociologica, psicoanalitica tra i monolettici, gli uomini che hanno un letto preferito, e i polilettici, che invece proferiscono cambiare spesso letto. «Questi non dovrebbero essere esposti al pericolo e all'umiliazione di saltar fuori da qualsiasi finestra che si trovi più in alto del secondo piano. E anche così, bisognerebbe dar loro un vantaggio di almeno due minuti. Altrimenti non è sportivo. Il proprietario del letto entra, trova lo sconosciuto e magari un membro della famiglia sul materasso, e che succede? Lancia un grido sconvolgente, solleva una sedia, e il visitatore non ha quasi neanche il tempo di cercare le scarpe. I pronostici sono contro di lui. A parte la finestra non sa dove girarsi». Pagina dopo pagina, Groucho si rivela essere la massima autorità di talami. Un tema scottante. Perché è facile raccontare prodezze del golf, storie di vacanze. Ma se uno an- nuncia baldanzoso: «Gente voglio raccontarvi cosa mi ò successo a letto la notte scorsa», i mariti cominciano a lucidare i revolver, le mogli a grufolare nella borsa per cercare il rossetto. Il lotto non era un luogo neutrale. Will Hays, ex ministro prodigio delle Posto, inventore del rigido codice di autocensura hollywoodiano, aveva stilato una minuziosa casistica per regolamentare il letto sullo schermo. Anche marito e moglie, noi film dei rigidi Anni 30, dovevano dormire in lettini separati come in una camerata di boy-scout. Groucho, fedele al suo ruolo di fenomenologo del letto, allega ni libro alcuno immagini: si offre.appisolato in smoking (nel Bazar delle follie), con fez, libro in mano o baiadera al fianco (in Una notte a Casablanca); poi in ritratti successivi, ormai anziano, con Elliott Gould, con Burt Reynolds; con maglietta di Topolino o cappello alla Sherlock Holmes. Naturalmente, in Letti non manca un decalogo per gli insonni, coloro che nel lotto friggono come uova al tegamino. Suggerimenti sperimentati: una lettera di zia Susie, mezz'ora di Clara Bow in camicetta (ovviamente sullo schermo), un leggero pugno sulla mascella, le previsioni rassicuranti dei guru dell'economia, una bottiglia di rum e i discorsi di Mussolini. Il libro è fondamentale - conclude l'autore stosso perché dimostra l'infondatezza della teoria di Mark Twain sulla pericolosità dei letti. Secondo l'esimio scrittore il letto era il luogo più funestato da morti. Niente di più falso per chi aveva la fortuna di osservare la Chicago del proibizionismo. L'epilogo del saggio, alla maniera degli antichi, è affidato a illuminanti, telegrafiche lettere. Una è sapiente: «Cara signorina Whipple, non è la politica che separa i lotti: è il matrimonio». Una è programmatica: «Cara Dolly, sarò lì alle nove in punto. Tuo Groucho». Fine. Bruno Ventavoli Mangiare, discutere con le mogli, spiccar balzi verso la finestra per sfuggire ai mariti: i mille usi di un luogo dove si vive in media 20 anni SocMis Groucho Marx con Phyllis Diller. A destra una caricatura del comico yiddish Un'altra immagine dell'artista americano. Sotto, Groucho in «Notte a Casablanca»

Luoghi citati: America, Casablanca, Chicago