Lo sterminatore pentito di Enrico Benedetto
lo sterminatore pentito lo sterminatore pentito Massacrò la famiglia, evade per suicidarsi LA RIVINCITA DEL RIMORSO ALAIN ha deposto sulla tomba una bottiglia di champagne e quattro coppe. Le prime tre per la moglie Carole, la piccola Virginie e il fratellino Michael, 4 anni appena: vi giacevano dal settembre '87, uccisi dalla sua follia. E l'ultima destinata a se stesso. Una macabra simbologia. Evaso per uccidersi e raggiungere 8 anni anni dopo, moglie e figli, Alain Vareille voleva brindare alla morte prima di spararsi. Non gliene hanno lasciato il tempo. Una pattuglia di gendarmi lo sorprende armeggiare con un fucile a canne mozze. «Mani in alto! Gettalo in terra» gli gridano. «Non è per voi» replica l'omicida. E puntatosi l'arma alla gola, esplode un colpo. Il corpo piomba esanime sulla pietra tombale che copre le sue vittime. L'evasione aveva per scopo la libertà ultraterrena, non quella che sognano i reclusi. Un vecchio obiettivo. All'epoca, glielo impedì l'arresto. Lo condannarono a 20 anni. Doveva uscire nel 2007, ma nessuno potrà ormai farlo tornare in cella. Il cerchio si chiude. Alain aveva ragione a stappare lo champagne: è sua la vittoria finale. La storia dei Vareille commosse la Francia. Vivevano a Bougival, nella banlieue bene parigina. Alain, 32 anni, gestiva una serie di società paterne. Nessun problema economico. Ma un'ossessione inappagata: rendere felice Carole. Non ci riusciva. O almeno così era persuaso stessero le cose. E in affari temeva di non essere all'altezza. Nacque così il folle progetto: morire insieme per vivere meglio «in un luogo paradisiaco». Come spiegò più tardi in tribunale l'assassino. «Volevo ucciderla nel sonno perché non soffrisse. Provai invano 20, 50 volte. Mi avvicinavo con la carabina, un calibro 22 Long Rifle. Ma senza farcela a premere il grilletto». I tentativi dureranno una settimana. Alla fine trova il coraggio. Uno sparo nel buio, e Carole muore. Il padre sveglia i bambini, che non hanno sentito l'esplosione. «Mamma è in viaggio, andiamo a raggiungerla!». Si parte. Virginie e Michael apprezzano l'inattesa avventura. II cadavere di lei è nel bagagliaio. La Golf si dirige verso l'Atlantico. Ci arrivano all'alba. Arcachon, presso Bordeaux. Uno scorcio di Francia «bello e calmo»: «Carole l'adorava» racconterà il marito. Adesso papà scava. Una grande buca nella sabbia. I piccoli credono sia un gioco. «E' la nostra casetta» mormora lui. Poi chiede al bimbo di allontanarsi. E fa stendere nella fossa Virginie. Echeggia il secondo sparo. L'ultima pallottola fredderà Michael. Non rimane che aggiungere il cadavere di Carole e ricoprire la provvisoria sepoltura. Alain vuole sì togliersi la vita, ma non senza aver messo in ordine gli affari domestici. Bisogna disdire luce, telefono, gas, lasciare precise disposizioni testamentarie, scrivere qualche lettera. Ma nelle ore successive finirà per confidare il crimine a un amico. Che lo denuncia. «Signor giudice, mi creda: ero già morto mentre facevo fuoco». Ir. carcere alterna deliri, pulsioni suicide e una lucidità estrema. Lo internano in Corsica. La fuga risale a qualche giorno fa. Le circostanze sono «tuttora da accertare». Appurarle non modificherà, purtroppo, la tragedia. Alain voleva completare l'opera. Si era definito «imperdonabile». «Ma i miei bimbi, loro almeno, adesso conoscono la felicità» disse agli psicologi. Per correggersi: «E se invece io mancassi loro davvero?». Ora, forse, li ha ritrovati. Enrico Benedetto
Persone citate: Alain Vareille, Long Rifle
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