Arbore, trionfo a Foggia tra lacrime e batticuore di A. Anna Langone

Il primo concerto dello showman nella sua città Il primo concerto dello showman nella sua città Arbore, trionfo a loggia tra lacrime e batticuore FOGGIA. «Mann' ditt i cumpagn: statt' attint o core stasera». Traduzione: «Gli amici m'hanno detto: stasera, stai attento al cuore». E' confidenza con cui Renzo Arbore ha aperto il suo primo concerto a Foggia, in una piazza Cavour gremita da 30 mila persone, che non hanno esitato ad aprire anche balconi e finestre degli uffici pubblici, ovviamente chiusi di sera, per guadagnarsi una visuale migliore. Fazzolettone rosso al collo, cintura con fibbia in Strass e immancabile gilet, Arbore non aveva la solita aria scanzonata e c'è chi giura di averlo visto piangere fra un brano e l'altro. In giornata, prima del concerto, ha accusato una serie di malesseri tipici dell'emozione: mal di schiena, difficoltà respiratorie e disturbi di stomaco che l'hanno costretto ad un semidigiuno. Ma non ha mancato all'appuntamento, presentandosi nel pomeriggio persino alla cerimonia in Municipio, in abito grigio, insolitamente azzimato, a ritirare il sigillo della città. La voce gli tremava quando, dopo aver intonato «Era di maggio», ha confessato che il ragazzo cresciuto nei circoli musicali foggiani, sognando di fare l'artista, mai avrebbe pensato di suonare, un giorno, in piazza Cavour. E sull'onda dell'emozione, ecco la dedica del concerto, offerto gratis ai foggiani insieme all'Orchestra italiana: a Franco Tolomei, musicista scomparso che ad Arbore regalò il primo clarinetto. Tre ore di spettacolo con Arbore sempre li, a salutare i «cumpagn'», chiamandoli per nome: dal papà di Gegè Telesforo, medico, che poco prima lo aveva tranquillizzato per quegli strani disturbi, al pastaio Nini Tamma. L'ex uomo della notte ha rin¬ graziato per ogni coro, per ogni applauso, intonando, sulla presentazione di «Io te vurria vasà» una condanna alla guerra in Bosnia: «Se noi artisti dessimo l'impulso ai potenti della Terra a dirsi questa frase, le cose forse andrebbero meglio». Ogni canzone è stata lo spunto per toccare corde dei sentimenti dei propri concittadini: ecco, con «Reginella», l'arrivo dei napoletani nei vicoli della Foggia vecchia, mezzo secolo fa, dopo i feroci bombardamenti alleati. Nell'improvvisato talk-show ha trovato posto anche la beneficenza (la Lega del Filo d'Oro di cui Arbore è testimonial) e il rimpianto per le cose semplici rubate dalla celebrità, come il piacere di passeggiare sul «corso», cosa che ora lo showman deve fare, quando torna a Foggia, «a mucciona» (di nascosto). Né poteva mancare il riferimento al calcio: dopo i bis, Arbore ha indossato la maglia del Foggia, auspicando un rapido ritorno in serie A. Anna Langone

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