De Simone, da Napoli la sfida ai Conservatori del degrado

De Simone, da Napoli la sfida ai Conservatori del degrado il caso. Direttore outsider per rilanciare San Pietro a Majella De Simone, da Napoli la sfida ai Conservatori del degrado j] NAPOLI i L ministro della Pubblica 1 Istruzione Giancarlo i Lombardi ha nominato *J «per chiara fama» Roberto De Simone nuovo direttore titolare del Conservatorio di musica di Napoli. E' una decisione, nel dopoguerra, senza precedenti: il compositore e regista napoletano, autore de La gatta Cenerentola, instancabile scopritore e reinventore delle tradizioni culturali della sua città, non è un docente di ruolo, non ha vinto concorsi. La decisione ministeriale scavalca graduatorie antiche quanto le attese, rivalità mal taciute. Ma dal prossimo 1° novembre sarà lui a governare gli 800 studenti del San Pietro a Majella, luogo prestigioso, erede delle scuole del Settecento che nutrirono di canto l'intera Europa quando, come diceva Stendhal, c'erano «solo due capitali, Napoli e Parigi». Lo attende un lavoro immenso, ma De Simone non si spaventa: «Sono felice, ritorno dove ho studiato da ragazzo, in uno dei luoghi che più amo. Ho accettato perché penso di poter riportare il nostro Conservatorio all'importanza che gli deve essere propria». La sua nomina è stata sollecitata dal sindaco Bassolino, che in proposito aveva scritto al ministro; ha avuto il sostegno di Riccardo Muti, di settori importanti della cultura napoletana: «La nomina - dice il comunicato del ministero - si inserisce nel progetto che vede la città impegnata nella valorizzazione del proprio patrimonio culturale, nel recupero della propria identità». L'attesa è forte, la speranza è che venga smentita la profezia di Salvatore Accardo, quando disse che «i Conservatori italiani vanno chiusi, perché formano degli incompetenti, e dei disoccupati». Furono in molti a non dargli torto, anche nella città che vanta la scuola pianistica di Vincenzo Vitale. De Simone comincerà a mettere ordine nel gioiello che il mondo ci invidia, la biblioteca del Conservatorio, dove volentieri Stravinskij si annegò tra Pergolesi, Paisiello e Cimarosa. Oggi quell'oceano di musica è quasi inaccessibile, le partiture sono catalogate solo in parte, interminabili procedono e si fermano i lavori di restauro, scarso e non sempre all'altezza è il personale responsabile. «E' un tesoro incredibilmente tenuto sotto chiave. Bisognerà cambiare la legge che ancora la considera una biblioteca scolastica e non ci consente di utilizzare degli specialisti, che pure ci sono», dichiara il maestro. La riscossa partirà da lì, l'obiettivo finale è trasformare il Conservatorio in un «laboratorio, crocevia di contatti internazionali, in continua collaborazione con l'Università, l'Accademia, i Musei di Napoli, il Teatro San Carlo», di cui per due volte De Simone ha rifiutato la direzione artistica. Il compositore sarà così il terzo direttore titolare, non incaricato, né prorogato. Tre su 55 Conservatori italiani: con De Simone a Napoli, Irma Ravinale a Roma e Marcello Abbado a Milano. Paradosso possibile quando, come dice il musicologo Quirino Principe, «è infame la lega- lità, non l'illegalità; quando non si fanno per anni i concorsi e l'accesso alle cattedre è diviso, a metà, tra chi possiede solo titoli e chi ha sostenuto invece degli esami. L'iniziativa del ministro sarebbe più apprezzabile se esistesse, come norma, un controllo rigoroso della qualità». E invece abbiamo direttori inquisiti per truffa e abuso d'ufficio, altri sospettati dagli insegnanti di governare con troppa disinvoltura il conferimento di incarichi e supplenze. Altri ancora che un concorso l'hanno vinto da anni, ma non possono dirigere nulla per via di ricorsi degli sconfitti, dei tempi lunghissimi e degli ostacoli non sempre limpidi creati da quella burocrazia ministeriale che oggi De Simone vede come «il principale ostacolo alla creatività». «Ci sono perfino docenti senza diploma, immessi in ruolo solo perché hanno insegnato, a spizzichi e bocconi, per 365 giorni», si indigna la Ravinale. «Sono queste situazioni a rendere legittime le affermazioni di Accardo». «Ben venga la nomina di De Simone - dice Marcello Abbado -. Almeno smuove una situazione di stallo: un direttore a pieno titolo, come sarà lui, potrà fare programmi, indicare strategie, vincere la rassegnazione che sembrava negli ultimi tempi dominare ima grande istituzione musicale». Sandro Cappelletto MagluddgflCpgAtspczscuHutdInTdttddEAdnDcrriE Arriva l'autore della «Gatta Cenerentola» senza cattedre né concorsi appoggiato da Bassolino e Muti wmmmmMamamsmmm Qui accanto, Roberto De Simone. Nella foto a destra: Igor Stravinskij, che «si annegò» tra gli spartiti di Pergolesi e Paisiello nella biblioteca del Conservatorio di Napoli