D'Alema: nel '68 tirai una Molotov a Pisa di Pierluigi Battista
D'Alema: nel '68 tirai una Molotov a Pisa Il leader pds alla festa di Cuore: ho partecipato a molte manifestazioni e scontri con la polizia D'Alema: nel '68 tirai una Molotov a Pisa «Ma in quella stagione era ben diverso il volto dello Stato» UN «PECCATO» DI GIOVENTÙ' IMONTECCHIO L '68. La Normale di Pisa. Il giovanissimo Massimo D'Alema. Il «figlio del partito», il disciplinatissimo, serissimo, glaciale Massimo D'Alema che assieme agli studenti pisani scaglia una bottiglia Molotov contro le forze dell'ordine. Non è fantacronaca, ma il singolare ricordo autobiografico che il segretario del pds regala al pubblico della festa di Cuore in corso a Montecchio. «Da ragazzo ho buttato le bombe Molotov» ha detto il segretario del pds ai ragazzi cuoristi venuti ad ascoltare le sue risposte a Michele Serra e Gad Lerner. D'Alema parla a lungo dello prospettive del centro-sinistra, del governo e di quella «sensibilità della sinistra che concepisce ancora l'andare al governo come una cosa deplorevole», dell'«attore straordinario» Silvio Berlusconi davanti alle cui operazioni di vendita di quote Mediaset annunciate come risoluzioni del conflitto d'interesse bisogna ironicamente «levarsi tanto di cappello». Parla ancora, e oramai è sera tardi, deH'«esperienze originale del comunismo italiano» non riducibile a una «versione italiana furbastra del grande orrore del gulag staliniano». Ma parla anche e diffusamente di «professionismo politico» e rivendica polemicamente la validità dell'apprendistato compiuto nell'apparato di partito. Polemicamente, soprattutto con i giornali che non soltanto in passato hanno dipinto un D'Alema ferreo uomo d'apparato contrapposto a un Walter Veltroni più contaminato con la società civile e con un'immagine meno legata a quella tradizionale del figlio del partito. «Mi viene da sorridere», dice D'Alema, «quella compiuta da Veltroni è una brillante carriera nell'apparato molto più "palatina" della mia». «Veltroni è cresciuto nel palazzo di Botteghe Oscure per almeno vent'anni» dice ancora D'Alema e qui arriva la battuta che vuole marcare il senso di una differenza biografica: «Nel '68 ho lanciato bottiglie Molotov». Qualcuno nel pubblico applaude. Ma la battuta di D'Alema passa apparentemente inosservata. Se non fosse per l'uscita pressoché immediata di un'agenzia Agi il cui titolo «D'Alema ha lanciato bottiglie Molotov» rimbalza sul palco della festa. E allora al segretario del pds tocca spiegare un po' meglio: «Quando ero studente alla Normale di Pisa, nel '68, abbiamo vissuto un'epoca in cui era ben diverso il volto dello Stato. Si consumavano per le strade tremende battaglie, con i candelotti lacrimogeni sparati ad altezza d'uomo». Ci fu in quel periodo l'episodio della Bussola, il locale di Viareggio dove venne contestata dagli studenti la festa di Capodanno del '69: «C'ero anch'io in quell'occasione. Nel¬ lo scontro con la polizia lo studente Soriano Ceccanti venne colpito alla spina dorsale». La serata va avanti con le domande del pubblico. Viene addirittura evocata la figura di Ciriaco De Mita: «Dato che De Mita è un uomo intelligente, capirà da solo che non può presentarsi con delle forze che rappresentano il rinnovamento» dice D'Alema. Ma ormai il chiodo della «bottiglia Molotov di D'Alema» è penetrato nell'atmosfera della serata. «Non è che questo qui avrà ammazzato qualcuno?», fa il comico Paolo Hendel tra le risate del pubblico. «Certo che no», gli risponde D'Alema, «ma non dobbiamo cancellare un pezzo di storia lontana. E comunque posso sempre spiegare qual è la differenza tra bottiglia Molotov e bottiglia incendiaria». E il popolo di Cuore applaude ancora. Pierluigi Battista «Ma state tranquilli non ho certo ucciso qualcuno» «Ricordo i candelotti lacrimogeni sparati ad altezza d'uomo» Qui sopra una manifestazione nel '68 a Roma a destra una foto «giovanile» di Massimo D'Alema
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