Prodi: voglio l'alternanza

Il candidato dell'Ulivo prevede: un Dini-bis in autunno, varo delle regole, elezioni in primavera Il candidato dell'Ulivo prevede: un Dini-bis in autunno, varo delle regole, elezioni in primavera Prodi: voglio l'alternanza «La Grande Coalizione? Una rovina» INTERVISTA LA STRATEGIA DEL PROFESSORE QROMA UANDO lo sfrucugliamo sull'Ulivo un po' rinsecchito nell'estate siccitosa (abbiate pazienza per la banalità, ma la metafora politica è un genere maledetto), dobbiamo dire che a Romano Prodi gliene scappa una proprio buona (magari gli fosse venuta l'altra sera in televisione con Lucia Annunziata): «Tutti hanno problemi, ma dall'altra parte - si diverte - prima c'era la Fininvest, ora ci sono il signor Fini e il signor Investi). La teoria del professore è semplice: «Berlusconi, con l'operazione Mediaset, ha fatto i soldi, bei dobloni, liquidità con cui si farà una campagna elettorale ancora più faraonica. Il povero Fini, invece, resta a guardare col dito in bocca e, per di più, deve continuare a portar acqua agli interessi del signor Invest. Veh, io ho l'impressione che Fini cominci a stufarsi». Vabbè, professor Prodi, magari il Polo rischia di squagliarsi, se vogliamo continuare a parlare per metafore, ma lei rischia di finire in naftalina per i prossimi due anni, se si fa il governo con tutti dentro. «Guardi, questa storia del governo di garanzia che va avanti fino al 1997 mi sembra veramente poco realistica. Qualcuno ci starà provando, ma non vedo traccia di un vero mosaico. Anzi, sento Berlusconi che strepita come al solito per fare le elezioni ieri». Ma se in questo generale impazzimento della politica, invece, capitasse? «I governi di tutti si fanno in momenti d'emergenza per obiettivi precisi. In questo caso, si tratterebbe della riforma della Costituzione e delle regole elettorali. Quindi, si tratterebbe di un governo di breve durata. Ma non voglio neanche prendere in considerazione l'ipotesi». Perché? , , «Sarebbe un pasticcio consociativo, che rovinerebbe tutti i partecipanti, oltre a portare alla rovina il Paese». D'Alema la pensa come lei? «Mai mi ha parlato della formula della Grosse Koalition, che poi, diciamolo, sarebbe un trucco per rifare la Grosse DemoKrazia Kristianen e far saltare il maggioritario. Da noi il trasformismo è di casa, abbiamo un sacco di nipotini di Depretis». Sospetta Buttiglione, D'Onofrio, magari Cossiga? «Buttiglione, i decidi e gli altri hanno tutto il diritto di tentare missioni impossibili, ma a me non mi riguarda. Dovrebbero aver capito che non c'è nessuna possibilità di ricostruire il centro e, comunque, sarebbe il disastro per il Paese, sarebbe il ritorno alla consociazione». Quindi lei si chiama fuori fin d'ora rispetto all'ipotesi di un governo di garanzia? «Io ho deciso di far politica perché, dopo 134 anni di storia unitaria, spero nel ritorno all'alternanza. Altri disegni non m'interessano e non mi commuovono: sono One Mission Man, non un uomo per tutte le stagioni». Quindi, comunque vadano le cose, lei professor Prodi non si vede con l'aureola di Riserva della Repubblica, come Ciampi? «Ma per carità! Se vedessi qualche concordia sulla Grosse Koalition ci metterei dieci-minuti-dieci per tornare al mio mestiere. Se è questo che vuol sapere, non ho vie di ritirata, perché le ho volutamente chiuse tutte prima ancora d'incamminarmi». Se non vogliamo andare più per pessime metafore, andiamo per qualche luogo comune: la politica non è l'arte del possibile? «Può darsi, ma io perseguo la via che ho scelto: costruzione di una coalizione che andrà alle elezioni con un programma unico e un simbolo unico. La forza di attrazione sarà enorme. Non è vero affatto, come lei dice, che l'Ulivo si sta rinsecchendo, anzi più si va avanti più mi sembra destinato a riscuotere un grande premio. Ricorda soltanto pochi mesi fa quando ci descrivevano come boy scout un po' velleitari? Abbiamo fatto miracoli: quantomeno, siamo alla pari con il signor Invest. Oggi, con un buon programma unitario e con buone candidature abbiamo la possibilità di ripetere il successo delle elezioni regionali». «Secondo me, il calendario è questo: governo Dini-bis in autunno, varo delle regole, elezioni in primavera. Se si è seri, questo è il tempo che occorre per modificare l'articolo 138 della Costituzione». Eppure, non è tutto semplice come lei dice. Le ambiguità sono tante e da tutte le parti. Per dirne una: lei è contro il presidenzialismo, ma sta facendo una campagna elettorale presidenzialista. «Visibilità del candidato non vuol dire presidenzialismo. La visibilità è tanto forte nel sistema francese, come in quello tedesco, che non ò presidenziale. Detto questo, il presidenzialismo non è affatto da escludere, ma soltanto quando questo Paese sarà dotato dei necessari pesi e contrappesi». Vuol dire che non sarebbe carino, ad esempio, che un presidente della Repubblica o del Consiglio eletto dal popolo facesse un'operazioncella con la Banca di Roma, istituto sostanzialmente pubblico, come quella fatta in questi giorni da Berlusconi, con il tam-tam e l'appoggio non solo degli amministratori aziendali, ma di metà del Parlamento? «Non c'è proprio da fare ironia: Berlusconi disponeva già di fortissime risorse creditizie, adesso la Banca di Roma, che punta a una saggia operazione di rientro dalla sua esposizione, gli ha montato un'altra iniezione di liquidità. Sarebbe avvenuto se Berlusconi non fosse stato un importante leader politico? Faccia lei. Fatto sta che il nostro sistema creditizio opera una sana e robusta difesa dell'esistente, opera per a conservazione. E' nient'altro che il prolungamento in economia di quello che ò il trasformismo tipico della politica italiana, che spaccia l'immutabilità come fine dell'instabilità». Gli sviluppi previsti per l'operazione Mediaset non indurranno alla fine Berlusconi a fare ancora l'imprenditore, invece che lo statista? «Neanche per sogno, non rinuncerà mai a tentare di fare lo statista. Ora ha più liquidità per perseguir!! il suo obiettivo. Ciò non vuol dire che il Polo sia più forte, anzi è politicamente più debole, non ha uno straccio di programma. E' finita la politica unitària, nelle commissioni parlamentari si osservano continui cambiamenti di fronte, si ricostituiscono diverse gerarchie di potere, tra i deputati di Alleanza nazionale riemergono i falchi ex fascisti. La costituzione del centro autonomo sarebbe veramente letale, il colpo di grazia per un Polo che sopravvive faticosamente sotto il macigno dell'interesse privato del suo leader. Mi viene in mente, a riprova di quanto dico, l'ex ministro di Forza Italia Podestà, che ha raccolto 248 firme per rinviare le elezioni. In altri tempi, sarebbe stato imbavagliato e poi sbranato da Berlusconi, adesso fa come gli pare». Scusi sa, se la richiamo sempre ai problemi suoi: oltre a tutti gli altri, lei ha quello che si chiama Bossi. Pare che adesso treschi di nuovo con la destra. «Può darsi, ma Bossi ha salvato la democrazia italiana da Berlusconi, perché adesso dovrebbe mandare tutto in malora?». Lei è sempre troppo buono, professore. «Sì, del buonismo ho il brevetto, il trade mark e non me ne pento affatto. La politica è nata per evitare le guerre, la democrazia ne è uno strumento. Ma sappia che il buonismo non è transigenza. Io sono buono, ma cocciuto, come credo di aver dimostrato più volte nella mia vita, per esempio all'Iri nei momenti importanti». Ma lei è così buono che, campione del cattolicesimo, si fa sfottere un po' anche dai cattolici. «Credo di aver previsto in tempi non sospetti che il mondo cattolico sarebbe andato verso un grande pluralismo: cardinali, vescovi e semplici fedeli. E' giusto che sia così, come avviene in qualunque Paese serio e moderno». Il suo rapporto col cardinal Ruini è sempre buono? «Guardi, io non strumentalizzerò la Chiesa mai, in nessun modo. Non le dirò neanche se dialogo col mio angelo custode, contrariamente ad altri - lei sa di chi parlo - che non riescono a tenere riservati neanche fatti così intimi». Alberto Staterà «Berlusconi ha fatto i soldi con l'operazione Mediaset E Fini comincia a stufarsi» anza ovina» Romano Prodi il professore dell'Ulivo «Berluscocon l'operE Fini comcresta a chemiasmsopmasuoripstrha le estada parSptcal«Pudeni,daLp«Sìtra Romano Prodi il professore dell'Ulivo