La risposta serba: bombe a tappeto

Estero Uragano di fuoco su Sarajevo, Tuzla, Mostar. Dodicimila in fuga dall'inferno di Bihac La risposta serba: bombe a tappeto A Zepa lotta fino all'ultimo uomo SARAJEVO. Mentre a Londra si tentava di fermare la mattanza bosniaca, sul terreno la situazione precipitava in tutto il Paese. Ieri i serbi hanno bombardato Zepa, Sarajevo, Tuzla, ma anche Dubrovnik e Mostar mentre un'offensiva sull'enclave di Bihac ha provocato la reazione della Croazia che ha minacciato un intervento militare. Le artiglierie serbe hanno nuovamente aperto il fuoco contro l'enclave di Zepa dopo che i bosniaci hanno respinto l'accordo che sembrava ormai raggiunto per lo sgombero dei feriti e di donne, anziani e bambini. Il governo di Sarajevo non ha creduto al generale serbo-bosniaco Ratko Mladic che aveva promesso un futuro scambio con prigionieri serbi se tutti gli uomini, dai 18 ai 55 anni, si fossero arresi alle sue truppe. Secondo fonti dell'Onu gli abitanti di Zepa, circa 15-16000 persone, sono terrorizzati dalla possibilità che molti degli uomini vengano uccisi come è avvenuto per le centinaia di Srebrenica. Becir Heljic, l'assessore anziano dell'enclave musulmana raggiunto via radio da Sarajevo, ha proclamato: «Siamo decisi a combattere fino all'ultimo uomo». La caduta di Zepa sembra però inevitabile soprattutto dopo l'annuncio di Stati Uniti, Francia e Gran Bretagna che a Londra sembrano essersi impe¬ gnati per la difesa di Gorazde, l'altra enclave orientale, ma non hanno neppure citato Zepa. Le milizie di Radovan Karadzic hanno bombardato anche Sarajevo. Alle 11 e 10, pochi minuti dopo l'inizio della conferenza di Londra, alcune granate hanno colpito il centro della città provocando 10 feriti tra cui quattro bambini. A sera l'attacco si è ripetuto dopo l'annuncio delle decisioni di Londra: stavolta quattro persone sono rimaste uccise e sei ferite per tiri di mortaio. I proiettili hanno centrato la zona di Kosevo Brdo, un quartiere del centro. Due granate serbe sono cadute anche alla periferia di Tuzla dove ieri, a sorpresa, le autorità bosniache hanno cominciato a sgomberare la base di Dubrave, vicino alla città dove da una decina di giorni si trovavano 6500 civili fuggiti da Srebrenica. I bosniaci hanno motivato la decisione con «motivi di sicurezza» perché la base di Dubrave è sotto il tiro delle artiglierie serbe. Secondo l'Alto commissario per i rifugiati 4500 persone saranno trasferite. I dannati di Srebrenica dovranno affrontare un altro viaggio verso l'ignoto: 1500 saranno sistemati nella zona di Tuzla, gli altri a Sud di Gradacac e di Brcko, due città che si trovano sulla linea del fronte. Le artiglierie serbe hanno bombardato anche Mostar dove una donna è morta e Dubrovnik dove le esplosioni hanno danneggiato una condotta dell'acqua. La situazione sta precipitante anche nell'enclave di Bihac dove, secondo l'Onu, l'offensiva di truppe congiunte dei serbi di Krajina e di Bosnia, appoggiati dai miliziani del leader secessionista musulmano Fikret Abdic, avrebbe conquistato 50 chilometri quadrati di territorio. Dodicimila civili sono in fuga dai combattimenti. Questa offensi- va ha fatto scattare un'allarmata reazione della Croazia che in una lettera inviata al Consiglio di sicurezza dell'Onu ha minacciato un intervento militare se venisse meno, a causa dell'oc¬ cupazione serba, lo status di «zona protetta» dell'enclave e si tentasse di trasferire altrove (e l'unico territorio possibile sarebbe in questo caso la Croazia) i 200 mila musulmani che la po- polano. Intanto il presidente turco Suleyman Demirel ha raggiunto Zenica per incontrare il presidente bosniaco Alija Itzebegovic e gli ha espresso totale appoggio (Ankara è stata ancora più decisa della Francia, nel convegno di ieri a Londra, nel chiedere sostegno per i correligionari di Zepa, Goradze e Sarajevo) condannando l'inerzia dell'Onu. A Spalato continuano ad arrivare, a piccoli gruppi, i soldati francesi, inglesi e olandesi della Forza di reazione rapida. E ieri, per la prima volta a cinquantanni dalla fine della seconda guerra mondiale, sono arrivati nel porto croato anche i primi 35 soldati tedeschi in missione umanitaria. Il loro compito sarà quello di allestire un ospedale da campo nella zona. Da ieri l'aeronautica tedesca dispone anche di 14 caccia Tornado, dislocati nella base italiana Nato di Piacenza. Si tratta di 8 aerei equipaggiati con apparecchiature elettroniche in grado di identificare e distruggere postazioni contraeree e di 6 ricognitori. Da Napoli il Comando Sud della Nato ha smentito la notizia diffusa dall'agenzia di informazione jugoslava Tanjug, secondo cui un cacciabombardiere dell'Alleanza sarebbe precipitato in Erzegovina. lAnsal Soldati bosniaci fuggiti dall'assedio di Srebrenica trasportati dai loro compagni attraverso le foreste Sono circa 4000 i militari musulmani che sono riusciti a rompere l'assedio

Persone citate: Becir, Fikret Abdic, Radovan Karadzic, Ratko Mladic, Suleyman Demirel