In fuga con la figlia morente di Tito Sansa

In fuga con lo figlia morente La bimba ha un cancro: i genitori rifiutano la medicina tradizionale In fuga con lo figlia morente Da Vienna a Malaga, ma la polizia li scova UNA VITA IN GIOCO UVIENNA NA bambina di sei anni sta morendo, divorata da un cancro a un reno, perché i suoi genitori, dopo averla sottratta alle cure dei medici specialisti, l'hanno affidata a un medicastro e poi sono fuggiti all'estero, facendo perdere le loro tracce per alcune settimane. E ora, dopo che la televisione ha mostrato le sofferenze della bimba (in un servizio registrato durante la fuga), tutta l'Austria si è commossa. Olivia Pilhar, la malata, è una bimba bellissima, gracile, delicata, ha lunghi capelli neri e occhi neri, come una piccola indiana. La televisione l'ha mostrata con il ventre gonfio, mentre la mamma la spalmava con un unguento consigliatole dal guaritore. Questi è un personaggio noto alle cronache, Geerd Hamer, padre di quel Dirk Hamer che negli Anni 70 fu ucciso in Corsica da un colpo di fucile sparato da Vittorio Emanuele di Savoia. Da 9 anni a Geerd Hamer, laureato in Medicina, è stato vietato di esercitare la professione medica perché rifiuta le cure tradizionali. La sua casa a Colonia, in Germania, è tuttavia assai frequentata da ma- lati che hanno fiducia in lui. Tra questi i genitori di Olivia, Helmut ed Erika Pilhar, di 30 e 28 anni, una coppia normale (lui è tecnico di computer, hanno altri 2 figli). Il dramma della bimba cominciò il 17 maggio, quando Olivia lamentò mal di pancia. Visitata il giorno dopo dai medici di Wiener Neustadt, fu trovata affetta da un tumore maligno al rene destro e trasferita d'urgenza nell'ospedale infantile di Sant'Anna a Vienna. Il primario Olaf Juergenssen consigliò una chemioterapia e in un secondo tempo un intervento chirurgico. I genitori sombrarono accettare ma poi, viste alcune bambine che avevano perduto i capelli in seguito alla chemioterapia, si spaventaro¬ no. Portarono via la bimba dall'ospedale e cercarono Hamer, il quale disse che il tumore derivava da una «situazione conflittuale» e ordinò una cura a base di unguenti. A questo punto il primario Juergenssen si rivolse alla magistratura. «Bisogna assolutamente curare Olivia - disse - altrimenti è condannata, la sua morte è sicura come l'a¬ men in chiesa». Ma della famiglia Pilhar nessuna traccia. In loro assenza la magistratura ha privato i genitori della patria potestà. Ieri, finalmente, dopo drammatici appelli loro rivolti attraverso radio e tv da medici e dai nonni della piccina, la famiglia Pilhar è stata rintracciata in un albergo di Malaga, in Spagna. La magistratura ha minacciato di emettere mandato di cattura se non rientreranno immediatamente in Austria. Subito per Malaga è partito un jet «Falcon» del pronto soccorso austriaco con a bordo due medici (una pediatra e un oncologo) per contattare i coniugi Pilhar. Dalle prime notizie risulta che i due genitori hanno rifiutato. Hanno ceduto un poco quando il cancelliere austriaco Vranitzky si è attaccato al telefono e, raggiunto il padre di Olivia, gli ha assicurato tutta l'assistenza finanziaria e tecnica necessaria per salvare Olivia. Più tardi si è mosso perfino il presidente della Repubblica, Klestil, che ha parlato con la madre di Olivia. In lacrime la donna gli ha assicurato che vuole solo «il bene di Olivia», ma non è sembrata disposta ad affidarla alla medicina tradizionale. Se entro oggi i coniugi Pilhar non cederanno, verranno arrestati dalla polizia spagnola. E Olivia sarà probabilmente ricoverata nella clinica universitaria di Malaga. «Ci sono ancora 50 probabilità su 100 di salvarla, se non si perde altro tempo» ha detto il primario Juergenssen. Tito Sansa Un'immagine di Malaga, dove sono stati rintracciati i genitori della bimba malata

Persone citate: Dirk Hamer, Erika Pilhar, Falcon, Hamer, Klestil, Olivia Pilhar, Vranitzky