«Su Tortora ho detto il falso» di Fulvio Milone
«So di avergli fatto del male, ma fui costretto a mentire» «So di avergli fatto del male, ma fui costretto a mentire» «Su Tortora ho detto il falso» IIpentito Melluso: Enzo era innocente NAPOLI. Accusò Enzo Tortora che, in seguito alle confessioni del «pentito», fu condannato in primo grado e bollato come un trafficante di droga al soldo della camorra, un «cinico mercante di morte». A dieci anni da una delle pagine più discusse della storia giudiziaria napoletana, Gianni Melluso fa marcia indietro: lui, che gettò manciate di fango addosso allo showman morto di cancro poco dopo l'assoluzione al processo d'appello, spiega di avere inventato tutto. Lo rivela «Visto», il settimanale che nel numero in edicola oggi pubblica il contenuto di una deposizione durata quattrodici ore davanti al procuratore presso la pretura di Spoleto, Vincenzo Scolastico, e al pm di Salerno Ennio Bonadies. Gianni «il bello», piccolo malavitoso non nuovo a colpi di scena ad uso e consumo dei rotocalchi, è detenuto per rapina nel carcere di Spoleto. Lì ha deciso di «restituire dignità alla memoria» di Tortora. Come? Convocando i magistrati e spiegando loro durante un colloquio videoregistrato che non poteva «più vivere con questo incubo». «Ho fatto male ad un uomo innocente - ha detto «il bello» -. Quando vedevo Tortora invecchiato e malato provavo una gran pena. Ma cosa potevo fare? Ero inchiodato ad un male- detto copione che dovevo recitare». Quando decise di pentirsi, nell'inverno dell'84, Gianni Melluso era rinchiuso nel penitenziario di Paliano: «Mi portarono a Napoli, nella caserma dei carabinieri «Pastrengo», dove dove fui accolto da numerosi collaboratori di giustizia. Mi dissero: non fare il fesso, quello l'abbiamo già accusato noi, tu dacci una mano e otterrai ciò che vuoi». «Melluso - sostiene «Visto» costruì un teorema accusatorio da lui stesso giudicato davvero incredibile». Un castello di menzogne, insomma, che sarebbe stato costruito a beneficio dei giudici napoletani. Almeno così sostiene l'ex pentito, che fino a qualche tempo fa ha continuato a lanciare dichiarazioni velenose contro Tortora: «Mi si volle credere - avrebbe giurato davanti ai magistrati Scolastico e Bonadies -, avevo capito che agli inquirenti facevano comodo le mie parole: evidentemente temevano che, se le accuse ad un personaggio tanto famoso fossero cadute, sarebbe crollata anche l'intera operazione di polizia condotta contro la camorra di Raffaele Cutolo». L'articolo del settimanale da oggi in edicola ha provocato la reazione immediata di Silvia Tortora, figlia dello showman: «Mi colpisce il fatto che quell'uomo affermi di aver accusato un innocente perchè ciò faceva comodo ai magistrati. A questo punto vorrei ricordare che un mese fa, a Milano, dove io e mia sorella abbiamo presentato una denuncia per diffamazione contro Melluso, un gip ha ritenuto di non dover procedere. Abbiamo presentato un ricorso che, inoltre, è stato respinto dal procuratore generale». Ma Silvia Tortora non si rassegna: appena ha saputo della pubblicazione dell'articolo, lei e sua sorella Gaia hanno incaricato l'avvocato Nino Marazzita di denunciare i magistrati napoletani ai quali Melluso ha fatto riferimento durante l'interrogatorio nel carcere di Spoleto. L'avvocato Raffaele Della Valle, vicepresidente della camera dei deputati, fu uno dei difensori di Tortora: «Quello che Melluso avrebbe rivelato giorni fa ad un magistrato è esattamente ciò che io e i miei colleghi avevamo cercato di far capire a giudici sordi e insensibili - commenta -. A questo punto attendiamo si faccia luce una volta per tutte sul caso Tortora e che si accertino eventuali responsabilità sulla gestione dei presunti pentiti. E' giunto il momento di sapere se da parte degli inquirenti dell'epoca vi siano state colpevoli omissioni o negligenze». Fulvio Milone Il grande accusatore ritratta 10 anni dopo Le figlie del presentatore denunciano i magistrati SMdpIrLd Sopra Silvia Tortora. Accanto Melluso mentre guarda la foto dell'arresto di Tortora. A sinistra: il pentito
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