Pensioni, volata in Senato con una pioggia di modifiche di Paolo Patruno

Pensioni, volata in Senato con una pioggia di modifiche ITALIA Treu ottimista, ma non si esclude il ricorso al voto di fiducia Pensioni, volata in Senato con una pioggia di modifiche ROMA. Resta ottimista il ministro del Lavoro, Treu, anche davanti alla barriera di un centinaio di emendamenti alla riforma previdenziale che si profilano in Senato. E si dice fiducioso sull'approvazione definitiva entro la prima settimana di agosto, come da calendario governativo. Anche se il dibattito in aula al Senato è fissato per il 31 luglio e il 4 agosto la Camera ha già stabilito di chiudere «per ferie». E' solo ottimismo di facciata? Dopo aver superato tutte le trappole disseminate alla Camera, ieri Treu ha detto che «il clima in Senato è buono, molto collaborativo». Perciò, è stata la sua conclusione, «se come sembra le modifiche saranno poche e circoscritte, i deputati potranno approvare definitivamente la riforma in un solo giorno. E se non sarà proprio il 4 andrà bene anche sabato 5: io non sono cultore della settimana corta». Resta il fatto che comunque si correrà sul filo dei giorni, anche in questa ultima volata al Senato. Al di là delle rassicurazioni di Treu, la prospettiva resta infatti quella di un dibattito a ritmo serrato, con l'ombra incombente del ricorso al voto di fiducia, se gli emendamenti rischieranno di rallentare la corsa o snaturare la natura della riforma. Anche perché dal fronte dell'opposizione, Bertinotti lancia nuovi segnali di guerra. «Ripartiamo nella battaglia al Senato - sostiene il leader di Rifondazione - presentando un pacchetto qualificato di emendamenti. Senza la loro approvazione avremo soltanto una controriforma, una pessima legge contro la quale confermiamo la più drastica opposizione». Questa dichiarazione di guerra non dovrebbe sfociare però in forme d'ostruzionismo e la capogruppo di Rifondazione al Senato, Ersilia Salvato, smorzando i toni, lancia segnali di disponibilità per azioni comuni con le forze della sinistra. Ma in che misura la riforma potrà essere modificata in Senato? DaH'«azzurro» Masini arriva un perentorio altolà: guai a toccare il testo approvato dalla Camera, «se non si vuole tornare a parlare di pensioni a settembre con il governo Dini in piena forma». Ben diverso l'atteggiamento delle altre forze. Delfino (Ppi) sollecita poche modifiche per aumentare il consenso attorno alla riforma; la sindacalista della Cgil, Betty Leone reclama correzioni «significative», mentre il capogruppo progressista Cesare Salvi, pur annunciando qualche emendamento concordato con i gruppi di maggioranza, è più ottimista sia sui tempi che sulla disponibilità del governo ad accettare correzioni. Le richieste di modifiche saranno almeno un centinaio, secondo quanto ha anticipato il relatore Giancarlo Tapparo (Sinistra indi- pendente). Una trentina di An, poco più quelle di Rifondazione, le rimanenti dall'insieme degli altri gruppi. In sintesi, le proposte riguarderanno le pensioni di anzianità a 35 anni, l'elenco dei lavori usuranti, il fondo per gli assegni familiari, il tetto contributivo a 132 milioni, il mix part-time e pensione, il divieto per gli enti previdenziali a investire in case e, infine, la clausola di garanzia sui risparmi. Gli emendamenti dovranno essere presentati entro lunedì e poi verranno «scremati» dalla commissione Bilancio per la loro compatibilità finanziaria: se ne dovrebbe salvare la metà. Treu non esclude «qualche modifica», ma solo attraverso ordini del giorno per gli assegni familiari (da inserire nella Finanziaria) e per gli immobili degli enti, mentre la clausola di salvaguardia potrebbe essere resa solo «più funzionale». Insomma, il governo può concedere solo qualche briciola. Paolo Patruno Lamberto Dini con il ministro del Lav oro Tiziano Treu

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