Rissa sul casco

Rissa sul casco Rissa sul casco «Obbligatorio anche per iprof» Il ciclismo continua a piangere, lo farà anche oggi per i funerali di Fabio Casartelli, ma intanto si interroga, magari per non essere duramente interrogato e magari inquisito. Il quesito è quello del casco, da rendere obbligatorio. Forse Casartelli sarebbe morto anche se protetto dal casco, per sfondamento facciale: ma questo non deve essere l'alibi per evitare una discussione e anche una decisione. E pazienza se intervengono pure i parlamentari, grandissimi giocolieri del dopo: ieri c'è stata, tra Fi, Pds e Ccd, la corsa alle interpellanze per rendere obbligatorio l'uso del casco anche ai professionisti, con anche la eco europea. Il casco serve, nessun dubbio. Ma il casco può essere portalo da un ciclismo, quello professionistico, in una lunga durissima corsa a tappe nel mese di luglio, in un giorno di sole con sci colli da salire e cinque da scendere? Felice Gimondi, vicepresidente della Lega, non pensa che sia possibile una imposizione, senza snaturare le corse professionistiche: «Però constato l'uso del casco presso i giovani, non solo per imposizione federale. Fra un po' di tempo avremo professionisti abituati sin da bambini a pedalare con il casco, e allora non ci saranno problemi, il casco farà in un certo senso parte della bicicletta». Ma aspettando la nuova generazione, che si fa? «Difficile trovare la soluzione. Comunque anche i professionisti portano il casco, là dove è obbligatorio per tutti, come in Belgio, e questo vuol dire che la legge può risolvere il caso. Intanto dovrebbero essere studiati caschi sempre più leggeri ed egualmente efficaci». Il professor Francesco Conconi è uno scienziato ciclista, oltre che del ciclismo. Qualche mese fa ha provato una bella paura per una brutta caduta. «Non portavo il casco, adesso lo metto anche a letto. Il 28 presento a Castrocaro, come commissione medica del ciclismo internazionale, una proposta di casco obbligatorio. Il casco deve diventare come la mantellina: come la si usa in caso di pioggia, così il casco viene usato in caso di discesa pericolosa». Una distribuzione sulle vette? «Perché no»?. «Perché sarebbe un pasticcio dare a ognuno il suo casco», dice Gimondi in una sorta di dialogo indiretto. Conconi ritene invece fattibile la cosa, senza troppi problemi. Si potrebbe provare. Intanto però il ciclismo alza barriere contro le ipocrisie, le facilonerie. Gimondi: «Troppi parlano, sentenziano senza sapere nulla. Non mi piace che Casartelli venga usato, magari falsando o comunque alterando la dinamica del suo incidente». E Conconi: «C'è stato un grosso cinismo intorno e addosso alle immagini del corridore caduto, una volta si sapeva stendere sui corpi lenzuola materiali e morali». [g. p. o.]

Persone citate: Casartelli, Conconi, Fabio Casartelli, Felice Gimondi, Francesco Conconi, Gimondi

Luoghi citati: Belgio