Cade anche Zepa, Caschi blu in fuga

Sarajevo smentisce, ma migliaia di civili scappano per sottrarsi ai serbi. Parigi: interveniamo Sarajevo smentisce, ma migliaia di civili scappano per sottrarsi ai serbi. Parigi: interveniamo Cade anche Zepa, Caschi blu in fuga / bosniaci si arrendono SARAJEVO. Zepa è caduta. L'Onu l'ha abbandonata. I bosniaci hanno alzato bandiera bianca. Il governo di Sarajevo nega che la città sia caduta, ma migliaia di civili stanno fuggendo per sottrarsi ai serbi. I quali esultano e attaccano Bihac, i croati minacciano di intervenire. La comunità internazionale incassa un'altra umiliazione. La Francia offre mille uomini e propone un piano militare per difendere Gorazde, ma Washington non pare credere all'iniziativa europea. La Nato prepara un ultimatum ai serbi. Il Papa esprime il suo dolore. I Caschi blu ucraini hanno abbandonato nel corso della notte l'ultima postazione che ancora controllavano a Zepa. I bosniaci hanno opposto una strenua resistenza ancora per alcune ore, poi si sono arresti. L'annuncio è arrivato in serata: «Zepa si è arresa», si legge un comunicato del quartier generale dei serbi bosniaci, a Pale. La conquista serba della cittadina musulmana della Bosnia orientale, già proclamata «zona protetta» dall'Onu, segue di otto giorni la caduta di Srebrenica, pochi chilometri più a Nord. L'assalto delle milizie serbe a Zepa era cominciato venerdì scorso, con il cannoneggiamento della cittadina e l'ultimatum lanciato alla popolazione civile di deporre immediatamente le armi ed andarsene. Interpellato sull'annuncio dei serbi, il portavoce dell'Onu Chris Gunness ha detto di avere ricevuto notizie non confermate sulla penetrazione dei serbi nell'abitato di Zepa verso le ore 15,30 di ieri pomeriggio, mentre la popolazione civile sarebbe in fuga verso Nord-Est. Si ripete il dramma dei profughi, rischia di replicarsi anche quello dei deportati. Le forze serbe hanno sferrato un grosso attacco con l'artiglieria contro l'enclave musulmana di Bihac, un'altra delle zone protette dell'Onu. Lo ha dichiarato il portavoce dell'Unprofor a Sarajevo. «Un intenso attacco è stato lanciato verso le tre del mattino nel Nord della zon& di Bihac, dove fino alle 7 sono state udite un migliaio di esplosioni». Continui bombardamenti vengono segnalati da Ovest a Nord dell'enclave, nelle regioni di Mala Kladusa e Kulna. Bihac ha una valenza strategica molto delicata in quanto in caso di una sua conquista da parte dei serbi di Bosnia, la Croazia farebbe intervenire direttamente il proprio esercito, ha fatto sapere l'ambasciatore di Zagabria all'Orni Mario Nobile Ultimatum della Nato ai serbi: a quanto hanno riferito fonti diplomatiche occidentali, l'Alleanza atlantica è pronta a lanciare contro i serbi di Bosnia nuovi raid aerei per prevenire l'assalto dei miliziani di Karadzic e del generale Mladic contro la zona di sicurezza di Gorazde. Venuto a ribadire l'impotenza militare dei Caschi blu, Akashi è ripartito ieri dal quartier generale della Nato a Bruxelles almeno con una certezza. Se i soldati Onu fossero costretti a ritirarsi dalla Bosnia, la Nato li proteggerà. La Francia proporrà formalmente agli alleati della Nato di effettuare un intervento militare in Bosnia per garantire il rispetto delle zone protette: lo ha annunciato il primo ministro Alain Juppé al termine di una riunione ministeriale ristretta dedicata all'esame della situazione nell'ex Jugoslavia. Juppé ha detto che un piano dettagliato sarà presentato alla riunione dei ministri degli Esteri e della Difesa in programma per domani a Londra. L'intervento proposto da Parigi comporta un rafforzamento del dispositivo militare sul terreno. «Le zone di sicurezza vanno garantite in virtù della legalità internazionale e della morale», ha dichiarato Juppé. «Non possiamo accettare di vedere scene come quelle che stanno avvenendo a Srebrenica e che possono avvenire a Zepa. Perciò la Francia proporrà agli alleati un intervento in Bosnia che implicherà un rafforzamento del dispositivo sul terreno». Ma fonti della Casa Bianca lasciano trapelare che gli Usa non attenderanno la decisione europea: «Gli unici ad avere i mezzi per decidere siamo noi». Il Pentagono avrebbe già pronto uno scenario che prevede la minaccia di pesanti bombardamenti aerei se i serbi non fermeranno l'offensiva contro le enclave Onu. Un'altra possibilità presa in considerazione dai generali americani è l'invio dei duecento elicotteri da combattimento, di stanza a Stoccarda, per difendere le aree protette che ancora resistono agli assalti serbi. Per questa operazione, fanno sapere alla Casa Bianca, basterebbero un centinaio di elicotteri. Il Presidente Clinton esaminerà i piani del Pentagono nelle prossime 24 ore. Una «grande preoccupazione», un «grande dolore» per la situazione in Bosnia, caratterizzano queste giornate valdostane di Giovanni Paolo II. Lo ha detto il Papa a due pensionati incontrati durante un'escursione ai piedi del massiccio del Gran Paradiso. le. st.] I soldati di Karadzic attaccano Bihac Zagabria minaccia di intervenire L'America non aspetta l'Europa Clinton prepara il suo piano Z Caschi blu giordani pregano ai limiti del campo profughi dell'Onu di Tuzla che ospita circa 20 mila musulmani fuggiti da Srebrenica

Persone citate: Alain Juppé, Chris Gunness, Clinton, Giovanni Paolo Ii, Karadzic, Mario Nobile, Mladic