Il «manifesto» celebra la Agnelli

Il «manifesto» celebra la Agnelli Il quotidiano di Pintor: politici impreparati, no all'intervento in Bosnia Il «manifesto» celebra la Agnelli Premio al governo «pacifista» del «rospo» Dini GIORNALI E GUERRA MEGLIO Agnelli che lupi», e comunque tutto men che rospi. Il manifesto in prima pagina, caratteri cubitali e foto gigante, rende onore a Susanna Agnelli - ministro degli Esteri nonché nemica storica della categoria - ferma sostenitrice della via diplomatica in Bosnia. E nella scia, ci scappa anche un riconoscimento a Lamberto Dini. Era «un rospo da sputare» appena un mese fa. Adesso eccolo trasformato in principe aitante e per di più pacifista. La parte dell'orco della favola, invece, spetta al presidente Scalfaro, reo della bellica uscita: «Non si può stare a guardare». Siamo all'ennesima «strana maggioranza» d'Italia? Parrebbe proprio di sì. Governo e manifesto uniti, contro il comune (o guerresco) sentire del Paese, nel chiedere «l'unico intervento sensato - scrive nell'editoriale del quotidiano comunista Michelangelo Notarianni -: quello dell'Onu. Noi non siamo mai stati teneri con il gover- no Dini e con i suoi ministri, specie se si chiamano Agnelli, ma abbiamo l'impressione che abbiano qualche informazione più aggiornata e realistica, su un mondo difficile da capire, dei tanti improvvisatori che li tirano per la giacca». E' senz'altro cosa inusitata che il manifesto in una questione di politica estera si affianchi a un governo conservatore. Ancor più inusitato che l'eroina della vicenda sia la Agnelli. Eppure il riconoscimento salta fuori d'ogni riga. «L'ha spuntata lei - attacca lietamente un pezzo interno - «nonostante le pressioni del Quirinale e lo schieramento pressoché unanime dei partiti». Sembra quasi che una sommessa risatella accompagni la cronaca del «no secco» ministeriale e dell? retromarcia di Scalfaro «che da Buenos Aires accusa il colpo all'interventismo». Sarà per il congenito amore del foglio di Luigi Pintor per le minoranze? Sul fronte opposto al governo, infatti, sono tutti gli altri: «Gli editorialisti - scrive Notarianni -, che in questi giorni fanno a gara a chi la spara più grossa». E la classe politica? Pure. Passi per i pannelliani, di cui era «scontata l'ira funesta». Passi anche per i Ccd e «la gran parte del mondo cattolico»: «Nella corsa a esibire i muscoli Buttiglione afferma, con un cinismo che finisce in bestemmia, che anche il Papa è favorevole». Alla fin fine passi pure per il pds, ormai nemico accreditato, tanto che il notista freudianamente scrive Valter Weltroni con iniziali incrociate. Ma è l'ultimo tradimento quello che fa più male: «A sorpresa anche Rifondazione chiede un rafforzamento dei caschi blu». Va a finire che sono principesse e rospi, i migliori custodi della volontà di pace del popolo, l'unico baluardo contro le «incoscienze annate» di politici insipienti? Forse «i nipotini di Lenin» non si spingono a tanto. Ma almeno, chiude Notarianni, «la signora Agnelli sa come nascono i bambini», [r. sii.] La prima pagina del «Manifesto» di ieri

Luoghi citati: Buenos Aires, Italia