Tour, ha vinto il rimorso

Tour, ha vinto il rimorso I ciclisti pentiti rimediano all'indifferenza per la fine di Casartelli Tour, ha vinto il rimorso IERI al Tour i ciclisti si sono limitati a pedalare a velocità turistica, ma da turisti veri, non da assatanati cicloturisti di questi ultimi tempi. Nessuno ha tentato una fuga, un attacco. Uno statunitense, Armstrong, campione del mondo due anni fa, è passato in testa a raccogliere premi di traguardo, là dove erano annunciati. Armstrong è della Motorola, la squadra di Fabio Casartelli, morto ieri l'altro, la faccia spaccata da una caduta. I soldi, sugli 80 milioni, andranno alla famiglia dello scomparso, la moglie e il bambino che ha due mesi e che non è ancora stato battezzato perché doveva esserci il papà alla festa. Armstrong vive nel Comasco, dove viveva Fabio, suo com- pagno di allenamenti. In vista del traguardo sei corridori, i superstiti della squadra di Fabio, sono andati dolcemente in testa, con un centinaio di metri sul gruppone. Sul traguardo è passato primo, per pochi centimetri, Peron, che di Fabio era l'amico più grande. E' stata una cosa persino più precisa che commovente: perché l'iniziativa dei corridori era anche una forma di pentimento formale e studiato, rispondeva a un dovere, dopo che l'altro giorno nessuno di loro era riuscito a dire «basta!» ai cerimonieri del Tour, e il vincitore di tappa, Virenque, si era telepalesato in preda ad una felicità vera, rotonda, completa, comese-niente-fosse-accaduto. Ieri c'è stata davvero una catarsi, chissà se passeggera o addirittura casuale. La speranza è che sia consistente, risponda davvero a pensieri, anzi a costruzioni di pensieri sulla base dell'emozione ed anche del rimorso. Sarebbe stato molto più bello che la tappa del tutti in gruppo, sino a sprigionare avanti i compa¬ gni di Fabio, fosse stata quella di ieri l'altro, c'era tutto il tempo per organizzare bene le cose, Fabio era morto a tanti chilometri, a tante ore dal traguardo. Si sarebbe risparmiato l'andirivieni fasullo, assurdo dei sentimenti e dei comportamenti, espresso purtroppo bene dal titolo di ieri mattina su L'Equipe, il giornale che organizza il Tour: «De la fète au drame», mentre giusto sarebbe stato scrivere il contrario. Ma la festa aveva avuto il sopravvento, il dramma era stato prima come espulso dalla corsa, poi sistemato in essa ad opera della televisione. La graduatoria è chiara, la festa viene prima, la festa è Virenque che vince in solitudine, Casartelli straziato e straziante, nel sangue, in posizione fetale, disposto per terra da morto come quando cominciava a vivere, viene dopo. E' andata così, accontentiamoci. Non si può avere tutto dalla vita, meno che mai dalla morte. Gian Paolo O(mezzano SERVIZI A PAG. 11

Persone citate: Armstrong, Casartelli, Fabio Casartelli, Gian Paolo, Peron, Virenque