Sulla «variante» cresce la tangente

E finisce sotto inchiesta anche la dogana: mazzette per sveltire le pratiche E finisce sotto inchiesta anche la dogana: mazzette per sveltire le pratiche Sulla «variante» cresce la tangente Caselle, lavori sospetti per 5 miliardi Finisce sotto inchiesta la dogana dell'aeroporto di Caselle: e la colpa, anche questa volta, andrebbe a «mazzette» che sarebbero state pagate da alcuni spedizionieri ad alcuni funzionari doganali, per sveltire le pratiche e rendere più veloci le partenze e gli arrivi dei carichi allo scalo torinese. Ma c'è dell'altro, nell'inchiesta del sostituto procuratore Elena Daloiso sull'aeroporto: una presunta maxi tangente miliardaria, già emersa nel corso delle indagini di un altro magistrato, e poi tornata nel limbo, in attesa di nuovi riscontri. Ieri pomeriggio il magistrato ha effettuato un sopralluogo all'aeroporto, e si è recato proprio nell'area ufficialmente destinata agli «arrivi intemazionali». In realtà l'enorme superficie al piano ammezzato è assolutamente inutilizzata, in attesa dei lavori che la renderanno idonea, forse nel prossimo dicembre, al collegamento diretto - tramite i «bridge» - con gli aeroplani. La storia degli «arrivi internazionali» era stata scoperta dal dottor Corsi, che indagava sulle tangenti pagate per la costruzione della nuova aerostazione. Quell'area era stata pagata - 4 miliardi e 800 milioni - come variante d'opera, cioè come una spesa aggiuntiva rispetto al progetto iniziale dell'aeroporto. Ma troppi sospetti si erano addensati su quella superficie deserta. Sospetti tornati d'attualità ora, alla luce di elementi nuovi emersi dall'ultima indagine sull'aeroporto, che ha portato in carcere Maurizio Bordon, ex direttore della Sagat, e Mario Panerò, ex direttore della società (entrambi sono ora agli arresti domiciliari). La dottoressa Daloiso ha infatti scoperto che quella variante d'opera da quasi 5 miliardi sarebbe inesistente: gli «arrivi intemazionali» erano stati previsti già nel primissimo progetto del nuovo scalo, e l'attuale planimetria dell'aeroporto coincide esattamente con i disegni presentati nella fase di studio. Nessuna variante, quindi, nessun «equo compenso» a favore della ditta costruttrice, ma un modo per ottenere il pagamento di 4 miliardi e 800 milioni, da utilizzare poi per le tangenti a uomini politici, locali e romani. Ipotesi, al momento. Ma ci stanno lavorando in tanti, su questa ipotesi, a partire dalla polizia aeroportuale, per finire con la Guardia di Finanza e i carabinieri della polizia giudiziaria. Oggi, intanto, si terrà un confronto tra alcuni spedizionieri che lavorano a Caselle. Perché questo confronto? Da tempo arrivano alla Procura lamentele sulle mazzette necessarie per sveltire le operazioni di dogana. Soldi, regali, oppure campioni prelevati dai colli (di qualunque merce si tratti) senza che lo spedizioniere osi protestare. Qualcuno ha anche fatto i nomi dei funzionari (si tratta di personale civile, alle dipendenze del ministero delle Finanze) più abituati a questa prassi. Ieri alcuni spedizionieri sono stati sentiti (come testimoni) sulla vicenda. Le risposte? Uno ha detto che sì, di solito si fa un regalino, «un orologino, una volta mi ricordo che ho ricevuto un carico di animaletti di peluche, e ho regalato un pulcino a molla ad un funzionario». Un altro: «Scatoline importate dalla Cina, roba di poco valore. Ma soldi, mai». Però c'è chi invece accusa: «A Caselle se non paghi non fai niente. Le pratiche sono lunghissime, eppure alcuni di noi riescono sempre a passare davanti agli altri». Una parte della maxi inchiesta sull'aeroporto è nel frattempo arrivata a conclusione: ieri la dottoressa Daloiso ha chiuso la tranche d'indagine su Bordon e Panerò, per i quali ha chiesto il rinvio a giudizio, assieme a Marco Monicelli, ex amministratore delegato della società informatica Byte. L'accusa è di corruzione, per le tangenti pagate ai vertici della Sagat per ottenere l'appalto dell'informatizzazione dell'aeroporto. Il gip Flavia Nasi deciderà se mandarli a processo. [bru.gio.] Il sostituto procuratore Elena Daloiso e Maurizio Bordon

Luoghi citati: Cina