Solidarietà alla Bosnia Anche Torino si mobilita
Solidarietà alla Bosnia Anche Torino si mobilita Sermig, radicali, Comune, comunità ebraica Solidarietà alla Bosnia Anche Torino si mobilita La città si mobilita per la Bosnia. L'Unione delle comunità ebraiche ha inviato a Torino un fax in cui si annuncia che è stato aperto un fondo per raccogliere aiuti per l'ex Jugoslavia. E' presso la Banca di Roma, filiale di piazza Monte di Pietà a Roma, agenzia 80, numero 12316/34, intestato a «Ucei, fondo speciale per Sarajevo». Al Sermig, il fondatore Ernesto Olivero lancia una campagna di preghiera e digiuno: «Fin quando cesserà la guerra e ci sarà una pace giusta». Anche il partito radicale transnazionale si muove per l'ex Jugoslavia. Una lettera in cui si sollecita un intervento contro le truppe di Karadzic è stata inviata da alcuni militanti al ministro degli Esteri Susanna Agnelli. E questa mattina, ore 11, ci sarà una manifestazione davanti alla prefettura. Intanto, la giunta comunale ha deliberato ieri la spesa di 4 milioni per l'invio di alimenti al Sarajevo, in stato di assedio da 4 anni. Un'altra raccolta di alimenti da è stata organizzata dal comitato solidarietà con la ex Jugoslavia di Collegno, insieme con altri centri della cintura e con i sindacati. Il Centro Pannunzio sta raccogliendo firme per una petizione in cui si chiede l'invio di un «adeguato contingente di truppe di diversi Paesi per porre argine allo scempio di vite e al nuovo olocausto nell'ex Jugoslavia». Ernesto Olivero fondatore del Sermig
Persone citate: Ernesto Olivero, Karadzic, Pannunzio, Susanna Agnelli
Luoghi citati: Jugoslavia, Jugoslavia Di Collegno, Roma, Sarajevo, Torino
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