Branca: gli stranieri ci tolgono il lavoro

Branca: gli stranieri ci tolgono il lavoro ROMA L'attaccante, sempre in lotta per un posto in squadra, lancia l'allarme e fa una proposta provocatoria Branca: gli stranieri ci tolgono il lavoro «Il rimedio? Andiamo all'estero noi» LAVARONE. Giocatori italiani, se volete evitare l'umiliazione della panchina, o peggio della tribuna; se non volete inseguire disperatamente un posto in squadra; se avete il desiderio di rispondere ai campioni (o presunti tali) venuti d'oltre frontiera, vezzeggiati dal calcio di casa nostra); e soprattutto se volete evitare la disoccupazione, non avete che una possibilità: preparare il passaporto e finalmente diventare professionisti europei. A lanciare la proposta-idea è un grande esperto di battaglie per un posto al sole: Marco Branca. Il romanista da anni ha ingaggiato un braccio di ferro impossibile con i vari Batistuta, Fonseca, Asprilla. I suoi allenatori gli hanno sempre assicurato con affetto: «Sei bravo, forse uno degli attaccanti più tecnici d'Italia, però... per questa domenica lascia il posto all'argentino o al colombiano di turno». E lui spesso ha ingoiato, con il suo stile da gentiluomo che gira quasi sempre con la cravatta e la ventiquattr'ore. «Io sono timide e così è nata l'immagine distorta del giocatore-snob». In realtà Branca è fieramente stufo. Sostiene di aver perso la maglia azzurra della Nazionale proprio per le scelte dello scorso anno di Scala. Ora vuol voltare pagina. Certo, non deve essere il solo. Silenzi ancora cerca una squadra. Tovalieri si è dovuto «accontentare» dell'Atalanta, Melli spera di «riciclarsi», Baiano di «rilanciarsi». Intanto Simone aspetta e mugugna. Per non parlare dei giovani, come Totti della Roma o Flachi della Fiorentina. Branca dal ritiro di Lavarone invia un messaggio alla propria associazione sindacale e a tutto 0 calcio. Lui non voleva restare giallorosso, aveva chiesto di essere ceduto per non ritrovarsi di nuovo costretto a sfogliare la margherita avvilente del «gioco o non gioco?». Adesso ha detto basta: resterà alla Roma pronto alla battaglia con Fonseca e Balbo, poi lavorerà per il suo progetto: andarsene nel calcio inglese, magari a Londra. «Per noi giocatori italiani, specialmente se attaccanti, sta diventando sempre più difficile. Lo stesso centravanti titolare della Nazionale (Casiraghi ndr) ha difficoltà a giocare nel proprio club. E Simone è sempre chiuso da qualcuno. Melli idem e Tovalieri, bravissimo quest'anno con 17 gol, s'è trovato a dovere accettare una soluzione sicuramente non straordinaria specialmente dal punto di vista economico. Ed ora ci sono anche le... nazionalizzazioni. Lo scoreo anno scherzavamo, nel Parma, con Sensini che in odore di cittadinanza italiana chiamavamo Nestore». Constatazioni amare. E Branca continua: «Non mi scandalizzo, contano gli interessi economici delle società. Personalmente dico che gli italiani sono penalizzati. Io sono contento della mia carriera, vedo che le società che mi hanno avuto, dopo avermi ceduto mi cercano ancora. E' successo con la Samp, e quest'anno anche con la Fiorentina. Ma quello che è successo lo scorso anno mi ha fatto perdere la maglia azzurra». Branca non ha digerito le scelte di Scala. E' ancora inferocito, rimanda però ad altra data quel¬ lo che chiama «il chiarimento». Spara però un colpo di rasoio nei confronti della sua ex squadra, il Parma: «Dico solo che ho giocato titolare fino a gennaio, e a quella data la mia squadra era ancora al primo posto. Poi... sono finito fuori». Ed ecco la sua propostaprovocazione: «Noi giocatori italiani dobbiamo prepararci a diventare professionisti europei. Fino ad oggi siamo stati troppo casalinghi e mammoni, preoccupati di essere spostati a Nord se viviamo a Sud o viceversa. I risultati li vedete tutti: giocatori in difficoltà, disoccupazione. Si devono svegliare anche i procuratori che vivacchiano, portando di qua chiunque e non aprendo per noi le frontiere. Dove andrei? In Inghilterra, magari a Londra dove c'è un derby ogni tre settimane». Per adesso resterà a Roma. Conclude: «In campionato le favorite Juve e Milan dovranno guardarsi da Fiorentina, Lazio, Roma e Inter. Il Parma? Scusate, lo avevo dimenticato». E' l'unica bugia dell'uomo che vuol aprire le frontiere per i piedi italiani. Alessandro Rialti Branca vorrebbe giocare a Londra

Luoghi citati: Inghilterra, Italia, Lavarone, Lazio, Londra, Roma