La produzione continua la sua corsa di Francesco Bullo
In maggio crescita del 6,2%. Boom ad aprile anche per il fatturato (+13,2%) e gli ordinativi (+20,1%) In maggio crescita del 6,2%. Boom ad aprile anche per il fatturato (+13,2%) e gli ordinativi (+20,1%) La produzione continua la sua corsa Ma Con/industria avverte: la crescita sta rallentando ROMA. La produzione industriale italiana continua la sua corsa, non sfrenata, ma certamente al galoppo. Una crescita che resta consistente anche se registra qualche rallentamento. I «numeri» dell'Istat» non sono in discussione: a maggio il balzo è stato del 6,2% rispetto allo stesso mese del 1994, e nei primi cinque mesi dell'anno la produzione è salita del 7,3% rispetto allo stesso periodo del 1994. Ad aprile, invece, gli ordinativi dell'industria sono saliti addirittura del 20,1% rispetto a un anno prima, mentre il fatturato è salito del 13,2%. La crescita tendenziale di maggio conferma comunque il trend registrato dalla produzione industriale fin dall'inizio dell'anno, dopo il boom di gennaio (+13,1%), la produzione è cresciuta del 7,6 % a febbraio, dell'8,7% a marzo e dell' 1,2 percento ad aprile (a causa delle festività). Ad aiutare la crescita è comunque il buon andamento delle esportazioni. Questo infatti è quanto appare dagli indici sul fatturato e gli ordinativi dell'industria. La crescita tendenziale del fatturato è la sintesi di un incremento del 30,1% registrato sul mercato estero rispetto al 7,3% dovuta al mercato interno. Anche per gli ordinativi l'incremento più consistente è stato registrato sul mercato estero (+31%) mentre quello interno è salito del 14,1%. Industria «superstar» dunque? Uno slogan che sembrerebbe confermare l'allarme del governatore di Bankitalia, Antonio Fazio, sulla potenziale carica inflazionistica della crescita troppo sostenuta dell'economia italiana. Ma è una spiegazione non del tutto condivisa dagli imprenditori privati. Il direttore del Centro studi della Confindustria, Giampaolo Galli, ha voluto sottolineare ieri un dato: l'indice generale della produzione media giornaliera destagionalizzato, che a maggio è passato a 106 (107,3 ad aprile), segna una flessione dell' 1,2%. «Il dato di maggio - sostiene Galli - conferma le nostre previsioni ed indica che è in atto una flessione dei tassi di crescita dell'economia». «Il rallentamento in atto - prosegue Galli - non rappresenta un dato negativo, ma un aggiustamento fisiologico al venir meno degli effetti espansivi connessi alla forte svalutazione della lira nei primi mesi dell'anno. Non sembra, quin¬ di, che continui il surriscaldamento dell'economia che è emerso con la pubblicazione dei dati Istat sul prodotto interno lordo del primo trimestre». Conclude la Confindustria: «Probabilmente i dati del secondo trimestre mostreranno una crescita moderata coerente con l'avvio di una fase più distesa sul fronte dell'inflazione». Singolarmente anche la Cgil non è molto lontana dalle valutazioni della Confindustria e parla di «una fotografia dello sviluppo distorto in atto nel Paese». «I dati diffusi commenta Walter Cerfeda - confermano che la crescita vale solo per le industrie che esportano, mentre rimangono "al palo" le industrie che lavorano per il mercato italiano per la caduta della domanda interna conseguente alla perdita del potere d'acquisto dei salari. In più - sottolinea Cerfeda - non c'è alcun beneficio per tutto il Sud d'Italia». Francesco Bullo La Cgil: lo sviluppo è legato solo alle esportazioni Sopra il governatore di Bankitalia Antonio Fazio A sinistra Luigi Abete
Persone citate: Antonio Fazio, Cerfeda, Giampaolo Galli, Luigi Abete, Walter Cerfeda
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