Dall'ombelico selvaggio ai fagioli

LA STAMPA. LA CARRIERA TRIONFI E CADUTE ico selvaggio ai fagioli Debuttò in tv a 18 anni, ora ne ha 52 ma resta «il caschetto nazionalpopolare» AFFAELLA forever. Il successo del caschetto biondo platino razionai popolare sembra durare da sempre. Guardando all'indietro, cercando nella memoria, pare che non ci sia mai stata la televisione senza la Carrà. E in effetti la sua «durata» in video è ultratrentennale: dalle prime apparizioni all'ombelico al vento, alle domande con i fagioli, a oggi. A dimostrare come sia passato il tempo, sono le sue stesse parole. Raffaella Pelloni in arte Carrà, bolognese classe 1943, ricorda il suo debutto in tv, a 18 anni: «Del mondo della televisione mi colpì la pulizia, il rispetto con cui venivano trattati gli artisti». Erano davvero tempi diversi, quelli del «Paroliere questo sconosciuto» di Luttazzi, del '61. La Carrà, una seria preparazione da ballerina alle spalle e i capelli ancora castani, oltre alla tv lavora in quegli anni nel cinema, sul paicoscemco («Ciao 3;f|| Rudy», «Processo di famiglia»), e sul video partecipa a sceneggiati famosi, come «Scaramouche» con Domenico Modugno. La svolta sarebbe arrivata di lì a poco. La «ballerina» Carrà si scatena accanto a Nino Ferrer, finalmente in uno show, «Io, Agata e tu», del '69. La scalata è cominciata, inarrestabile. «Raffaella» diventa il sinonimo di varietà in tv: basta la parola. Dal '70 è protagonista in «Canzonissima» con Corrado, «Milleluci», «Ma che sera», «Mille milioni». Casco biondo, ombelico sempre in vista, Raffa lancia la moda del balletto sfrenato in tv, quello che finisce con il fiato corto e i capelli spettinati, in contrapposizione alla patinata eleganza di un altro mito che stava cominciando a tramontare proprio allora, le nordiche, freddissime, Kessler. Sudore e passione, dunque. E profusione di sorrisi, grazia, ammicchi, il tutto condito da un po' di malizia semplice e casereccia: ba¬ sti pensare al «Tucatuca». Ma il tempo passa. I balletti si fanno sempre più brevi e meno scatenati mentre sulle reti Fininvest sorge l'astro-rivale Cuccarmi. La nuova show-girl spodesta la «vecchia»: un segnale, poco elegante, dell'avvenuto passaggio lo dà la famosa reclame sulla cucina «più amata dagli italiani», che licenzia un testimonial per l'altro. La Carrà però non era vinta, e risorse. Era l'83. In «Pronto Raffaella» nacque il nuovo personaggio, quello destinato a durare: lo stru¬ mento stavolta non era il balletto, troppo dinamico, ma il più sedentario telefono. Con lei nacque anche un inedito (almeno per la tv italiana) genere di programma. Che piacque, e molto. Fagioli, ceci, pasta e semplici domandine cui rispondere, provvidenzialmente aiutati. Dirigenti Rai in visibilio, centralini infuocati per le chiamate di casalinghe entusiaste, le azioni della conduttrice alle stelle. Dopo «Buonasera Raffaella» e «Domenica in», anche per lei, come per un altro grande, Baudo, arrivò la fuga da Berlusconi accompagnata da un contratto miliardario. Anche per lei, poi, il ritomo. Indistruttibile Raffaella. Insoddisfatta dei successi nostrani, quattro anni fa si allarga all'estero, dove si ricicla come soubrette tuttofare. Oggi è di nuovo con noi, in video. E domani? Chissà. Cristina Caccia OLI ,<~"v ' uno A agioli 52 polare» sti pensare al «Tucamento stavolta non era il balletto, troppo dinamico, ma il più sedentario telefono. Con lei nacque anche un inedito (almeno per la tv italiana) genere di programma. Che piacque, e molto. Fagioli, ceci, pasta e semplici domandine cui rispondere, provvidenzialmente aiutati. Dirigenti Rai in visibilio, centralini infuocati per le chiamate di casalinghe entusiaste, le azio