Amicizie e amori targati 144; Cicerone e i rifiuti

Topolini uomini e Karadzic i AL GIORNALE Amicizie e amori targati 144; Cicerone e i rifiuti Non lucrate sulla solitudine Da parecchio tempo ho notato che ormai su ogni giornale e rete televisiva è presente la pubblicità per i numeri 144 e similari. Ora, in qualità di semplice cittadino (non mi chiamo Beppe Grillo), mi domando se non sia necessario un chiaro intervento del governo per limitare quello che personalmente ritengo un fenomeno di degrado sociale. Comprendo benissimo che molte persone siano sole e che abbiano bisogno di comunicare con qualcuno anche se sconosciuto, ma non penso sia moralmente accettabile il comportamento delle società che propinano il servizio 144 lucrando sulla solitudine delle persone. Dico lucrare perché non esiste termine più appropriato per descrivere un «servizio» che offre attraverso il telefono racconti erotici, sospiri e gemiti, promesse (vane!) di sicuri incontri e amicizie, oroscopi alla bella cifra di L. 2540 + 19% Iva = L. 3022,6 al minuto (L. 30.226 per 10 minuti) con la nota conseguenza delle bollette telefoniche milionarie insolvibili. Lo Stato, tra i suoi innumerevoli compiti, ha anche l'impegno di educare ed assistere il cittadino su ogni nuovo fenomeno sociale. N. T., Torino La psicoanalisi del Trìveneto 11 bell'articolo di F. Camon sui soggiorni di Freud a Lavarone (nei «Racconti d'estate» de La Stampa) esprime letterariamente bene il senso di estraneità, se non incomunicabilità, tra l'indagine psichica, positivistica, della psicoanalisi e il culto del «Sacro» cristiano tipico delle terre veneto-tridentine. Ma questa realtà richiederebbe un'ulteriore analisi del tipo psicologico-funzionale, dominante nella mentalità veneta. Il triveneto, infatti, in ciò accentuando una comune tipologia italiana, è prevalentemente estroverso e sensoriale, cioè legato al mondo pratico e tangibile, e alieno emotivamente dalla problematizzazione interiore e da ogni sofferta dialettica, coinvolgente il soggetto anche a livello politico e istituzionale, civile o religioso. D'altro canto il triveneto è però molto sensibile al «sacro» e alla pietas cristiana, come i polacchi per esempio; per compensazione ne deriva una forte «timidezza» in qualsivoglia rapporto esso sia coinvolto anche con la sua «anima», o il suo sentimento o l'intimità. Ha paura persino a pronunciare la parola «psicologia» e tuttavia i dorotei politici organizzarono, per ragioni di potere, un corso di laurea in psicologia (nei 70) a Padova, ove la introspezione intuitiva è rara come il quadrifoglio nei campi e l'analisi, di qualunque profondità sia, ne è «toto genere» esclusa. Il triveneto ha paura e timore del «numinoso» psichico a tal punto che rischia di sottrarre alla sua genuina sensibilità del Sacro cristiano il suo supporto psicologico e naturale, rischiando di banalizzare e materializzare la sua religiosità, troppo spesso accusata, a ragione, di filisteismo pesante. Al contrario il freudismo riduce il «numinoso» psichico a energia psichica e a oggetto naturale, perdendo così l'ambivalenza di esso e la possibilità di inserirlo nella funzione trascendente e simbolica dell'anima. E infatti Freud, non essendo ancora un «Santo», e non essendo il suo carisma risolto nell'universale «amor di Dio» e della conoscenza liberatrice, è percepito dai suoi seguaci come un dio in terra: persino il suo letto di Lavarone e la ricetta del suo risotto ne diventano feticistici atti di ripetizione sostitutiva. Roberto Lunetta, Bologna La grazia di chi svuota i cassonetti delPAmiat «O tempora! O mores!»; se Cicerone avesse potuto registrare la famosa frase alla Siae, i suoi discendenti avrebbero fatto soldi a palate con i diritti d'autore. Avrebbero dovuto ringrazia¬ re e ringrazierebbero in futuro quei delicati animi (ingiustamente bollati come «incivili» dai soliti noiosi probi cittadini) che quotidianamente, con le loro garbate ed argute azioni, scandalizzano ingiustamente i turpi moralisti. Ebbene, confesso, anch'io negli ultimi giorni, mi sono comportato riprovevolmente: ho osato, in cuor mio, maledire per ben due volte alcuni deliziosi gentiluomini che, in luoghi e giorni diversi, ho visto, con angelica grazia, svuotare i cassonetti dell'Amiat per la raccolta della carta, per poi metterla nei loro furgoncini. Solo in seguito ho intuito che il loro furtivo lavoro, notturno e schivo, non è che un aiuto per alleviare le fatiche degli incaricati dell'azienda raccolta rifiuti: e tutto questo gratis! Chiedo scusa della mia indelicatezza nei confronti di questi benefattori: ora ho capito il mio sbaglio. Luca Capra, Torino I bliz in ospedale dell'onorevole Costa Mi spiace davvero il commento del vostro redattore circa l'esito di talune mie visite a strutture sanitarie. L'impressione è che lo stesso non sia stato informato - e qui me ne scuso - dello sviluppo e degli esiti di quelle iniziative, che sono state numerose e proficue. Ne sono - infatti - scaturiti decine di provvedimenti amministrativi e legislativi, inchieste penali e controlli più severi da parte delle Regioni, delle Usi, dei direttori sanitari. Non è sicuramente ad un ministro che compete, in via principale, fare visite impreviste e non annunciate: occorreva però - dopo anni di mancati o scarsi controlli - dare il via. L'ho fatto personalmente e credo che i cittadini me ne siano grati. Ora i controlli si stanno moltiplicando e si scopre anche chi gioca a carte. La mia visita alle Molinette è stata foriera di scarsi risultati? Sarà bene, prima di affermarlo - per di più su di un giornale come La Stampa che ha sempre stimolato una sana gestione delle risorse destinate alla Sanità -, leggere, nella Finanziaria 1995, quali siano stati i provvedimenti legislativi collegati a quell'esperienza (cito, per tutte, una sola norma: quella relativa alle liste d'attesa di visite, analisi, interventi operatori). I miei accessi alle strutture sanitarie (definiti blitz dai mezzi d'informazione) non sono nati soltanto per dare luogo a provvedimenti disciplinari (solo in qualche caso necessari) bensì per conoscere situazioni generali e specifiche che nessun ministro può accertare standosene dietro la scrivania. on. Raffaele Costa Prelievo di organi e silenzio-assenso Il Tribunale dei diritti del malato che fa capo al Mfd, organizzazione politica che fa capo alla famiglia Moro, ha sollecitato il Parlamento a varare il disegno di legge sul silenzioassenso al prelievo di organi vivi. Questa turpe sollecitazione è un atto contro i malati in coma, d'autorità dichiarati in morte cerebrale per favorire il mercato d'organi, e contro i diritti delle famiglie di questi malati alle quali la proposta di legge vuole togliere il diritto di opposizione al prelievo. Tale associazione Mfd mette le mani avanti per non essere esclusa dai finanziamenti destinati alle associazioni del cosiddetto volontariato (tutto pagato) che saranno riconosciute dal ministero per la propaganda e la raccolta delle donazioni sul territorio come coadiuvanti dell'Ussl. La Lega nazionale contro la predazione di organi e la morte a cuore battente (Bergamo) stigmatizza che il Tribunale dei diritti del malato è dalla parte del potere medico-trapiantistico, quindi è contro il paziente in coma e contro le famiglie di questi malati. E' una organizzazione politica e di potere che fa capo al movimento federativo democratico (gestito dalla famiglia Moro). Allerta! Troppi lupi, anzi iene, si travestono da pecore. Nerina Negrello, Bergamo Presidente Comitato direttivo Lega nazionale contro la predazione di organi e la morte a cuore battente

Persone citate: Beppe Grillo, Camon, Cicerone, Freud, Luca Capra, Nerina Negrello, Raffaele Costa, Roberto Lunetta

Luoghi citati: Bergamo, Bologna, Lavarone, Padova, Torino