In Sud Africa bloccati 33 pugili sieropositivi

In Sud Africa bloccati 33 pugili sieropositivi BOXE Doping per Severini In Sud Africa bloccati 33 pugili sieropositivi Due nuovi casi fanno discutere il mondo della boxe. La Federazione sudafricana ha negato la licenza a 33 pugili professionisti dopo aver scoperto che erano risultati tutti sieropositivi al virus dell'Aids. In Italia, invece, dopo Gianfranco Rosi è stato trovato positivo all'antidoping anche il 25enne Piero Severini. Sam Pitsoe, medico della commissione di controllo sudafricana che ha affettuato i test sul virus Hiv, ha raccontato di scene strazianti quando è emersa la drammatica verità sui 33 pugili. Pare che in Sud Africa l'Aids sia ormai un flagello: «Il Kwa-Zulu Natal è la regione con il maggior numero di infezioni, forse per l'alto numero di prostitute e per la facilità di contagio». Stando alle ricerche dei medici sportivi, il rischio di contrarre il virus Hiv sul ring è abbastanza basso, ma sufficientemente alto per creare il panico nell'ambiente. «In uno sport di contatto - ha concluso Pitsoe - le possibilità di contagio sono più alte. Forse anche discipline come il rugby dovrebbe fare questo tipo di test». Secondo il ministero della Sanità, 1,2 milioni di sudafricani (il 7,6% della popolazione) sono sieropositivi e il numero di coloro che hanno contratto il virus Hiv tende purtroppo a raddoppiare ogni 15 mesi. L'italiano Piero Severini è invece risultato positivo all'efedrina nel controllo effettuato dopo il match con Davide Ciarlante del 24 aprile a Pozzuoli, per il titolo italiano superwelters. L'incontro era terminato con un contestato verdetto di «no decision» da parte dell'arbitro Carezza per una testata involontaria alla sesta ripresa, il che aveva permesso a Ciarlante di conservare il titolo. Anche le controanalisi sono risultate positive: ora toccherà alla Federboxe decidere per un'eventuale squalifica di Severini.

Persone citate: Gianfranco Rosi, Piero Severini, Sam Pitsoe, Severini

Luoghi citati: Italia, Pozzuoli, Sud Africa